Capitolo 21

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Beatrice
'Ciao'.
'Che cosa ci fai qua?'
'Festeggio'.
'Intendevo qua...qua' spiegai.
'Non me la sentivo di tornare al solito posto senza di te'.
Non capii se fosse serio o se stesse scherzando.
'Hai ignorato i miei messaggi'.
'Sì e penso di aver fatto bene'.
'Possiamo parlare?'
'State già parlando' si intromise Veronica, rimasta accanto a me tutto il tempo.
'Davanti ad un caffè, possibilmente da soli'.
'No'.
Il sorrisetto che aveva stampato in faccia dopo avermi visto svanì, lasciando il posto ad uno sguardo grigio e cupo.
'Ti prego!Ho bisogno di dirti delle cose'.
'Dimmele adesso'.
'Bea...cosa devo fare per convincerti?Vuoi che ti supplichi in ginocchio?' domandò, abbassandosi.
Lo presi immediatamente per un braccio e lo tirai su.
'Smettila'.
'Ti chiedo solo trenta minuti del tuo tempo'.
Mi fece quasi pena, e, nonostante una parte di me non ne volesse più sapere di lui, l'altra desiderava sentire che cosa avesse da dire.
Sperai volesse scusarsi, perché, onestamente parlando, delle scuse me le meritavo.
'Mezz'ora e basta. Quando torno a Torino'.
'Grazie'.
'Ciao' salutai e andai via a passo spedito.
'Buon anno Beatrice' mi gridò dietro, per poi tornare dai suoi amici.
'Ho sbagliato?' chiesi rivolta a Veronica.
'Hai fatto quello che ti sentivi di fare'.
Forse ero stata fin troppo buona.
'Questo devo dirlo a Federico, vero?'
'Direi proprio di sì'.
I due ragazzi ci raggiunsero poco dopo, giusto in tempo per lo scoccare della mezzanotte.
'Spero che questo sia il nostro anno' mi sussurrò dolcemente Bernardeschi all'orecchio.
Io gli diedi un bacio e lo strinsi forte, pensando che lo sarebbe stato.
Il giorno dopo partimmo per tornare a casa.
Il mio ragazzo si addormentò durante il viaggio ed io ne approfittai per rispondere ai messaggi di Tommaso, per concordare ora e luogo dell'incontro.
Decidemmo di vederci nel pomeriggio al bar dell'università.
Avevo detto a Federico che dovevo assolutamente studiare per un esame e che ci saremmo visti la sera. Non gli avevo ancora raccontato nulla di quanto successo, ma mi ero ripromessa di farlo il più presto possibile.
Prima di dirgli tutto, volevo capire di che cosa volesse parlare il mio ex.
Alle cinque mi presentai puntuale alla caffetteria e con mia grande sorpresa lo trovai già là, seduto a leggere.
Da quando lo conoscevo era sempre stato un gran ritardatario.
Mi stupii nel vedere che almeno in quello fosse cambiato.
Mi avvicinai al tavolo e lui, vedendomi, si alzò e cercò di abbracciarmi ma io mi sedetti subito, ignorandolo.
Non era cambiato di una virgola. I ricci castani gli incorniciavano il viso ed i suoi occhi erano esattamente come li ricordavo.
Tantissime volte avevamo aperto un dibattito sul colore delle sue iridi, giudicate verdi da me ed azzurre da lui.
'Come stai?'
'Cos'è che vuoi?' chiesi diretta.
'Sapere come stai'.
'Bene' risposi fredda e lui rimase in silenzio, fino a che una ragazza non arrivò a prendere le nostre ordinazioni.
'Per me un macchiato freddo e per lei un decaffeinato'.
'Non lo prendo più decaffeinato'.
'Da quando?'
'Non devi ordinare per me...non farlo più' dissi, senza rispondere alla sua domanda.
'Lo so'.
'Perché sono qui?'
'Perché mi manchi' confessò ed io scoppiai a ridere, attirando l'attenzione dei presenti.
'Sono stato un coglione'.
'Lo sei ancora'.
'Bea...so che dimenticare quello che ho fatto è difficile ma...'.
'Tu non ne hai la minima idea'.
'Ti ho pensata ogni giorno'.
'Ma mi prendi in giro?' chiesi perplessa.
'Non ti chiedo di perdonarmi, ma solo di darmi un'altra possibilità'.
Non era un pò la stessa cosa?
'Mi hai spezzato il cuore in tutti i modi possibili ed adesso che finalmente ho rimesso a posto i pezzi...tu vuoi buttare via tutto il mio lavoro?'
'Non avrò mai l'anima in pace per quello che ho fatto'.
'Io ho un ragazzo'.
'E lo ami?'
'Sì'. Ma che domanda era?
'Beatrice, non ti chiedo di rinnamorarti di me. Ti chiedo solo di ricominciare tutto da capo...come amici, conoscenti, quello che vuoi. Possiamo anche partire da sconosciuti. So che ho fatto un casino, ma so anche che da quando non ci sei non sto bene e ho bisogno di averti nella mia vita.'
Migliaia di pensieri invasero la mia testa e sia i miei che i suoi occhi si riempirono di lacrime.
Mi stava parlando col cuore in mano ed io non sapevo cosa fare.
Io non lo amavo più e di questo ne ero sicura. La rabbia che provavo era andata scemando col tempo ed, inspiegabilmente, sentivo che non avrei dovuto perderlo. Allo stesso tempo però, sembrava la scelta più sbagliata che potessi fare.
Rimanemmo immersi nel silenzio.
Passai il tempo, che parve interminabile, a pensare e, finalmente, dopo un'ora trascorsa a guardarci senza dire niente, presi una decisione.
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Ho pubblicato il secondo capitolo dell'altra storia. Dategli un'occhiata e fatemi sapere cosa ne pensate. Grazie!

More than words | Federico Bernardeschi Where stories live. Discover now