Dass der Mond für dich heult

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Di lei non distingueva nulla, se non il viso e i capelli.

Un visetto dolce a forma di cuore spuntava dalla coperta, le sopracciglia scure ben delineate sul viso dall'incarnato di un delicato rosa, il piccolo naso a patata le donava un'area fanciullesca ancora più accentuata dalle labbra sottili imbronciate.

I capelli, una chioma di corposi fili castano-biondi, si apriva a ventaglio sullo schienale della poltrona.

Nel complesso era molto carina, con quell'aria da bambina un po' troppo cresciuta.

Ed improvvisamente l'uomo venne scosso dal bisogno di scoprire di più di lei, di poter guardare i suoi occhi e scoprire il loro colore.

Di accarezzare la sua pelle di pesca e di passar le dita tra le morbide onde dei capelli.

Voleva togliere quelle dannate coperte e divorare il suo corpo con lo sguardo.

Come sarebbe stata?

Quanto sarebbe stata alta in confronto al suo metro e novantaquattro di testosterone?

Aveva i fianchi scarni e il fisico asciutto? Oppure aveva il fisico pieno e morbido?

E fianchi a cui aggrapparsi mentre facevano l'amore.

La testa gli vorticò pericolosamente.

Espirando con forza dalle narici, uscì da quella casa.

Aveva bisogno di aria, di spazio.

Si sentiva opprimere da quel profumo così dolce e da quel viso troppo bello.

Il suo stomaco si contorse dolorosamente.

Doveva andarsene.

Assolutamente.

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Si era inoltrato nel bosco incurante delle sue nudità, del muschio freddo e delle pietre acuminate che gli tagliavano i piedi.

Non se ne preoccupava.

Il suo lupo era troppo occupato a pensare alla giovane vilia addormentata; nei suoi 32 anni di vita non era mai rimasto così tanto colpito da una femmina.

Scosse la testa cercando di scacciare le immagini dalla sua testa: ora non aveva tempo per perdersi in quei pensieri agrodolci.

Doveva tornare dal suo branco.

Il corpo mutò in lupo, folta pelliccia nera sostituì la sua glabra pelle olivastra.

I muscoli d'acciaio guizzarono mentre l'animale si lanciava in avanti affondando le possenti zampe nel terreno morbido e umido.

L'odore di casa nelle narici.

Schivando tronchi e massi, consumò chilometro dopo chilometro.

Al calare delle tenebre finalmente arrivò al fiume Royal Deeside, il confine naturale che sanciva l'inizio del suo territorio.

Sapeva che nascosti nel tetro bosco erano appostate le sue sentinelle e sapeva altrettanto bene che, per quanto lui fosse il loro Fenrir, entrare nel territorio di un branco di soppiatto significava morte certa.

Si fermò e attese che il suo odore muschiato raggiungesse l'umido muso delle sentinelle.

Nell'ombra, occhi rosso sangue scintillarono come rubini.

Menelik.

Il massiccio lupo uscì allo scoperto snudando i denti.

Ah il solito Menelik.

Si conoscevano da quando erano piccoli. Erano cresciuti insieme odiandosi fino ai 15 anni quando avevano attraversato il cambiamento. Si erano avvicinati, erano diventati migliori amici e poi quando 8 anni fa era diventato Fenrir aveva deciso di nominare Menelik suo Hati.

Il lupo dagli occhi rossi annusò l'aria alzando l'umido naso al vento.

Un basso ringhio di gola fendette l'aria, poi un rumore come di uno strappo avvertì la trasformazione di Menelik che si chinò in un profondo inchino.

"Mio Fenrir."

Il grande lupo nero chinò il muso salutando il suo secondo in comando.

"Finalmente sei tornato! Si può sapere dove cazzo eri finito? Nora stava morendo di paura!" urlò furioso Menelik avvicinandosi al suo Fenrir.

L'onda di potere a basso voltaggio che scaturì dal suo corpo fu un chiaro segnale che, stanco com'era, non aveva voglia di sorbirsi qualche rimprovero solo perché era stato via più giorni di quanto aveva detto avrebbe fatto.

Menelik percepì l'onda di potere e placò la sua ira.

Sbuffando si fece da parte e inchinandosi nuovamente disse: " Ci vediamo a casa. Che la luna ululi per te, mio Fenrir!"

Annuendo distratto il lupo nero oltrepassò il confine e iniziò a correre verso il villaggio di Braemar.

Verso casa.

Non vedeva l'ora di appoggiare le sue chiappe pelose su un comodo letto.







Piccoli pensieri

Miei cari lupetti è un piacere presentarvi il nuovo capitolo dopo due settimana di ritardo. Non odiatemi...

Sto già lavorando al nuovo capitolo e spero di riuscire a pubblicare questo sabato così da farmi perdonare con quei pochi lettori a cui piace la mia storia.

Come sempre spero in una vostra recensione.

Con il cuore gonfio di speranza,

Lupodellabrughiera

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