Capitolo 3

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'Vuoi salire?' domandai, chiedendomi se fosse ubriaco o no.
Io, di certo, era come se lo fossi. Sembrava tutto così strano. A dir poco surreale.
Lui annuì e mi prese per mano.
Mi irrigidii, ma non lo lasciai ed insieme salimmo fino al mio appartamento, dove, sulla soglia, ricominciò a baciarmi.
Ero sicura di quello che stavo facendo?Mi sarei davvero spinta così in là solo per il mio ex, che, in ogni caso, non avrebbe neppure saputo se fossimo andati a letto o meno?
L'immagine di Tommaso e della sua ragazza ripopolò la mia mente, convincendomi ad andare fino in fondo.
Mi girai per aprire la porta mentre lui mi baciava il collo, facendomi venire i brividi.
Lo portai in camera mia, dove gli sbottonai la camicia, rivelando un fisico atletico e due braccia completamente tatuate.
Dopo avermi abbassato la zip del vestito, mi appoggiò dolcemente sul letto.
Pensai che fosse proprio bello e mi resi conto di essere incredibilmente attratta da lui.
Decisi di dimenticarmi di Tommaso, della ragazza dai capelli rossi e di tutto il resto, concentrandomi unicamente su di lui e su quanto volessi fare quello che stavo facendo. Volevo farlo e l'avrei fatto.
'Sei sicura?' mi chiese sottovoce.
'Sicurissima' risposi convinta.
Dopo tutto, ci addormentammo entrambi.

Federico:
Mi risvegliai con Beatrice appoggiata al mio petto, non completamente sicuro che Beatrice fosse il suo nome. Era scritto a caratteri cubitali sulla porta della stanza, quindi trassi le mie conclusioni.
Prima di addormentarci, avevamo parlato per un pò, ma i nostri nomi non erano usciti e forse, da un lato, era meglio che non sapesse chi ero.
Cercai, con successo, di divincolarmi dalla sua stretta, senza però svegliarla. Afferrai il cellulare e rimasi di stucco davanti alle file e file di messaggi e chiamate lasciate dai miei compagni di squadra. Erano le nove e venti del mattino e l'allenamento era già cominciato da un pezzo.
Mi rivestii senza far rumore, mentre lei dormiva come un angelo.
Prima di andare, la guardai, sorprendendomi ancora una volta di quanto fosse bella e di quanto non avrei voluto lasciarla là da sola. Non la conoscevo, eppure ne ero incredibilmente attratto.
Tornai indietro per rimboccarle le coperte e lasciarle un lieve bacio sulla fronte, poi uscii.
Non mi era mai capitato di andare a letto con una ragazza trovata in discoteca, quindi non sapevo esattamente come comportarmi.
Avrei dovuto lasciarle un biglietto?
Mentre ci pensavo, decisi di prepararle il caffè.
Vidi un blocco di post-it gialli sul tavolo della cucina, così, dopo aver trovato una penna, scrissi la prima cosa che mi venne in mente. 'È stato bello'.
Aggiunsi pure una F alla fine.
Lasciai tutto sul bancone, presi le mie cose e corsi alla Continassa.
Arrivai con quasi un'ora di ritardo e questo scatenò l'ira di Allegri che mi fece fare cinquanta giri di campo in più rispetto agli altri.
Ne uscii esausto.
'Non ti ho più visto ieri sera, dove sei finito?' mi chiese Paulo, in spogliatoio.
'Ero con una ragazza' ammisi, asciugandomi dopo la doccia.
'Ben fatta, anche io!' disse e mi diede il cinque. 'Era mica la bionda?' provò ad indovinare.
'Si, l'hai vista?'
'Solo di schiena'.
'Tu con chi eri?' domandai, infilandomi la maglietta.
'Pensi che la rivedrai?Le hai dato il numero vero?' chiese, ignorando completamente la mia domanda.
'Cazzo' esclamai. Me ne ero proprio dimenticato.
Vidi sfumare anche l'ultima possibilità di incontrarla di nuovo.
Perché non ci avevo pensato?Avrei dovuto scriverle quello sul post-it.
'Bene, non la vedrò mai più' sentenziai, portandomi una mano alla fronte.
'Ti sarebbe piaciuto rivederla?' si aggiunse alla conversazione Douglas, che aveva origliato tutto.
'Beh si decisamente'.
Ed era vero, avrei voluto parlarci, magari davanti un caffè o anche no.
Lei era bellissima e, per quel poco che avevamo parlato, anche simpatica, mentre io ero solo uno stupido, che provava interesse per lei e non le aveva neanche chiesto il numero.
'Le ho lasciato un biglietto...ho fatto bene?' chiesi ai due.
'Che hai scritto?'
'È stato bello. F.'
'Sei proprio un coglione' rise Dybala, che contagiò anche Costa.
'Adesso ti metti a scrivere in codice?Potevi almeno mettere il tuo nome per intero'.
'Sono proprio un imbecille' pensai ad alta voce.
'Io il numero me lo sono fatto dare e, appena trovo un buco tra gli allenamenti, le chiedo di uscire' disse l'argentino, sorridendo, intristendomi ancora di più. Forse dopo tutto l'avrei ritrovata al Blue o l'avrei incrociata in centro a Torino.
Più realisticamente, era meglio che la lasciassi perdere e mi rassegnassi al fatto che il mio rapporto con lei era finito nel momento in cui ero uscito da casa sua.

More than words | Federico Bernardeschi Where stories live. Discover now