8.

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I giorni passavano e le vacanze di Natale erano ormai alle porte. Anche se era duro ammetterlo, Maddison iniziava veramente a sentire il distacco dal cugino, ogni giorno prima di coricarsi nel letto si metteva a pensare alla loro situazione.
E se non avessero fatto pace? Come sarebbe andata a finire a casa?
Da un lato non osava pensare a queste conseguenze, si sarebbe fatta solo che del male da sola.

Quella sera fu particolarmente straziante per la bambina, era abituata ai comportamenti di Draco ormai da anni ma quella sera era stata atroce.
Lei ed altri ragazzi erano tutti riuniti in sala comune chi a chiacchierare tranquillamente e chi, come lei, a fare i compiti. Era seduta sul divano con le gambe incrociate ed il libro di Astronomia tra le gambe mentre faceva l'esercizio che la professoressa gli aveva assegnato quella mattina. Le sue orecchie però erano concentrate in un'altra conversazione completamente diversa da Astronomia o qualsiasi altra materia scolastica.
Dietro di lei, poco distanti dal divano vicino al fuoco su cui era accomodata, vi era un gruppo di persone intorno ad un tavolino che parlava beatamente; conosceva tutti di quel gruppo, senza voltarsi riconobbe l'insopportabile voce di Pansy Parkinson, quella di Theodore Nott accompagnati da qualche commento di Dafne .

Cercava di non prestargli attenzione, si ripeteva tra se e se che Astronomia era nettamente più importante di tutti loro messi insieme e sembrava essere quasi efficace finché non sentì Theodore fare il suo cognome.
Poggiò la schiena al divano e aguzzò le orecchie cercando di capire meglio la conversazione

"Proprio lei Theo, chi altro può essere definito la disgrazia di questa casata? Ci manderà in rovina ancor prima che finisca l'anno!- disse Pansy continuando la conversazione- insomma, l'avete vista tutti no? Preferisce quei Grifoni a noi e addirittura quella Sanguemarcio della Granger!"

Era abituata ad origliare discorsi del genere, ormai non le facevano più né caldo né freddo, sempre le solite storie: lei la rovina e la traditrice della sua casata. Era il cosiddetto errore, ma se perfezione intendevano essere tali e quali a tutti loro avrebbe nettamente preferito vivere il suo percorso scolastico superando tutti gli insulti avendo la però degli amici veri.
"Già..." venne riportata alla realtà dalla voce di suo cugino. A Pansy era abituata ma mai si sarebbe aspettata che lui le avesse mai dato ragione a riguardo
Questo le fece male al cuore, forse era questo quello che pensava veramente di lei. Chiuse il libro con forza guardando un punto nel vuoto, si alzò dal divano restando lì immobile per qualche secondo, sentiva delle risatine provenire dal gruppetto.
Si girò verso di loro, le lacrime minacciavano di uscire ma non voleva piangere, non li e soprattutto non per i loro stupidi giudizi. Con il volto colmo di rabbia e delusione guardò Draco negli occhi, lui distolse lo sguardo quasi immediatamente con un'espressione colpevole.
Come avrebbe potuto vivere con lui le vacanze di Natale dopo una cosa del genere? Non avrebbe sopportato la sua presenza!
Girò i tacchi e salì in camera sua, Millicente era lì con la sua gatta in grembo che le faceva le fusa, non la degnò di una parola, non era dell'umore giusto per parlare.

Si cambiò indossando il pigiama e si mise sul letto, chiuse le tende è si isolò dal resto delle compagne di stanza. Stette a guardare il soffitto per ore immersa in un pianto liberatorio silenzioso, nessuna sospettava di lei. Andò a dormire molto tardi quella notte, le lacrime si erano seccate sul viso, le guance le tiravano, gli occhi pizzicavano ancora e le occhiaie sulla sua pelle bianca lattea erano ancora più evidenti del normale a causa del sonno arretrato.

La mattina successiva, con i capelli che sembravano essere più disordinati di sempre, si alzò dal letto di mala voglia e solo in quel momento si rese conto di essere in camera da sola, delle sue compagne neanche l'ombra. Guardò l'orologio e perse forse tre battiti, era in ritardissimo.
Cercò di prepararsi e di sistemarsi al meglio senza sembrare una barbona ma poco c'era da fare, i suoi capelli erano più indomabili del solito.
Scese in Sala Grande quasi correndo sperando di riuscire ad afferrare qualcosa da mettere sotto i denti poco prima di andare a lezione. La sala era semi deserta, c'era giusto qualche ritardatario come lei ma per il resto, la gran parte dei posti erano vuoti.
Sgraffignò uno zuccotto di zucca e si diresse il più in fretta che poté verso l'aula di Storia della magia.

Red as a Gryffindor (in Revisione)Where stories live. Discover now