UNA BELLA AMICIZIA

3.9K 91 10
                                    

Claudio’s pov

Non mi sono mai divertito tanto in vita mia! Abbiamo giocato e abbiamo parlato. Non ci sono stati imbarazzi tra di noi, nemmeno quando è crollata sul mio petto; pur spostandosi subito non mi è sembrato l’avesse fatto per disagio, quanto più per essere più comoda a ridere.
Abbiamo parlato fino a tardi e ci siamo addormentati per terra.
Quando mi sveglio sento un peso sul petto: Alice mi sta usando come materasso. Sta dormento beatamente, in questo momento ha un viso davvero angelico… continuo a osservarla accarezzandole delicatamente la schiena finché non apre leggermente gli occhi e alza il volto verso di me. Quando realizza in che situazione si trova sbarra gli occhi alzandosi di scatto.
“Scusa, non volevo usarti come cuscino” è leggermente agitata dalla circostanza.
Mi alzo con il busto sui gomiti e guardandola negl’occhi cerco di rassicurarla.
“Guarda che non è successo nulla di sconvolgente” ci provo, le sorrido, non voglio rovinare questo rapporto che stiamo costruendo, non voglio perderla in alcun modo.
“Alice… dai, è stata una bella serata, non roviniamo tutto. Abbiamo solo dormito insieme… non hai mica tradito qualcuno” provo a buttarla lì, ma poi ci ripenso “o forse è così che la stai vivendo?”
Non risponde, evita il mio sguardo… no! Per favore!
“Alice…” il mio tono è cambiato, sono allarmato e non nascondo che ho paura di cosa mi dirà.
Resta in silenzio per un paio di minuti. Poi si decide a parlare.
“No… solo che…” fa un respiro profondo prima di proseguire. Io non so cosa pensare, la paura mi attanaglia il petto.
“Non so…” la guardo un attimo e vedo delle lacrime iniziare a solcarle il volto. Non aspetto un secondo di più e la abbraccio forte stingendola al mio petto.
“È tutto ok… tutto ok…” le sussurro accarezzandole la schiena con movimenti circolari.
“Scusa…” dice talmente a bassa voce che fatico a sentirla.
“Non hai nulla di cui scusarti. Andiamo a fare colazione?” finalmente sorride e dopo il suo segno d’assenso l’aiuto ad alzarsi per andare in cucina a mettere qualcosa sotto i denti.


Alice’s pov

Non volevo piangere davanti a lui. Non so nemmeno perché l’abbia fatto, ad un certo punto le lacrime hanno semplicemente cominciato a uscire rigandomi le guance.
Mi ha abbracciata forte e mi sono sentita protetta, al sicuro. Sapevo non mi avrebbe giudicata.
La leggerezza e regolarità con cui mi accarezzava la schiena mi ha subito calmata e appena il mio respiro è tornato normale mi sono staccata da lui ringraziandolo della comprensione dimostratami e il suo accenno al cibo mi ha fatto tornare il sorriso.
Finita colazione dobbiamo andare in Istituto e la paura che tutta questa complicità creatasi tra di noi possa sparire mi assale.
Siamo a bordo della sua bimba. Mi ha accompagnata un attimo a casa per cambiarmi intimandomi di fare veloce ed ora manca poco al nostro arrivo in Istituto.
“Tutto bene?” la sua voce irrompe nei miei pensieri riscuotendomi.
Preferirei evitare di parlargli delle mie paure attuali: che la complicità creatasi tra di noi possa svanire non appena varcheremo la soglia dell’Istituto, che torni il solito stronzo.
“Non è niente” minimizzo.
Da come mi guarda capisco che non mi crede. Ha un sopracciglio alzato e continua a tenere i suoi occhi su di me.
“Alice… sei una pessima bugiarda. Cosa ti preoccupa?” ma perché mi sgamano subito tutti? Ok che per lui ormai sono come un libro aperto però… a volte vorrei davvero non gli fosse così facile leggermi dentro.
“Non ha importanza. Davvero.” Abbasso il mento in modo da impedirgli di guardarmi in volto.
Fa un sospiro prima di rispondere e le sue parole, nonostante sappia essere sincere, mi colpiscono profondamente.
“Va bene… se vorrai parlarne sono qui” non ne dubito un solo istante. Lui c’è sempre quando ne ho bisogno.
“Allora, ‘sta sera cosa ti andrebbe fare? Pensavo di uscire a farci un giro da qualche parte. Qualcosa di diverso dal solito diciamo” accetto volentieri il cambio argomento anche se repentino.
“Ho visto che qua vicino c’è un circuito di kart aperto a tutti. Ti andrebbe di fare un giro? Magari se riesci a battermi posso prendere in considerazione di farti provare la mia bimba” cosa, cosa, cosa? Ho sentito bene?
Mi volto di scatto a guardarlo sconvolta.
“Claudio… non è che ti è venuta la febbre?” lo prendo in giro.
“Sono solo molto, molto, molto sicuro di vincere” dice come nulla fosse.
Non fosse che oggi vorrei uscire con Silvia accetterei di corsa solo per avere la possibilità di batterlo e vedere poi la sua faccia quando dovrà cedermi le chiavi del suo gioiellino, ma…
“Oggi non posso, devo uscire con Silvia… però domani… se non hai impegni”
“Affare fatto” credo stia già assaporando quella che lui crede una “vittoria certa”, la sua sicurezza è praticamente tangibile.
Parcheggia e scendiamo dall’auto.
“Ah, quasi dimenticavo. Quello che è successo ieri resterà tra noi chiaro?” non ha un tono minaccioso, più preoccupato, anche se avverto un po’ di divertimento nella sua voce.
“Non sia mai che ti rovini la reputazione dottor Conforti!” lo canzono allora.
“Ho una nomea da mantenere! Se sapessero che infondo sono una persona “normale” chissà cosa potrebbe succedere! Quindi, ora, ti togli quel sorrisino dalla faccia e fili al lavoro senza fiatare Sacrofano” gli faccio la linguaccia ed eseguo gli ordini.


