Luna

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Si svegliò di soprassalto.

Mettendo a fuoco, vide che anche gli altri si stavano rialzando.
Era stato tutto così strano: Max, Lexa, il padre che urlava di dolore, Lexa che diceva di tornare a Polis.

Decise di prenderlo come una conseguenza di tutto quel dolore e che quella era la prima dose di droga di cui si faceva.

"Dove diavolo siamo?" Chiese Bellamy rialzandosi.
Guardandosi intorno, Jocelyn constatò che erano rinchiusi in una specie di capannone di metallo.

"La mia spada è sparita!" Disse Octavia.

Jocelyn si controllò le federe delle spade sulla schiena e la cintura dove c'era quella della pistola: erano tutte vuote.

Clarke controllò che la Fiamma fosse ancora al suo posto, mentre Octavia cominciava a sbattere i pugni sulle pareti.

All'improvviso due uomini aprirono le porte, ed entrò una ragazza con i capelli gonfi e arruffati, ma bellissima.

Jocelyn la riconobbe per il disegno che le aveva mostrato Jasper: era Luna.

"Luna!" Esclamò Octavia avvicinandosi.
Dopo averli scrutati uno per uno, prese parola.
"Dov'è Lincoln?" Chiese dura e Octavia prese un respiro profondo.
"Lincoln è morto" disse tutto d'un fiato.

Jocelyn sapeva che ogni volta che glielo chiedevano soffriva.

Luna non rispose, era rimasta abbastanza spiazzata, si capiva dall'espressione.

"Ha detto che ci avresti aiutati" disse Jocelyn.
"Davvero?" Chiese lei.
"Luna...sei l'ultima della tua dinastia" disse Clarke. "L'ultima Natblida"

"Non è vero" rispose la ragazza "qui è arrivata voce che anche la grande Darknheda lo è" disse guardando Jocelyn.
"Più o meno" disse Jocelyn mostrandole le cicatrici sulla schiena.
"Capisco" disse Luna dopo averle osservate attentamente "Una Alfnatblida, una mezza Sangue Nero"

Jocelyn annuì.

"Allora anche Lexa è morta" disse poi Luna.
"Il suo spirito ti ha scelta come prossimo Comandante" disse Clarke digerendo un'altra volta quel boccone amaro. "Titus mi ha affidato la Fiamma da consegnarti"

"Allora doveva dirti che ho lasciato il mio Conclave giurando che non avrei mai più ucciso" rispose Luna, non ammettendo scuse.

Clarke provò a convincerla, dicendo che non doveva uccidere e che regnare era un suo diritto di nascita, e come lo avesse fatto era una sua scelta.

Jocelyn sperava con tutta se stessa che avrebbe accettato.

"Ecco" disse Clarke estraendo la Fiamma e porgendogliela.
"Riconosco il Sacro Simbolo" disse Luna. "Ma questo cos'è?"
"Questa è la Fiamma" disse Clarke "contiene lo spirito dei comandanti, di Lexa, vuoi prenderla e diventare il futuro Comandante?"

Luna ci pensò, e quegli istanti di silenzio lasciarono sperare e ricevettero un no secco come risposta, e poi uscì.

Provarono a rincorrerla, ma si fermarono alla vista magnifica di quello che avevano davanti.

C'era solo mare intorno, e loro dovevano trovarsi sopra a una che in passato doveva essere una petroliera.

Era semplicemente mozzafiato tutto quel blu del mare unito al celeste del cielo.
Era una cosa che Jocelyn aveva sempre sognato vedere.

"Siamo nella terra dei Flokru, il popolo che non combatte" disse Jocelyn.

Ovviamente lo aveva appreso a Polis.

3- WE ARE THE WARRIORS// the 100Where stories live. Discover now