Capitolo 2 parte 3

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Esito.
Cosa posso dirgli?
Che lo stavo stalkerando su internet?Stringo le mani per controllarne il tremolio. Cosa rischio, in fondo?
C:"Buonasera, professor Jones."
Davvero originale, Claire. Brava!
Fisso febbrilmente la finestra della chat.
I secondi passano, interminabili. E ancora niente...
Sebastian Jones: "Buonasera Claire. Ancora in piedi?"
Sobbalzo, felice di aver ricevuto una risposta.
Ma che mi prende? Sembro una ragazza ponpon di fronte a un quarterback.
Ho finito il liceo col massimo dei voti, varie lettere di raccomandazione e due ammissioni alle università più importanti.
C:"Eh no. Devo ammettere che la lettura delle sue imprese mi tiene sveglia!"
Me ne pento immediatamente.
Ora è certo, sto facendo la figura della groupie immatura.
Fra poco gli chiederò il segno zodiacale...
Di nuovo, secondi interminabili senza risposta.
Sebastian Jones: "Perdi il sonno per fare ricerche su di me? Non so se dovrei sentirmi lusingato o in colpa..."
Divento rossa come un peperone. Devo risolverla!
C:"Mi scusi, non volevo darle l'impressione di volerla spiare..."
Stavolta la risposta non si fa attendere.
Sebastian Jones: "Ah, le gioie dell'internet! Scusa, avrei dovuto mettere un'emoticon! Scherzavo!"
Sorrido... come un'idiota.
Tanto per cambiare.
Sebastian Jones: "Fin dove sei risalita, tra le mie imprese? ;)"
L'occhiolino virtuale fa il suo effetto.
Questa improvvisa complicità mi dà i brividi.
Il nostro incontro in biblioteca mi ha fatto passare al lato oscuro.
E, per quanto stia lottando per non crollare, devo ammettere che è dura.
Ma riuscire a discutere senza lasciarsi disarmare dal suo magnetismo animale è assolutamente esaltante.
C:"Gli scavi al Cairo nel 2010."
Sebastian Jones: "Oh, ne ho un grandissimo ricordo! Uno dei miei primi scavi. Mancavo ancora d'esperienza, all'epoca.La scoperta di quella tomba fu un gran colpo di fortuna."
Come resistere? È incredibilmente umile.
Il sito in questione conteneva la sepoltura della seconda moglie di un faraone, oltre a tutto ciò che possedeva.
La conversazione prosegue senza alcuno sforzo.
Né lui né io sembriamo volerci fermare.
Ed è con le dita ancora incollate alla tastiera che mi addormento a poco a poco, a un'ora molto tarda.
Mi sveglio la mattina dopo con la sensazione di un bacio sulle labbra.
Certo, quando mi sveglio completamente mi ritrovo da sola nella mia stanza.
Il sole penetra attraverso le tende.
Un'occhiata alla sveglia, per poi saltare giù dal letto.
Arriverò in ritardo!Sorrido stupidamente. Sarò in ritardo, ma ho dormito bene.
Questa mattina non sembro uno zombie. Al contrario, ho un bell'aspetto... Grazie a chi?
Mi infilo l'uniforme e lascio il maniero senza incrociare nessuno.
Questo mi aiuterà a non arrivare ancora più in ritardo.
Una volta al campus, noto Sarah in compagnia di alcune amiche.
Sta ridendo a crepapelle.Rimango in disparte.
Non voglio fare la prima mossa.
Sarah sembra parecchio assorta da quello che le viene detto.
Non credo mi abbia vista.
Un po' delusa, distolgo lo sguardo.
Entro in aula e cerco un posto a sedere.
Mi siedo di fronte. Ho proprio voglia di essere in prima fila, stamattina!Improvvisamente, qualcuno mi stringe il braccio.
Incontro lo sguardo abbattuto di Sarah. Sembra davvero dispiaciuta. Sento la rabbia sciogliersi come neve al sole.
Sarah: "Ciao, Claire."
Ha la voce roca e le guance rosse dall'emozione.
Sarah: "Volevo scusarmi per ieri. Ho nuovamente esagerato, e mi dispiace."
La lascio cuocere un po'.
Qualcosa mi spinge a non perdonarla subito. Deve rendersi conto delle conseguenze delle sue azioni.
C:"Sì, ci sono rimasta un po' male..."
Sarah: "Sai, è complicato per me. Le Osborne e i Bartholy si odiano da secoli..."