Lara’s pov

Sono in ritardo! Sono già le 9.05 quando arrivo davanti all’Istituto. Mi blocco di colpo: Alice è appena scesa dalla macchina di Conforti. Il professore sembra piuttosto allegro e lo stesso vale per la mia amica. Sembra di vedere due amici per la pelle parlare. D’un tratto Alice inizia a correre su per la scalinata mentre Conforti resta indietro a guardarla per poi iniziare anche lui a salire i gradini. Cos’è successo tra quei due? E non intendo al congresso, quello lo so già praticamente per certo; com’è che sono arrivati assieme? Alice mi deve dei chiarimenti!
Inizio a correre per raggiungere l’ingresso e poi la stanza destinata agli specializzandi dove i miei compagni sono già alle loro postazioni a lavorare.
Mettendoci in tre sulla relazione a lavorare, ora siamo quasi riusciti a concluderla, mancano sole le ultime pagine e avremo finito.
“Buongiorno a tutti” saluto appena entrata. Ricambiano in coro.
“Forza ragazze! Ultimo giorno e poi basta relazione di Conforti” ha ragione, con oggi dovremmo riuscire a terminare. Un po’ prima del previsto, ergo, possiamo far finta di starci ancora lavorando per un paio di giorno e risparmiarci i lavori extra che la Boschi di sicuro ci affiderebbe altrimenti.


Claudio’s pov

Stiamo andando in Istituto, manca poco ormai. Alice ha un’aria preoccupata ed ho il presentimento di conoscerne la causa: la stessa che tormenta me.
Per quanto vorrei, in Istituto non potremo comportarci come abbiamo fatto in queste ultime due sere, non potrò comportarmi in modo affettuoso nei suoi confronti, non potrò fare nulla di tutto ciò che vorrei. Dovrò comportarmi come sempre e temo che questo possa spezzare il rapporto che si sta creando tra di noi.
Quando le chiedo il motivo di quel volto scuro lei non me lo dice; sa che riesco a capire quando mi mente, oltre al fatto che è negata, e nasconde il viso per impedirmi di incrociare i suoi occhi e farla cedere; così sono costretto a lasciar cadere il discorso.
Improvvisamente mi ricordo di quel circuito per kart aperto al pubblico e mi viene un’idea: le propongo di andarci questa sera insieme per divertirci con qualcosa di diverso dal comune, aggiungendo a mio rischio e pericolo un piccolo incentivo. Ho messo in palio l’incolumità della mia bimba. Le probabilità che lei vinca sono praticamente inesistenti quindi… il rischio è accettabile.
Quando mi dice che questa sera sarebbe stata impegnata la sensazione che provo è di forte delusione, speravo davvero di poter trascorrere la serata con lei, anche se il fatto che la trascorra con la sua amica mi rassicura un po’. Prego con tutto il cuore non vadano in giro per bar in compagnia dei colleghi di Silvia. Non potrei sopportare di vedere Alice circondata da altri ragazzi! Non che non mi fidi di lei, in questo caso (se si trattasse di Arthur il discorso cambierebbe), solo non mi fido di loro!
Il programma viene spostato a domani. Dovrò trovare qualcosa da fare questa sera senza di lei. Andare per locali a fare conquiste lo escudo subito. Alla fine, opto per lavorare, almeno distrarrò i miei pensieri da cosa starà facendo in quel momento la mia allieva.
Arrivati, scendiamo e prima di lasciarla andare le intimo di non far parola con nessuno del mio lato “umano”. È l’unica a cui mi sia sentito di mostrarla dopo tanto tempo, da quando sono ragazzino. Nemmeno Beatrice ha mai visto questo lato di me e nessun altro dovrà conoscerlo.
Vado subito nel mio studio. La prima cosa che faccio è controllare a che punto sono quei tre con la relazione. I file vengono sempre tutti messi in una cartella condivisa tra i computer dell’Istituto, così posso monitorare i loro progressi.
Noto con piacere che sono alla conclusione. La leggerò con calma domani.
Passo la mattina sulle scartoffie ed eccetto per l’obbligatoria pausa caffè, non esco dallo studio fino ad ora di pranzo. Odio la parte burocratica di questo mestiere!
Non vedo Alice da poche ore e già ne sento la mancanza. Fortunatamente, più tardi, dovremo andare da Calligaris: ci ha convocati per discutere del caso che stiamo seguendo. Roberto ha già messo in chiaro che vuole soprattutto conoscere il parere di Alice. Questa cosa mi infastidisce non poco: c’è qualcuno qui in grado di capire la pericolosità della situazione? Non voglio che Alice si metta in pericolo. Cosa che accadrà di sicuro se continua ad immischiarsi in questo modo, facendo le sue indagini parallele e tutto il resto!
La mia presenza non è necessaria in commissariato, ciononostante, andò e per quanto potrà risultarmi difficile, impedirò ad Alice di intromettersi. Intuizioni ok, indagini no.

L'allieva - Scelte che cambiano la vitaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora