40.

4.8K 182 16
                                    

40

Oops! This image does not follow our content guidelines. To continue publishing, please remove it or upload a different image.


40.

BLAKE

Picchetto la penna sulla superficie della scrivania alla quale sono ancorato per il resto della giornata e borbotto qualcosa di incomprensibile quando becco Ashton intento a fissarmi con sguardo truce e una ciambella glassata in mano. "Senti amico, non so quale sia il tuo problema ma piantala di giocare con quella penna. Il suo cazzo di tic mi innervosisce." Sbuffa. Mollo la penna che cade malamente sulla scrivania e mi volto puntando gli occhi sui documenti che ho davanti. Avanti, Blake, non hai per niente voglia di finire questi verbali? Aspettano solo te! Con questi pensieri che cercano di soffocare gli altri del tutto peggiori rilascio un respiro profondo e recupero la mia penna. Già, aspettano solo me.

Più tardi, verso l'ora di pranzo, prendo un caffè dalla sala break e mando un messaggio a Dan in cui gli chiedo come procede. È di pattuglia e io non ho potuto accompagnarlo per il quarto ritardo consecutivo in quattro giorni. Tre cazzo di settimane da quando è entrata in casa mia e ha distrutto ogni cosa, calpestato il mio cuore e fatto a brandelli qualsiasi opportunità di ritornare. Ma del resto non sono stato proprio io a dirle di non tornare mai più una volta uscita da casa mia? È meglio così. Ho bisogno di un rapporto stabile. E di Chloè. Ho bisogno di una persona pacata. E di Chloè. Ho bisogno di- vengo riportato in centrale quando un'agente mi supera in fretta e furia quasi distruggendomi una spalla. Ma che diamine?!
Mollo il caffè sul primo ripiano libero che trovo e la seguo. Il capitano Shade sta abbaiando ordini a destra e manca mentre alcuni agenti corrono e borbottano qualcosa alle loro radio. "Capitano – lo raggiungo – che sta succedendo?" domando. "Nel mio ufficio, Sullivan. Adesso." Dice. Lo seguo in fretta nel suo ufficio e prendo posto su una delle due sedie libere. "Capitano?" esce fuori più come una domanda. L'uomo rilascia un respiro profondo passandosi una mano tra i folti capelli bianchi e mi guarda. "È arrivata una segnalazione poco fa, dalla Barclays Investment Bank per rapina a mano armata. La segnalazione è stata accettata da Peck e Darren, a quel punto Peck mi ha messo al corrente di alcuni dettagli." Ancora un altro sospiro. "Che tipo di dettagli?" domando. "Al telefono Peck è quasi impazzito perché a quanto pare un paio d'ore fa Chloè era diretta in banca per sbrigare delle cose e si è scoperto che la sua banca affidataria è proprio la Barclays." Spiega cauto. "Che cosa?!" scatto in piedi. Questo deve essere un fottuto scherzo. Non può essere. "Nessuno è entrato o uscito ma sappiamo che c'è un solo uomo e non ha toccato nessuno degli ostaggi." "Devo andare." Scatto in avanti raggiungendo la porta. "Sullivan, no, non puoi andare! Sei coinvolto emotivamente e-" "Con tutto il dovuto rispetto, signore, ma non me frega un accidente. Può anche licenziarmi. La donna che amo è in pericolo e se dovesse succederle qualcosa mentre io sono qui a girarmi i pollici perché sono coinvolto emotivamente – dico fra virgolette – non me lo perdonerei mai."

CHLOÈ

Tremo dalla testa ai piedi mentre l'uomo ci osserva uno per uno con un ghigno sul volto. So che c'è la polizia qui fuori e mi chiedo perché nessuno abbia cercato di fare nulla visto che l'uomo non è propenso ad accettare nessuna chiamata da parte loro.
Un bambino piange, è un neonato, e l'uomo urla alla madre di farlo stare zitto. La donna singhiozza mentre cerca di far calmare il figlio. Una coppia di anziani è seduta accanto al muro, un padre e una figlia, all'incirca di dieci anni, sono seduti vicino agli anziani e sono abbracciati. Oltre a me, alcuni dipendenti, il direttore e altri quattro uomini non c'è più nessuno.

