Dass der Mond für dich heult

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Freddo.

Sentiva freddo ed anche una grande fame.

Aveva voglia di bacon croccante, uova strapazzate e una bella tazza di caffè nero.

Lo stomaco si contrasse dolorosamente al solo pensiero di quel buon cibo.

Da quanti giorni non mangiava? Uno? Due?

Quanto tempo aveva impiegato per allontanare i cacciatori dal suo branco?

Sbuffò sonoramente.

Se non fosse per quei fastidiosi ed irritanti esseri a quest'ora si starebbe gustando la sua preziosa colazione seduto comodamente al tavolo di casa sua.

Dannati cacciatori!

Sempre in mezzo ai piedi con la loro perenne voglia di fare la pellaccia ad uno di loro. Idioti!

Il suo Geri l'aveva avvertito di un gruppo di cacciatori che era entrato nel loro territorio qualche giorno prima e che, armati di tutto punto, si muovevano verso Braemar alla ricerca del suo branco.

In seguito a questa sventurata notizia, aveva dovuto prendere una decisione insieme al suo Hati e al suo Sköll.

Avrebbe dovuto allontanarli.

Lui e solo lui, in veste di Fenrir, doveva compiere quel gesto per il bene del suo branco.

Così, una volta lasciato il branco ai suoi secondi in comando, si era tramutato in lupo e aveva condotto i cacciatori più a sud, permettendo un'organizzazione migliore del controllo dei confini.

Un brivido di freddo gli serpeggiò su per la schiena facendogli aprire gli occhi .

Dov'era?

Spezzoni di ciò che lo aveva portato lì quella mattina gli attraversarono la mente.

Correre. Allontanare. Cacciatori. Spari. Sangue. Dolore. Vilia.

Riconobbe il pavimento di legno che aveva continuato a guardare per ore, mentre la Vilia si prendeva cura di lui.

Riconobbe il forte profumo di frutti rossi con una sfumatura speziata che gli punse le narici.

Riconobbe la giovane Vilia appollaiata su una poltrona, il corpo addormentato interamente ricoperto dalla pesante coperta, i capelli arruffati e la bocca imbronciata.

Aveva fatto un buon lavoro quella mattina, estraendogli il proiettile d'argento che ad ogni movimento si era andato a conficcare un po' di più nella sua carne.

Ricordava ancora di come l'aveva guardato quando si era presentato alla sua porta.

Lo sguardo stupito, la bocca leggermente aperta e il corpo immobile...come se nella sua vita non avesse mai dovuto soccorrere un lupo.

Era una Vilia, il suo compito era aiutare quelli come lui!

Quando correndo nel bosco aveva avvertito un'ondata di potere bianco sfiorargli placido il corpo, per poco non aveva guaito per la contentezza facendosi scoprire dai cacciatori.

Le Vilie erano rare e le poche ancora in vita o erano rintanate in qualche casetta sperduta o erano bambole di pezza nelle mani di qualche cacciatore depravato.

Trovarne una nel momento del bisogno era stato per lui fonte di salvezza.

Si alzò in piedi, la ferita alla coscia completamente rimarginata.

Sorrise soddisfatto delle capacità di guarigione della sua razza, molto conveniente in casi come quello.

Ancora nudo, si avvicinò al corpo della Vilia profondamente addormentato.

The Night We MetDove le storie prendono vita. Scoprilo ora