Ci fissiamo per qualche secondo, poi sosto la borsa per lasciarla sedere al mio fianco.
Il sorriso di Sarah illumina l'anfiteatro. Ho la sensazione di averle levato un peso.
Mi rendo conto che, nonostante la sua popolarità, anch'io Sono la sua unica vera amica.
Sebastian Jones: "Buongiorno a tutti!Spero che siate in forma stamattina e non siate rimasti in piedi fino a tardi!"
Il professor Jones è a malapena entrato in aula e già arrossisco furiosamente.
Ho la sensazione che questa battuta sia rivolta proprio a me. Sollevo lentamente la testa e incontro il suo sguardo malizioso.
Ok, sì, era proprio per me!
Sarah mi dà una gomitata.
Sarah: "Hey, credevo che le occhiateinfuocate al bel Sebastian fossero finite."
C:"Smettila, lo sto guardando normalmente..."
Sarah si volta a guardarmi con espressione maliziosa.
Sarah: "Sì, in effetti hai un'ariatotalmente innocente!"
Divento rossa.
Che imbarazzo! E se l'avesse notato anche il professore? Dovrò solo travestirmi per seguire le sue lezioni. O peggio ancora,disiscrivermi completamente!Cerco di concentrarmi sulla lezione, ma gli angoli della mia bocca continuano asollevarsi indipendentemente dalla mia volontà.
Il professor Jones non sembra aver notato nulla. Continua a spiegare conentusiasmo la sua lezione.
Sebastian Jones: "Ecco perché lenuove tecnologie sono fondamentali, anche nel campo dell'archeologia. Oggi,grazie ai droni, siamo in grado di effettuare ricerche preliminari, prima dilanciare una spedizione. Possiamo definire le zone di rischio e quelle che, al contrario, cipermetteranno di farci strada verso i punti strategici."
Scrivo senza fermarmi.
Mi costringo a non guardarlo. Tengo il naso incollato al quaderno, nascondendomi dietro i capelli. È ridicolo, ma almeno così riuscirò a seguire senza troppi problemi.
A fine lezione, raccolgo i miei fogli mentre Sarah si precipita al suo corso didanza.
Sebastian Jones: "Signorina Evans.Le posso parlare?"
Mi blocco. Siamo rimasti soli, tutti gli altri studenti se ne sono già andati.
Sebastian Jones:"Probabilmente trasgredisco tutte le regole dell'università, ma vorrei che venissi a casa mia,stasera, dopo le lezioni. Il tuo impegno durante il mio corso mi fa davveropiacere, e vorrei mostrarti alcuni vecchi oggetti che sono sicuro tipiaceranno."
Esito.
Se Samantha venisse a saperlo, non me la farebbe passare liscia!
C:"Ehm, non so se..."
Il Professor Jones attende appena la mia risposta, per poi darmi un foglietto Con il suo indirizzo.
Il contatto mi elettrizza.
Esco dall'aula in uno stato subumano...
~continua~
Una volta al maniero, mi precipito in salone alla ricerca di Nicolae.
Lo trovo sul divano, immerso nella lettura di un grosso romanzo.
È grandioso!
Non smette mai di imparare...
In effetti, potrebbe aver conosciuto grandi uomini: scrittori, scienziati, esploratori...
Prima che abbia il tempo di aprir bocca, solleva uno sguardo sorpreso verso di me.
Nicolae: "Stai bene, Claire? Sembri senza fiato!"
C:"Sì, sì, va tutto bene. Grazie. Volevo solo avvisarti che stasera uscirò."
Nicolae cambia posizione, per potermi guardare bene in faccia.
(Oh no, mi passerà di nuovo ai raggi X!)
Nicolae: "Grazie per avermi avvisato. Posso sapere dove ti recherai?"
Rispondo educatamente.
Nicolae è sempre in ansia.
Se sarò onesta con lui, riuscirò a tranquillizzarlo.
C:"Sono stata invitata a casa di un amico. Non preoccuparti, non rientrerò tardi."
L'espressione di Nicolae si incupisce.
Per un attimo, temo voglia impedirmi di uscire.
(Che ci provi pure!)
Ma, per fortuna, finisce per cambiare idea e mi sorride.
Nicolae: "Non sei prigioniera in questa casa, Claire. Puoi andare dove preferisci. Cerca solo di essere prudente."
C:"Conta su di me!"
Giro sui tacchi in tutta fretta, per paura che cambi idea.
Salgo le scale ed entro nella mia stanza, dove mi infilo una camicetta bianca e dei jeans grigi.