Il telefono squilla per l'ennesima volta ma stavolta l'uomo accetta la chiamata, ci fissa attento con il suo fucile e ghigna tra una parola e l'altra. Da quel poco che ho capito qualcuno sta per entrare e l'uomo è d'accordo. Perché mai... oh mio Dio, vuole farlo entrare perché vuole ucciderlo. Oddio. Vuole far capire che non scherza ed è disposto ad uccidere un pubblico ufficiale. Reprimo i singhiozzi e penso all'unica persona che vorrei avere al fianco. Forse non si starà preoccupando nemmeno per me ma il motivo per cui avevo deciso di prelevare in banca gira tutto intorno a lui. Dopo la visita di Dan, la scorsa settimana, avevo pensato e ripensato alle sue parole capendo che avevano tutti ragione: non posso privarmi della felicità solo perché ho paura di soffrire. È vero, sono innamorata di Blake e voglio passare il resto dei miei giorni con lui. Sempre se ci sarà un resto. Così avevo pensato di prendere un po' di soldi visto che non avevo più contanti o monete e preparare il suo dolce preferito: torta al cioccolato con ripieno di nutella e granella di pistacchio. Gli avrei fatto una sorpresa e mi sarei presentata a casa sua per parlargli nella speranza di essere accettata. Adesso che mi trovo in questa brutta sensazione non posso far almeno di pensare al fatto che forse non avrò più possibilità di dirglielo.

La porta della banca viene aperta da Matt Darren. Di solito Matt è di pattuglia con Aidan quando Blake non c'è oppure ritarda. Questo mi consola perché ho la magra consolazione che forse lui non è qui e potrà risparmiarsi il dolore di vedere il mio corpo in caso... oppure non c'è nemmeno Aidan, il che sarebbe davvero perfetto. Meno persone che mi conoscono mi vedono in quello stato meno sarà il loro dolore. Chissà come reagirebbe mio padre in caso lo dovessero informare del mio decesso. Piangerebbe come con la mamma? Gli mancherei? Si arrabbierebbe con me per essere venuta in banca e non essere a lavoro? Darla si sarebbe preoccupata per me? E le gemelle? Loro mi avrebbero insultata per averle lasciate sole o avrebbero pianto? Alex, Lauren, Megan, Sandra... i miei pensieri vanno alle persone che hanno portato luce nella mia vita e un lieve sorriso mi riscalda il cuore. Se mai dovessi andarmene oggi stesso sarei felice perché ho incontrato persone buone. E spero solo che Blake trovi il coraggio di andare avanti e amare qualcuna nello splendido modo in cui ha am- adorato me. Lo spero con tutta me stessa. Se lo merita.
Matt mi lancia uno sguardo e io scuoto il capo violentemente facendogli cenno di andarsene. Lui aggrotta la fronte e rivolge la sua attenzione all'uomo armato. "Lascia andare la metà degli ostaggi. Rimarrò io al posto loro. Poi libererai l'altra metà quando il mio collega entrerà." Dice. "Liberare le mie possibilità di ricatto? Non esiste." "Cominciamo con la metà. Sono un poliziotto avresti più chance di ricatto con me che con tutti loro per quanto riguarda la polizia." Ribatte. L'uomo fissa i dipendenti e gli fa cenno di avvicinarsi alla porta, poi è il turno della donna e il neonato e infine la donna anziana. Lei si rifiuta di lasciare il marito e prende posto al suo fianco. Quando gli ostaggi hanno raggiunto la porta l'uomo punta il fucile contro il petto di Matt e spara. Matt crolla a terra in una pozza di sangue, urlo in preda al panico e corro nella sua direzione. Non mi importa di morire. Se c'è la più remota possibilità di aiutare Matt sono disposta a coglierla. "Ti avevo detto di andartene!" strillo bisbigliando mentre premo forte sulla sua ferita. L'ha colpito all'addome ma sta perdendo un sacco di sangue e io non ho idea di come fare per aiutarlo. "Tu guarda, l'infermiera del momento." Ridacchia l'uomo guardandomi. "Alzati." "Sta morendo." Ribatto tremante. "Alzati o la prossima a morire sarà lei." Indica la bambina attaccata al braccio del padre. E forse sarà il fatto che mi ricordano me e papà, che la bambina ha dei lunghi capelli rossi, lo faccio. Mi alzo ma tengo lo sguardo puntato su Matt. "Adesso usciamo fuori a dare la bella notizia." Sorride afferrando il mio fianco e annusando il mio profumo. Penso di star per svenire.

Tied Hearts.Where stories live. Discover now