Chapter 33: Broken Hearts Club

578 70 37
                                    

Aurora

La società odierna si basa su delle scelte. È attraverso esse che intraprendiamo la nostra evoluzione personale. Scelte di qualunque tipo. Scelte che andranno a modificare la successione degli eventi.

Io sono sempre stata la seconda, di scelta. Per qualsiasi cosa: amicizia, amore. Sono stata trattata come ruota di scorta per metà della mia vita.
La compagnia sulla quale ripiegare se proprio non si vuole stare soli, la spalla su cui piangere senza pretese. Ho sempre creduto di essere accettata, che la mia presenza servisse a qualcuno, e qualcuno potesse notarla. E all'inizio mi andava bene, sapevo accontentarmi di quelle poche attenzioni che la gente mi riservava.

Ma prima o poi tutti noi arriviamo ad un punto di rottura. Chi prima, chi dopo... ci stanchiamo della realtà in cui siamo vissuti fino al momento in cui apriamo gli occhi e il mondo sembra crollarci addosso.
E provo le stesse sensazioni ora, quando la mano di Luke si divide dalla mia. Quando Michael scende dal palchetto con le lacrime agli occhi, lacrime che bagnano anche il mio volto. E tutti gli occhi dei presenti puntati addosso, risate, sussurri, borbottii.

E «Lasciami spiegare» prova a dire Luke. Ma io me ne sto già andando, dopo aver liberato il polso dalla sua stretta, mi faccio largo tra le persone che si allontanano come avessero paura che sia una bomba pronta per esplodere da un momento all'altro. Ignoro il trucco colato fino al mento e non capisco se sto piangendo per colpa del mascara finito negli occhi.
E mi chiedo perchè, per una cosa stupida come l'amore, si è disposti a soffrire così tanto. Perchè dedicare tutti se stessi a dare amore, e accontentarsi degli avanzi che riescono a passarci gli altri?
Sarebbe molto più semplice smettere di provare emozioni. Qualsiasi emozione. Buttarsi da un palazzo e mettere tutto in stand-by. Liberarsi di ogni rancore, ogni sconforto.

Eppure i poeti continuano a scriverci poesie, i cantanti a comporre canzoni, gli scrittori pubbliano i libri e i pittori ci dipingono quadri. E allora mi chiedo se sia normale, sentire questo.
Come se mi fossi davvero buttata da quel palazzo, quella sera del trentuno dicembre. E se questo non sia solo un brutto sogno. Una sequenza di scene che sto guardando a un passo dalla morte. Nell'esatta frazione di secondo nel quale mi scontro con il cemento, io non sono davvero qui. Sono caduta da metri e metri d'altezza e questo è qualcosa di fittizio.
Ho solo una fervida immaginazione.

Ma la voce di Calum Hood mi richiama, ed è reale, lo sento. Lo sguardo triste di qualcuno che si sente in colpa per qualcosa di inesistente, il respiro affiatato e le labbra schiuse pronte a espirare parole che, peró, non escono mai. Si limita ad avvicinarsi a me e stringermi in un abbraccio, come se fino ad alcuni mesi fa non piangessi perchè lui stesso si era comportato da stronzo. Peró è reale. Lui è reale, il suo odore di erba e colonia maschile è reale, io sono reale.
Lascio scivolare via il rancore insieme alle lacrime, lo sento solcarmi la guancia e sparire oltre la mandibola mentre chiudo gli occhi, lasciandomi dondolare come se mi stesse cantando una ninna nanna.  Andare in stand-by e restare ancora sveglia. A questo aspiravo.

Mi sento come se fossi a bordo di una scialuppa. Sola, al freddo, circondata dall'oceano. Non c'è nessuno con cui piangere, nessuno con cui parlare davvero. Solo acqua. Che non posso bere.
Avere sete ed essere circondati da distese infinite di acqua, è questo il problema. Siamo circondati da tutto ció che desideriamo più ardentemente, ma non lo possiamo toccare, non possiamo sfiorarlo o nutrircene.
E a un certo punto le speranze di toccare terra svaniscono. E quindi ci si butta in mare. E l'acqua ottura le orecchie fino a non far sentire più nulla.
E io desidero solo scivolare fino al fondo dell'oceano, non farmi più trovare, rimanere nel fondale marino fino a che la mia pelle, ormai viola, vada in decomposizione.
Fino a che la pace mi venga in contro con un sorriso accondiscende e la mano tesa. 

𝐂𝐎𝐔𝐍𝐓𝐃𝐎𝐖𝐍Where stories live. Discover now