Apro la porta del bagno e tiro fuori dall'armadietto tutti i miei cosmetici. Rimango naturale.
Un po' di mascara, un gloss leggero.
Nulla che non sia io.
Lorie: "Che stai facendo?"
Sussulto e sbatto la testa contro il bordo del lavandino.
(Ecco a voi l'imperatrice di tutti i piccoli vampiri tiranni).
C:"Maledizione, Lorie! Per l'ennesima volta, bussa prima di entrare!"
La piccola si acciglia. Ovviamente.
Lorie: "Dove stai andando? Dovevi giocare con me, stasera! Non ci sei mai, sono stufa! Vado a dirlo a Nicolae!"
Sarà estenuante, ma è pur sempre una bambina ancora incapace di gestire le frustrazioni.
C:"È il mio giorno libero, Lorie. Credimi, ne ho davvero bisogno. Giocherò con te domani."
Lorie mi guarda di traverso, sogghignando.
Lorie: "È per il tuo fidanzato che ti stai facendo bella?"
La sua domanda mi prende talmente alla sprovvista che per poco non mi cavo l'occhio col pennello del mascara.
C:"Non ho un fidanzato, Lorie. E comunque non sono affari tuoi!"
Lorie: "Comunque non so chi potrebbe volerti. Non sei divertente, e neanche tanto bella."
(Dovrebbe diventare una life coach).
C:"Dimmi, non hai qualche giocattolo da torturare?"
Lorie: "No, preferisco guardarti mentre ti pitturi la faccia. Diventi sempre peggio."
Con il ruggito di un animale selvaggio, mi precipito su di lei con occhi fiammeggianti.
Grida e corre fuori dalla stanza.
Grazie a Dio!
Chiudo a chiave la porta.
Finalmente un po' di pace!
Tuttavia, la sua domanda mi perseguita, soprattutto perché non ho davvero una risposta.
Perché sto facendo tutti questi sforzi?
È un po' ridicolo prepararsi in questo modo per andare a far visita a un insegnante...
Questo è un semplice incontro... no?
Una volta finito, mi do un'ultima occhiata allo specchio.
Dovrebbe andare.
Respiro profondamente, cercando di liberare la mente.
Mi emoziono.
È qualcosa di più, comunque.
Non è solo un appuntamento a casa sua! Mi sta facendo entrare nella sua intimità. Stringo il bordo del lavandino e la tensione inizia a calare.
Afferro la borsa ed esco dalla mia stanza. Auguro un 'buona serata' e abbandono il maniero.
La notte è fresca.
Mi stringo addosso la giacca.
Vado a piedi.
Un po' di aria fresca mi farà bene, e poi adoro camminare.
Forse è per questo che non sopporto i tacchi alti?
Sembro sempre una bambola disarticolata, quando li indosso.
Stasera c'è un'atmosfera particolare, ma probabilmente è l'emozione a darmi questa impressione.Improvvisamente, sento il rumore di un battito d'ali.
È la mia civetta!
C:"Ciao, Edvige. Qual buon vento?"
La civetta stride allegramente.
Sembra molto meno agitata dell'ultima volta.
Ero preoccupata per lei.
Vederla mi dà coraggio.
È un po' il mio spirito animale, sempre pronta a indicarmi il cammino.
Si risistema le candide piume e poi, dopo un ultimo saluto, vola in alto nel cielo stellato.
La mia tensione aumenta di una tacca mentre mi avvicino alla casa del professor Jones.
Ho cercato l'esatta localizzazione su internet e imparato la strada a memoria, come a prepararmi per una spedizione...
Il mio intero corpo formicola.
Sento che il mio potere sta cercando di liberarsi.
Lo stress e le emozioni forti sono un innesco potente.
Dovrò cercare di non far volare via gli oggetti preziosi del professor Jones!Percorro un viale alberato, senza che alcun suono arrivi dal sottobosco.
Finalmente arrivo di fronte a un portone in ferro, abbastanza simile a quello dei Bartholy, ma meno imponente.
Tendo la mano verso il citofono.
Sono sicura di me.
Mi sento a mio agio con il mio aspetto e sono certa che la serata si rivelerà molto interessante.
Ancora prima che abbia il tempo di suonare, il portone si apre cigolando.
Credo che il professor Jones mi stesse osservando.
Avanzo con sicurezza, mentre i miei passi risuonano sulla ghiaia del vialetto.
La casa del professor Jones non somiglia a uno di quei cubi moderni che abbondano oggigiorno.
