Capitolo 26 - Non è un addio (Sei anni prima)

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-E quindi?-, ripeté, in tono molto più lugubre e vide il ragazzo agitarsi sul suo posto.

-E quindi... per un po' di tempo dovrò andare via assieme a lui per... per fare questo rito nel posto dove si suppone sia...-, dapprima si interruppe, poi la guardò aprendo le mani davanti a lei, scuotendole, enfatizzando le sue parole: -Facciamo tutto per mia madre, Marinette!-, si scoprì.

Marinette rimase immobile e in silenzio, per un attimo, ad occhi chiusi indecisa se urlare quanto fossero false tutte le cose che le erano appena state dette o cercare di accondiscendere Adrien.

-Tua madre?-, domandò riprendendo fiato e coraggio, dopo un po'. Aveva riaperto gli occhi e le lacrime li stavano appannando completamente.

Adrien alzò lo sguardo al cielo, stizzendosi. Era facile bluffare con suo padre, quasi impossibile farlo con quella ragazza: -Non fare così adesso! Marinette!-

-Scusa...-, rispose lei abbassando la testa e torturandosi un'unghia con quelle dell'altra mano, mentre tirava su col naso.

-Non devi scusarti-, Adrien, scosse la testa e strinse forte i pugni: stava sbagliando tutto, eppure era la cosa che sentiva a più giusta per proteggere quella ragazza e la sua stessa esistenza.

-Non è colpa tua se mia madre è sparita, né mia, né di mio padre forse: ma non si trova, forse è morta o forse no, e forse, forse, abbiamo una traccia e sappiamo dove trovarla. E' solo questione di un po' di tempo: andiamo lì, facciamo questa "magia", dopo torniamo e staremo per sempre insieme, ok?-, le prese le mani tra le sue, erano gelide.

Marinette sfilò una delle sue mani da quella tiepida stretta e la avvicinò al volto bellissimo del ragazzo; lasciò una carezza dolce e si soffermò sfiorando con il pollice le labbra rosa. Sorrise mesta e allontanò la mano.

-Il modello: Adrien, lìmitati a fare il modello-, prese aria e si alzò, dando ancora le spalle al biondo che era rimasto piuttosto confuso dalle ultime parole. Adrien la vide allontanarsi appena e sentì il vuoto attanagliarlo al cuore: avrebbe dovuto essere forte, più forte che mai per perseguire il suo scopo, anche se faceva così male. Marinette prese aria, scosse impercettibilmente la testa e improvvisamente si voltò verso di lui; una lacrima rigava il volto pallido su cui risaltava il blu cupo dei suoi occhi umidi.

-E se usassi il mio Miraculous? Se lo facessimo noi due insieme?-, propose in un estremo tentativo la ragazza. Adrien sospirò: se l'aspettava quella domanda, avrebbe dovuto affondare ancora e ancora il coltello nel petto della sua piccola Marinette, prendendola in giro e allontanandola sempre di più da sé.

-Non possiamo farlo insieme perché dovremmo essere vicini al luogo dove si suppone che sia mia madre-, tentò di convincerla.

-E se fosse morta?-, quella era una domanda a trabocchetto, Marinette sapeva come sarebbero andate davvero le cose, o stava bluffando?

-Non è morta-

-Dovresti parlare con Maestro Fu prima di fare mosse affretta...-

-Ci ho parlato: so perfettamente come funzionano i Miraculous-, Adrien si morse la lingua nell'istante in cui rispose a Marinette. Nei suoi occhi lesse la delusione sorgere dietro il velo delle lacrime: le aveva promesso che sarebbe andato insieme a lei, che avrebbe agito con lei, e invece... Invece... Avrebbe avuto ragione se si fosse veramente arrabbiata.

-E allora come fai a credere a quello che dici che c'è scritto nel grimorio di tuo padre!?-, Marinette era ormai esasperata, senza capire a che gioco davvero stesse giocando il ragazzo che credeva di conoscere e che aveva disatteso la promessa della sera prima.

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