Karma-kun!!

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Oggi sto molto male.
Sono sdraiato sul letto con la febbre, quando sento suonare alla porta.
Nonostante il mal di testa vado a controllare e mi trovo davanti Nagisa.
<Ciao> mi fa lui.
Gli rispondo e lo faccio accomodare in casa. Lui si scusa per l'irruzione e mi dice che voleva sapere come stessi.
È un pensiero carino da parte sua; dopo averlo preso in giro, l'altro giorno, non mi sarei aspettato di vederlo qui.
Vorrei portargli da bere ma mi gira un po' la testa e sento le sue parole come ovattate.
<Karma-kun, ti senti male?>
<No, sto bene, davvero. Preferirei sdraiarmi però, ti spiace se ci spostiamo in camera mia? >
Nagisa esita un momento poi mi fa cenno di sì.
Saliamo le scale e appena entro in stanza mi butto sul letto.

Lo vedo entrare nella stanza, subito dopo di me, il rumore dei suoi passi viene attutito dal morbido tappeto che ricopre parte della stanza.
Si avvicina timidamente al letto camminando rasente alla parete sinistra.
In un momento così dovevo proprio avere questa febbre ! Ma in un momento così come...? Inizio già non capite i miei stessi pensieri!

<Karma... Non mi sembri stare bene, vado a prenderti qualcosa fresco da mettere sulla fronte.>
Dopo qualche minuto torna con uno straccio bagnato e si avvicina, sento il suo respiro in faccia.
Ora che la mia fronte viene raffreddata dalla stoffa zuppa d'acqua, mi rendo conto che anche tutto il resto del mio corpo sta bruciando e non so più se a causa della mia febbre o di qualcos'altro.

Nagisa non si muove, resta a pochi centimetri dal mio corpo, dal mio viso, nella stessa posizione che ha assunto per mettermi lo straccio fresco sulla fronte.
È troppo vicino, non capisco, scosa mi sta succedendo?
Sto vivendo come in un sogno, tutti i suoni sembrano essere meno chiari, mentre le mie sensazioni sono più intense e irruenti.

Appena vedo che sta per spostarsi, la mia mano si muove da sola e si aggrappa alla sua maglia.

<Karma-kun... > sento la sua voce tremante, devo sicuramente fargli pena, mi sono sempre mostrato forte e ora invece a causa della febbre mi tengo a lui come una barca alla sua ancora, durante una tempesta.
E questa tempesta cresce e si confonde con la febbre, ma non è solo quella, vero?

Nagisa cerca di alzarsi, voglio lasciarlo libero, vorrei che se ne andasse, ma il braccio non mi ascolta, la mano stringe più forte la sua maglietta e lo avvicina a me ancora di più.

Ormai i nostri corpi si sfiorano e i respiri si mescolano. Lui mi guarda con degli occhi indecifrabili e allora non riesco più a vedere nient'altro che quelli. La stanza si confonde nello sfondo mentre i suoi occhi si fanno sempre più vicini.
Ora sfiora con le sue labbra, le mie;
Non ti fermare, ti prego!

Chiude gli occhi e mi bacia. Preme la sua bocca e tutto il suo corpo contro di me. Lo sento tremare, non resisto, sento un calore bollente diffondersi dai punti in cui i nostri corpi si toccano o si sfiorano.
Scihiudo le labbra e ricambio il suo bacio, trasformandolo in uno più profondo e meno casto.

Cosa mi succede? Sto baciando Nagisa, un ragazzo, il mio amico...
La testa mi dice di fermarmi, ma è come un grido d'avviso in mezzo a un mare in tempesta.
È soffocato dalle urla del vento e dal rumore delle onde di questo mare bollente ch'è il nostro bacio.

Entrambi ci stacchiamo dall'altro con un grande respiro. L'aria entra finalmente nei miei polmoni, l'ossigeno è portato dal sangue fino al cervello. Ma continuo a non capire.
O forse so già la risposta, ma non voglio ammetterlo.
Perché?

<Perché...?>

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