È un edificio in pietra, con una grande vetrata sul davanti.
Mentre mi avvicino, scorgo una sagoma scura nascosta dietro una delle tende.
Il mio respiro accelera e, improvvisamente, mi sento senza fiato. Ho percorso solo qualche metro.
Arrivata alla porta, busso timidamente. Il cuore mi batte all'impazzata.
Appena qualche secondo più tardi, la porta si apre sull'oggetto delle mie fantasie.
Gli sorrido.
~continua~
C:"Buonasera, professore!"
Sebastian Jones: "Claire, sono contento che tu sia potuta venire! Entra."
Mi rivolge un sorriso raggiante, come se fosse realmente felice della mia presenza.
Sono contenta.
Forse attendeva la serata con la mia stessa impazienza.
Mi fa segno di dirigermi sulla destra.
Obbedisco, non senza approfittarne per osservarlo più a lungo del solito.
La sua uniforme da insegnante gli conferisce un aspetto sexy, ma inaccessibile.
Qui mi trovo di fronte a un uomo, un uomo assolutamente stupendo.Indossa una maglietta bianca, strappata al collo, una giacca da boscaiolo e dei jeans in denim grezzo.
Una cintura di pelle completa il tutto. Questa tenuta resterebbe anonima addosso a chiunque, ma su di lui... È al limite della decenza.
(Non ripensare al tuo bagno, Sheila...)
Faccio fatica a concentrarmi.
Se mi offrisse da bere, rifiuterei.
Mi basta un bicchiere per diventare brilla.
Sebastian Jones: "Claire?"
C:"Sì... scusi?"
Mi fa l'occhiolino e io cerco di rimanere impassibile (invano).
Penso mi abbia beccata a fissarlo.
Sebastian Jones: "Ti ho chiesto se preferisci tè o caffè. Se ci trovassimo in un altro contesto, ti offrirei una birra, ma... temo non sarebbe una buona idea..."
In effetti!
C:"Un tè sarebbe perfetto, grazie."
Svanisce per andare a preparare la bevanda, mentre io guardo un po' in giro per la stanza.
Somiglia molto al suo ufficio: una confusione accogliente.
Accarezzo, meravigliata, il plaid colorato che ricopre il divano.
Sebastian Jones: "Ti piace? L'ho acquistato da una donna peruviana che l'ha tessuto a mano."
C:" È magnifico. E anche questa brocca di terracotta."
Sebastian Jones: "Quella viene dall'Africa del sud, ma è una copia. L'originale si trova al museo di Mystery Spell."
C:"Avrebbe dovuto dare la riproduzione. Non se ne sarebbe accorto nessuno!"
Scoppia in una fragorosa risata che mi colpisce in pieno petto.
Non l'avevo mai sentito ridere apertamente.
È assolutamente irresistibile.
Sebastian Jones: "Non ho riempito da solo il museo, sai? Ci sono altri archeologi attivi nel mondo."
Rido con lui.
In questo momento sono così felice che riderei anche di fronte al finale de 'La vita è bella'.
Il suo sguardo su di me è inquietante, quasi tenero.
Mi affretto a indicare un totem in legno intagliato, incastonato in un angolo.
C:"Non mi dica niente... Lei è nato tra il 19 Febbraio e il 20 Marzo!"
Il professor Jones sembra sbalordito.
Mi osserva con occhi spalancati.
(Ah! È il mio turno di lasciarla a bocca aperta, professore!)
Sebastian Jones: "E dove hai ottenuto questa informazione?"
C:"Questa scultura rappresenta un lupo. Nell'astrologia nativa americana, le persone che hanno come totem un lupo sono nate in quel periodo."
Il professor Jones applaude con aria ironica.
Sebastian Jones: "Ma brava, vedo che sei ben documentata! Sono nato il 23 Febbraio, se vuoi sapere tutto!"
Si siede accanto a me e mi offre una tazza di tè fumante e profumato.
Nel farlo, il suo ginocchio sfiora la mia gamba.
Rabbrividisco di colpo.
Sebastian Jones: "Ho effettivamente viaggiato nel Canada del nord, dove ho conosciuto i discendenti di una tribù di nativi. Le loro condizioni di vita sono ben lontane da quelle dei loro antenati."
Il suo volto si incupisce di colpo, ma si riprende in fretta.
Sebastian Jones: "E tu? Dimmi, che paese vorresti visitare?"
Mi posa una mano sul braccio.
