☆═━┈twenty six┈━═☆

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xxvi.
impossible

Millie

No, no, non è possibile.
Erano quelle le parole che mi ero ripetuta durante il breve tragitto verso casa, percorso a passo svelto e tremante nella gelida sera. E avevo continuato a ripetermelo tutta la notte; era quella la causa delle scavate occhiaie violacee che risaltavano, quella mattina, sul mio volto stanco.

Perché la verità era che, per quanto ci avessi provato, quella tarda sera non avevo chiuso occhio; avevo passato la nottata girandomi e rigirandomi nel letto, tormentata da un solo pensiero. Il suo.

Perché per quanto cercassi di togliermi le sue parole, il suo odore e il suo sorriso dalla testa i miei tentativi risultavano vani; la sua immagine era una costante fissa nella mia mente confusa, da quella sera.

Perché lo guardavo con occhi così diversi, cosa aveva fatto di speciale, cosa ci era successo?
No, no, non è possibile, continuai a ripetermi mentre mi dirigevo verso l'ingresso della scuola, stringendo un paio di libri tra le mani.

E, come al solito, fu Lilia ad incontrare per prima il mio sguardo, quella mattina:
«Hai proprio una brutta cera!» fu il suo buongiorno; sospirai.

«Lo so. Non ho dormito bene.» risposi distrattamente, parole interrotte da uno sbadiglio contagioso.
Quella sonnolenza non durò a lungo, poiché bastò un'immagine a farmi strabuzzare gli occhi; lo sguardo di una ragazza piuttosto familiare inciampò sul mio, e mi ci vollero un paio di secondi per realizzare chi fosse.

«Millie!» mi venne incontro sorridente, e, una volta focalizzato il suo volto, per poco non mi prese un colpo:

«Oh- Iris?» esclamai sbigottita. Era davvero lei, quella ragazza adesso socievole e spontanea?
La mia sorpresa sarebbe stata sicuramente giustificata: chi l'avrebbe mai detto che sotto a tutto quel trucco e a quei completini aderenti si nascondesse una tale finezza?

«Millie, io... io so che eri con Finn ieri sera.» era seria; deglutii, pronta ad un'altra discussione, quando la biondina riaprì bocca:

«Ma sai cosa c'è?» parlò in una domanda retorica, le sue iridi verdognole, quella mattina più luminose, fisse nelle mie.

«Finalmente ho capito che il mio comportamento non mi ha mai resa migliore degli altri.
E so che questo non rimedierà a tutti i miei errori, ma io... beh, si...» prese un sospiro;
«Io volevo scusarmi, anzi, ringraziarti. Se ci ho riflettuto è grazie a te.» accennò ad un sorriso, finalmente libera da un grosso peso. Era riuscita a pronunciare quelle parole e dal suo sguardo traspariva sincerità; le credetti, accennando ad un lieve riso.

«Beh, sicuramente questo non rimedierà ai tuoi errori» affermai, «Ma sono felice del fatto che tu sia cresciuta.»

Iris mi sorrise con occhi carichi di speranza, quando la sua attenzione fu attirata dalla falsa tosse di Lilia; era rimasta accanto a me tutto quel tempo, e adesso la guardava in cagnesco.

«Oh...Lilia...» disse lei con tono di rimorso, per poi, incrociando le mani dietro la schiena, avvicinarsi alla vivace biondina.

«Quello che ti ho fatto è stato orribile. So che non riuscirai a perdonarmi, ma...» questa volta, sotto lo sguardo indispettito di Lilia, lasciò scivolare le braccia lungo i fianchi.
«Ti prego, accetta il mio invito a cena stasera. Ci saranno anche Caeli e Briana.»

L'espressione turbata di Lilia sembrò svanire in un sorriso:
«Briana? Quella Briana?» esclamò, saltellando.

«Chi è Briana?» non avrei dovuto fare quella domanda, perché in una frazione di secondo mi ritrovai stretta tra le mani di Lilia, che mi agitava esclamando:
«É una youtuber di questa città! Io la amo!» scandì attentamente l'ultima parola, per poi liberarmi dalle sue grinfie e saltare tra le braccia di Iris, che per poco non cadde:

«Ti adoro!» esclamò, e la biondina dagli occhi verdognoli sorrise.

«É il minimo.» disse, e quando Lilia si allontanò anche da lei la campanella risuonò nei corridoi ed arrivò violenta alle nostre orecchie.

«Millie, vuoi venire anche tu?» riuscì a malapena a chiedere Iris, sovrastata dal fracasso degli studenti correre in classe.

Non esitai; automaticamente, feci cenno di no con la testa.
Perché avevo rifiutato ad una tale occasione?
Beh, in cuor mio conoscevo la risposta, ma non l'avrei ammesso nemmeno sotto tortura. Non avrei mai ammesso che quella sera avrei preferito mille volte ammirare il cielo, le stelle, e i suoi ricci corvini... i suoi ricci corvini?

Lilia mi trascinò lungo il corridoio, con fare pettegolo. Aveva appena salutato Iris con un cenno della mano, e se ci eravamo allontanate da lei non poteva essere che per una domanda personale.

«Ieri sera eri con Finn?»

where the lanters end up [fillie] Where stories live. Discover now