Capitolo 14

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Beatrice
Veronica ed io passammo l'intera giornata a prepararci per la festa di Natale della Juventus. Impiegai più di due ore per scegliere cosa indossare, mentre la mia coinquilina almeno il doppio del tempo.
Finii di pettinarmi e mi diressi in camera di Veronica per accertarmi che anche lei fosse pronta.
'Che ne dici?' chiese, facendo una piroetta davanti ai miei occhi.
Portava un vestito viola con uno scollo a cuore e stava d'incanto.
'Approvato' dissi, facendola sorridere.
'Andiamo adesso?' domandò, guardando l'ora sul cellulare.
'Sì...prima però devo passare in un posto'.
'Dove?'
'Casa di Federico'.
'Perché?Lui non è a casa'.
Inizialmente rimasi in silenzio. Tornai in camera mia e presi il pacco blu che avevo appoggiato sul letto.
'Non ho capito cosa vuoi fare con quello' ammise, quando glielo mostrai.
'Voglio che trovi il suo regalo stasera'.
'Glielo vuoi lasciare a casa?'
'Davanti alla sua porta'.
'Non puoi darglielo direttamente?'
Era vero che avrei potuto, ma l'idea di fargli una sorpresa mi piaceva troppo.
Lui mi aveva pregato più volte di non fargli alcun regalo ma, naturalmente, non lo avevo ascoltato e mi ero data da fare.
'Non pensi che sia una buona idea?'
'Sì, è una cosa carina' commentò lei, ricontrollando l'ora.
'Ci metto un attimo' la rassicurai, sapendo quanto fosse agitata al solo pensiero di arrivar tardi.
'Loro ci aspettano là, giusto?'
'Sì'.
Farfugliò qualcosa, prese la borsa ed uscì dall'appartamento. Afferrai le chiavi della macchina e la seguii a ruota.
Arrivammo sotto casa di Bernardeschi in una decina di minuti, durante i quali Veronica fece sfoggio delle sue abilità canore, intonando ogni canzone passasse in radio.
'Mi aspetti qui?'
'Sì, ma fai in fretta' mi supplicò.
'Dici che gli piacerà?' domandai, riferendomi al regalo, la cui realizzazione, durante l'ultima settimana, aveva assorbito metà del mio tempo libero.
'Sicuramente' disse convinta, tranquillizzandomi un pò. Sapeva che se Federico non lo avesse apprezzato, ci sarei rimasta malissimo.
Usai la copia delle chiavi che mi aveva dato per aprire il portone, presi l'ascensore e raggiunsi il suo piano.
Appoggiata alla sua porta, una ragazza, dai capelli biondi e gli occhi color nocciola, aspettava paziente.
'Ciao' mi salutò, tendendomi la mano.
'Ciao'.
'Anche tu sei qua per Federico?'
'Tu sei?' chiesi, completamente ignara di chi fosse.
'Alice, un'amica' disse, con un tono che non mi piacque per niente. 'E tu?'
'La sua ragazza'.
'Oh, ok!Comunque non c'è'.
'Sì, lo so' risposi fredda.
Mi interrogai sul perché fosse rimasta là fuori, sapendo che non era in casa.
Rimase a fissarmi per qualche istante senza proferire parola, poi, si sistemò la frangia, mi sorrise e se ne andò via velocemente.
'Ci vediamo' gridò dall'ascensore.
Lasciai il pacco sullo zerbino e tornai in macchina.
'Perché quella faccia?Hai lasciato il regalo?' domandò Veronica, non appena entrai nell'abitacolo.
'Hai visto la ragazza che è uscita prima di me?'
'Sì, perché?'
'Cercava Federico...ha detto di essere una sua amica'.
'Allora sarà così, non ti preoccupare' borbottò lei, quasi mangiandosi le parole.
Mi stava nascondendo qualcosa e lo avrebbe capito chiunque.
'Cosa sai?'
'Niente'.
'Pensavo ci dicessimo tutto'.
'E va bene...' sbuffò. 'Paulo mi ha detto che la ex di Federico è a Torino e penso che quella fosse lei' confessò dopo un attimo di esitazione.
'E che cosa vuole da lui?'
'Non lo so'.
Mi domandai perché Bernardeschi non me l'avesse detto.
'Saranno rimasti davvero amici' suggerì Veronica, cercando di smorzare la tensione che si era creata.
'Sì, hai ragione'.
Il fatto che io non avessi rapporti con i miei ex era un dettaglio del tutto trascurabile.
Avevo sempre considerato quella del 'restiamo amici' come una frase fatta, detta tanto per dire, ma forse per gli altri era possibile restarlo veramente.
Non riuscivo a togliermi dalla testa però, il fatto che quella voce l'avessi già sentita da qualche parte.
'Andiamo?' domandò la mia amica, risvegliandomi dai miei pensieri.
'Sì, scusa'.
Misi in moto e, seguendo le indicazioni ricevute dai ragazzi, giungemmo a destinazione. Dopo aver parcheggiato, entrammo nell'edificio, dove, nella sala principale, ci stavano già aspettando Paulo e Federico.
Il secondo indossava un completo blu cobalto, perfettamente in tinta con il mio tubino.
Eravamo stati una giornata intera per decidere di che colore vestirci.
Non appena mi vide, mi venne incontro e mi prese la mano, per condurmi dai suoi compagni.
Oltre a Paulo, a cui Veronica stava sistemando la cravatta, c'erano altri tre calciatori.
'Lei è Beatrice, la mia ragazza' disse orgoglioso.
'Douglas' si presentò uno di loro.
'Mario'.
'Cristiano'.
'Piacere' sorrisi.
La mia coinquilina conosceva già tutti ed era più che tranquilla, mentre io ero un fascio di nervi. La sera prima ero rimasta su internet fino a tardi per informarmi al meglio sulla squadra.
Sapevo perfettamente chi era chi e persino il loro ruolo sul campo.
Per Federico, la Juventus era come una seconda famiglia e ci tenevo a fare una buona impressione.
'Berna ci ha parlato tanto di te' rivelò il brasiliano divertito.
'Sì, è vero' affermò il mio ragazzo.
'Spero vi abbia detto cose belle' risi e Cristiano cominciò a raccontarmi tutto nel dettaglio.
Continuammo a parlare fino a che Giorgio Chiellini non si unì al gruppo e sussurrò qualcosa all'orecchio di Federico.
'Torno subito' mi disse, allontanandosi.
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Oggi è il mio compleanno e mi andava di pubblicare un capitolo. Il prossimo dovrebbe uscire domenica.

More than words | Federico Bernardeschi Where stories live. Discover now