Il calore che si espande nel mio ventre non ha nulla a che vedere con il fuoco scoppiettante del caminetto.
C:"Mi... mi piacerebbe scoprire l'America Latina. È un continente che mi affascina fin da bambina. In realtà, ho la passione per gli Incas. La loro civiltà, il loro modo di vivere, il loro habitat... Sogno di andare in Perù o in Colombia, per scoprirne di più."
Sebastian Jones: "Hai ragione. Ho avuto l'opportunità di andare in Perù diverse volte, ed è davvero un paese magnifico."
C:"Ne sono certa ma, da sola, non avrei mai il coraggio di partire. Per questo non ci sono ancora mai stata."
Sebastian Jones: "Ti capisco. Ho fatto la maggior parte dei miei viaggi da solo, ma riconosco che a volte può essere pesante."
Vorrei tanto andare con lui.
Da quando l'ho incontrato, muoio dalla voglia di seguirlo in tutti i suoi viaggi. Imparerei tantissimo.
C:"Hai fatto molte ricerche nell'America del nord?"
Sebastian Jones: "Ho viaggiato un po' dappertutto. A mio avviso, solo spostandosi si può conoscere il mondo. Ho già avuto la possibilità di andare più volte in Messico e nel Canada. Se non li conosci, ti consiglio questi paesi."
Durante tutte le sue spiegazioni, non ha mai spostato la mano dal mio braccio.
Sto facendo davvero fatica a concentrarmi.
Ne approfitto.
Amo questo contatto, e sarei una stupida a rifiutarlo.
Tanto vale approfittarne.
Dopotutto, non sto facendo nulla di male.
Adoro ascoltarlo parlare dei suoi viaggi. Mi sembra di condividere una connessione speciale.
Eppure, il fatto che lui sia l'insegnante, e io la sua allieva, non abbandona mai la mia mente.
Non è corretto.
Improvvisamente, noto un magnifico cristallo posato su un piedistallo.
Brilla di un insolito bagliore rossastro. Sarà l'ideale per ritrovare un contegno e cambiare argomento.
(Sono venuta qui perché mi mostrasse gli oggetti dei suoi viaggi, no?)
C:"Mi dica, professore. Da dove arriva quella pietra?"
Per la prima volta, gli vedo perdere un po' della sua sicurezza.
Sebastian Jones: "Oh, quel cristallo?"
Sembra davvero in imbarazzo.
Fiuto qualcosa di interessante.
Non gli metto fretta.
Rischio che si chiuda, se lo spingo troppo. Preferisco aspettare che decida da solo di dirmi di più.
Non voglio spezzare questa connessione tra noi.
Non so se sia la mia immaginazione a giocarmi qualche scherzo, ma sento le dita del professor Jones stringersi attorno al mio braccio.
Un brivido delizioso mi percorre la schiena.
I suoi occhi dorati si voltano verso di me, esaminandomi a lungo.
Riesco a leggere un misto di desiderio ed esitazione, come se temesse la mia reazione.
È strano.
Poi, senza dire una parola, si alza dal divano per andare a prendere il cristallo. Lo poggia con attenzione sulle mie ginocchia.
Sebastian Jones: "In realtà, non è il prodotto di uno scavo, ma un dono."
Sono incuriosita.
È davvero una meraviglia.
Non il genere di regalo che si fa a cuor leggero.
Chi sarà questa persona misteriosa che gli ha fatto un così bel regalo?
Sento lo sguardo bruciante del professor Jones sulla mia nuca.
Mi volto verso di lui e il mio cuore inizia di nuovo a battere come un pazzo.
Ha un leggero sorriso sulle labbra, come se si stesse preparando a fare una battuta.
Sebastian Jones: "Fu il capo di un villaggio africano a donarmelo, alla mia partenza. Si tratta di una pietra d'amore."
È intrigante.
Non ne avevo mai sentito parlare!
Ma, curiosa come sono, attendo che mi dica di più, anche se immagino già qualche storia assurda.
Sebastian Jones: "Ogni nuova coppia riceve un cristallo per la notte delle nozze e, secondo la leggenda, offre abbracci... indimenticabili... agli sposi."
Deglutisco con fatica.
Ho caldo, e non certo a causa del tè o del fuoco.
Il professor Jones si china lentamente verso di me.
Sorpresa dal suo gesto, sollevo la testa nello stesso momento.
Le sue labbra sensuali si trovano a pochi centimetri dalle mie.
Non resisto più, quando posa le sue mani calde e virili sulle mie dita.
Sebastian Jones: "Si dice che il piacere venga decuplicato, se l'uomo e la donna lo tengono insieme nelle loro mani, prima di..."
Sorrido.
Se non è un flirt questo, dovrò andare a rivedere i miei classici.
I suoi occhi fissano i miei, e riesco a leggerci una promessa.
Ma quale?
Sento le sue dita muoversi lentamente, finché non arrivano ad avvolgere le mie.
Questa carezza mi fa sciogliere sul posto. Sento le guance arrossire dall'emozione.
Resto immobile.
Accada quel che accada, voglio vedere fino a che punto può arrivare...
Il mio respiro si fa sempre più irregolare.
Il mio petto si solleva con sempre più difficoltà, a causa del contatto con i suoi bicipiti perfettamente scolpiti.
Ha la mascella contratta, proprio come l'altro pomeriggio in biblioteca.
Continua le sue carezze sulle mie mani, leggere come una piuma.
Devo raccogliere tutto il coraggio che mi resta per rompere l'incantesimo.
C:"Professore, la ringrazio per questa bella serata, ma devo tornare a casa. Si è fatto tardi!"
Purtroppo...Non ho alcuna voglia di andarmene, ma ho promesso a Nicolae che non sarei tornata tardi.
Non voglio che si preoccupi.
(Sì, esatto, Nicolae...)
Credo di leggere della delusione sul suo volto, ma si riprende in fretta.
Sebastian Jones: "Hai ragione, non ho notato il tempo passare. Potrei parlare dei miei viaggi in Perù per ore! Non posso credere che tu abbia visto tutti quei documentari su Iquitos e la giungla amazzonica..."
C:"Li adoro. Non avendo i soldi per partire, viaggio attraverso i documentari. E spesso sono anche molto istruttivi. Per esempio, non rischio di calpestare una rana freccia."
Il professor Jones scoppia a ridere.
Sebastian Jones: "In effetti, non te lo augurerei di certo! Non saresti più qui a parlarne, e la cosa mi dispiacerebbe parecchio..."
Faccio del mio meglio per non commentare quest'ultima osservazione, ma non posso fare a meno di arrossire fino alla punta dei capelli.
Mi accompagna alla porta e, con un gesto naturale e spontaneo, mi risistema il colletto della giacca.
Sebastian Jones: "Sei stata davvero gentile a passare. Non ho spesso occasione di condividere le mie esperienze con studenti tanto maturi e appassionati. Detto questo, sono impressionato. Sei riuscita a indovinare la mia data di nascita semplicemente guardando un totem! Per non parlare della tua acuta osservazione sull'acchiappasogni nel mio ufficio, l'altro giorno...Le leggende sembrano interessarti realmente. Spero avremo occasione di discuterne di nuovo."
Balbetto stupidamente, mentre lui mi apre gentilmente la porta.
Mi ritrovo sul suo portico, sconvolta e col viso in fiamme.
~continua~
Ho bisogno di un momento per riconnettere il cervello al mio corpo e costringere i piedi a darsi una mossa.  Rabbrividisco, meno per la brezza della sera e più per la conversazione col professor Jones.
Non so più cosa pensare.
Spero di rivederlo presto.
La nostra conversazione è stata appassionante.
È la prima volta che sono riuscita a parlare di questi argomenti con qualcuno.  Mi piacerebbe tanto poter condividere altri momenti così intensi in sua compagnia.
Non riesco più a riflettere in maniera coerente.
È come se il mio cuore mi stesse accecando.
(E da quando è il mio cuore a comandare, eh?)
Da quando mi sono avvicinata al professor Jones...
Mi arrendo all'evidenza.
Questa alchimia tra noi... non posso negarla né combatterla.
È troppo forte...
La notte è agitata, a differenza di quando sono arrivata a casa del professor Jones.  Sento distintamente i versi di diversi animali notturni.
Mi sento a mio agio.
L'oscurità non mi preoccupa. Al contrario, mi rasserena.
Si può dire che, in questo momento, ne abbia bisogno.
Il cielo cosparso di stelle brilla di una nuova luce, mentre la mezza luna illumina debolmente la mia strada.
Nessuna traccia della mia civetta. Peccato, la sua presenza agisce da balsamo calmante, sulla mia mente tormentata.
Più cammino, meno riesco a capire il comportamento del professor Jones.
Mi insegna un sacco di cose, si rende molto disponibile, ma sembra anche turbato dalla mia presenza.
E poi ci sono stati dei momenti davvero confusi, come quello in biblioteca, per esempio.
Alla fine, mi domando se non mi sia immaginata tutto...
Mi sento così sola.
È così.
Alla fine della fiera, non ho molti amici a Mystery Spell.
Può essere che abbia semplicemente mal interpretato la sua gentilezza nei miei confronti?
A meno che, non sia qualcosa di più ai suoi occhi.
Con lui, mi sento bene.
La mia timidezza svanisce, accanto a lui.  Mi piace parlare con lui, mi ispira.
Vive la vita dei miei sogni, e mi fa venir voglia di migliorarmi.
Ascoltandolo, sembra quasi che tutto sia possibile.
Bisogna solo provare.
Ci credo.
Le cose non accadono per caso.
Bisogna cercare la propria fortuna.
È quello che mia nonna mi ha sempre detto, e intendo ascoltarla.
Persa fra i miei pensieri, mi ritrovo di fronte alla porta del maniero senza sapere come ci sia arrivata.
Non sento alcun rumore.
Meglio così.
Visto lo stato in cui mi trovo, preferisco non imbattermi in nessuno...
Sapendo che i vampiri dormono appena, è nel mio miglior interesse non fare troppo rumore.
Non voglio imbattermi nell'ispettore Nicolae.
Salgo le scale ed entro nella mia stanza senza incontrare nessuno.
Fiù!
Il battito del mio cuore non vuole proprio calmarsi.
Mi butto sul letto completamente vestita e gemo, il naso contro il cuscino.
Il professor Jones mi ha parlato senza adattare il suo discorso, come se supponesse che possedessi l'intelligenza necessaria per capirlo.
Non ho percepito neanche una volta della condiscendenza.
Sembrava anche interessato a quello che avevo da dire.
Di solito sono riservata, ma lui mi ha incoraggiata a uscire dal mio bozzolo ed esprimermi liberamente.
Soprattutto sul fascino che provo per le leggende e i costumi degli altri paesi del mondo.
È grazie a persone come lui se le civiltà del passato non sono state dimenticate. Spero di avere l'occasione di seguire le sue orme, un giorno.
E, se continuerò a lavorare assiduamente, prima o poi ce la farò!
Cambio posizione e sospiro, lo sguardo rivolto al soffitto.
Se continua così, finirò per diventare dipendente da queste nostre conversazioni.
Il professor Jones tira fuori il meglio di me.  Le mie palpebre tremano, mentre il sonno si impadronisce pian piano di me.
Un senso di calore si diffonde per tutto il mio corpo.
Improvvisamente, una sagoma confusa si trasforma lentamente di fronte ai miei occhi.
Distinguo il volto dai tratti determinati e il corpo atletico del professorJones.
È a petto nudo, e tiene in mano il cristallo rubino.
Mi sorride con un'aria determinata che mi fa subito abbassare gli occhi.
Mi mordo il labbro inferiore, turbata da questa visione.
Che ci fa qui? Sto sognando!
È allora che sento delle parole fluttuare verso di me.
Sfortunatamente, sono così ovattate che mi irrigidisco dalla frustrazione.  Sebastian Jones: "Magia..."
Sorrido mio malgrado e cado in un sonno profondo, con la sensazione delle sue braccia muscolose attorno al mio corpo.  -Stamattina ho giusto il tempo di infilarmi l'uniforme e lavarmi i denti.
Non ho il tempo di truccarmi, quindi mi pizzico le guance per darmi un effetto di 'rossore naturale'.
Contemplando il mio riflesso trasandato allo specchio, impreco in tutte le lingue che conosco.
La mancanza di sonno inizia a farsi sentire.
Mi chiedo come riuscirò a sopravvivere per un intero anno scolastico.
Devo sforzarmi.
Sono un'adulta.
Devo stringere i denti e aspettare che la situazione migliori.
Dopotutto, l'anno non durerà in eterno. Sarò in grado di controllarmi e comportarmi da adulta, almeno per un anno!
Ho corso come una pazza per prendere l'autobus.
Mi ha lasciata di fronte all'università, madida di sudore e sul punto di svenire.  In questo momento, un viso amico mi farebbe decisamente bene.  All'improvviso, qualcuno mi dà una pacca sulla spalla.
???: "Hey, Claire! Non hai un bell'aspetto!"  Non mi faccio alcuno scrupolo a mostrare la mia delusione.
Loan...
Di solito non mi rivolge mai la parola.
Si limita a sogghignare, mentre la sua orribile ragazza mi salta addosso.
Ma oggi, stranamente, mi sembra di scorgere un nuovo barlume di interesse nei suoi occhi.
Lo ignoro.
Già non sopporto Samantha ma, con lui, è qualcosa di viscerale.
Gli do le spalle e mi dirigo verso l'edificio principale.
Loan: "Hey, aspetta!"
C:"Cosa vuoi da me, Loan? Non sono dell'umore!"
Prende un'aria innocente.
Loan: "Voglio solo aiutarti..."
Mi fermo e lo guardo dritto negli occhi.  C:"Non so di che parli! Finora ci saremo scambiati sì e no tre parole. E la cosa mi va benissimo! Lasciami in pace!"
Lo pianto lì e gioisco internamente nel leggere lo stupore sulla sua faccia da scemo.
Sono timida, certo, ma sono comunque capace di mandare la gente al diavolo.
Lo sento comunque gridare
Loan: "Non entrerei, fossi in te!"
Mi preoccupo.
Che vuol dire, esattamente?
Non mi piace...
I corridoi sono affollati, stamattina; sembra che l'intero campus abbia corsi allo stesso orario.
Mi metto in un angolo, per controllare di nuovo di non aver dimenticato nulla.  Diversi studenti mi passano accanto, e li sento sussurrare.
Credo di riconoscere il mio nome, ma non ci presto troppa attenzione.
Cavolo, ho dimenticato il libro di Letteratura!
Spero che Sarah abbia il suo.
Mi rimetto in moto verso l'auditorium, nella speranza che la mia amica possieda il romanzo.
Finalmente la trovo, circondata da diverse ragazze.
Le faccio un cenno allegro della mano, a cui mi risponde con un'espressione imbarazzata.
Si dirige in fretta verso di me, come se temesse di essere preceduta.
C:"Ciao Sarah!"
Sarah: "Claire, ascolta... È successa una cosa... Devo dirti..."
Mi si ghiaccia il sangue a sentire una risata familiare alle mie spalle.
Samatha: "Ah! La ragazza del giorno! Allora, ti sei divertita ieri sera?"
C:"Non vedo come la cosa debba riguardarti!"
Samantha mi fissa con cattiveria.
Si china verso di me, come se volesse confidarmi un segreto.
Indietreggio di riflesso.
Questa ragazza è come un veleno, potrebbe contaminarmi anche solo avvicinandosi troppo alla mia bocca!  Samantha: "Sinceramente mi hai colpita, secchiona! Col tuo aspetto banale, non credevo avresti avuto il coraggio di provarci con Jones!"
Mi si ghiaccia il sangue.
Si potrebbe sentire una mosca volare.  Non so come, ma sa che ho passato la serata a casa del nostro professore.
Devo provocarla un po', farla arrabbiare.  C:"Vedi, Samantha. Non hai neanche bisogno di scegliere tra l'essere cattiva o intelligente. La tua malvagità è innata."  Se gli sguardi potessero uccidere, ora sarei polvere.
Si porta le mani ai fianchi, in una posa ancora più aggressiva.
(Resta comunque ridicola).
Non indietreggio di un passo, ma so benissimo che sta cercando di mettermi pressione.
Samantha: "Non ridere troppo, secchiona! A nessuno piacciono quelle che si concedono per il successo!"
Questa accusa mi sconvolge.
Non ho molta esperienza in quel campo ma, in ogni caso, non userei mai il mio corpo per questo!
Sento gli occhi riempirsi di lacrime.
Non per la tristezza, ma per la rabbia. Sono sul punto di prenderla a schiaffi.
È umiliante!
Lavoro duro ogni giorno.
In classe, al maniero.
Non ho mai avuto bisogno di nessuno per ottenere buoni risultati.
E ora tutti penseranno il contrario.  Eppure, devo ammettere che non sono andata a casa sua senza secondi fini.  Sapevo che era una pessima idea, ma qualcosa di forte mi ha spinta verso di lui.  Sarah: "Piantala, Samantha! Racconti solo idiozie!"
Apprezzo che Sarah cerchi di prendere le mie difese, ma Samantha non ha totalmente torto!
Siamo davvero andati oltre una sana relazione studente/insegnante.
Ma non è questo a farmi più male, in realtà...
No, la cosa peggiore è questa domanda che continua a vorticare nella mia testa:  Cosa penserà il professor Jones, quando questa voce arriverà alle sue orecchie?

Is It Love? SebastianWo Geschichten leben. Entdecke jetzt