Capitolo 26 - Non è un addio (Sei anni prima)

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"La signorina Marinette Dupain-Cheng è desiderata in presidenza con la massima urgenza"

Il messaggio passato sull'altoparlante nel corridoio lasciò tutti di stucco. La Signorina Bustier interruppe la sua spiegazione e spostò lo sguardo sulla sua alunna preferita che, inevitabilmente, era impallidita: gli occhi azzurri terrorizzati sembravano enormi su quel piccolo viso triste e stanco.

-Vai-, disse semplicemente la professoressa, mentre nell'aula era calato il silenzio: era molto infrequente che venissero trasmessi messaggi di quel genere e le rarissime volte che era accaduto non era mai stato per qualcosa di buono.

Alya strinse la mano dell'amica mentre scivolava silenziosa via dal suo banco: perfino Chloé Bourgeois rimase zitta, esterrefatta per quella situazione decisamente inusuale.

Marinette chiuse silenziosamente la porta alle sue spalle e iniziò a correre con il cuore in gola, domandandosi cosa stesse accadendo e perché proprio lei, che era la paladina della giustizia a Parigi, si stesse trovando in quella situazione.

-Stai tranquilla, Marinette, vedrai che non è nulla di grave-, pigolò Tikki, facendo capolino dalla sua borsetta.

-Tikki ha ragione, tranquilla, Marinette!-

Più che le parole, più che la voce, furono le mani calde che la trattennero dalla vita in un rapidissimo abbraccio rubato, che fecero tremare Marinette di una paura e al contempo di una felicità estrema, tanto che si lasciò andare a un pianto rumoroso, con la testa affondata nel petto di Adrien.

-Signorina Dupain-Cheng, si tranquillizzi...-, udendo la voce del Preside Damocles che si stava avvicinando, Marinette alzò gli occhi e si costrinse a tornare forzatamente alla realtà: -Ho usato l'interfono per chiamarla perché mi sembrava che l'urgenza del Signor Agreste nel parlare il prima possibile con lei, fosse ben motivata...-, l'uomo incrociò le mani dietro alla schiena e attese che Adrien si spiegasse.

-Aehm... mio padre ha fissato un'intervista esclusiva con Nadja Chamack tra mezzora nel suo studio televisivo... L'intervista... Dai, Marinette, ce ne aveva parlato...-, Adrien spalancò gli occhi sperando che la ragazza, sebbene frastornata, gli reggesse il piano, del quale lei non sapeva nulla.

-Ah... Ah! Ma certo! L'intervista! Come dimenticarsene!-, stirò le labbra in un sorriso forzato verso Damocles e sperò che Adrien continuasse per lei.

-Se può scusarci, Monsieur Damocles, la mia auto è già qua: non vorremo fare aspettare la Signora Chamack, giusto?-, Adrien prese Marinette per le spalle, spingendo lievemente perché la ragazza iniziasse a camminare.

Damocles rimase per un istante interdetto, poi scosse il suo testone canuto e comprese: -Certamente Signor Agreste: mi raccomando, fate presente alla tivù che la nostra scuola ha subito ingenti danni e che... mi capisce... non è giusto che sia solo suo padre a impegnarsi per la ristrutturazione come mi ha appena annunciato...-, allungò le mani avanti a sé, agitandole per cancellare le ultime parole dette: -Non che non sia un gesto di infinita gentilezza da parte di suo padre, non mi fraintenda! Tutti noi siamo infinitamente riconoscenti per la impareggiabile proposta che mi ha appena riferito, ma...-

-... vuole che si sappia che la scuola è stata presa di mira da un akumizzato, che non c'entra niente, che è parte lesa e che anche il Ministero deve fare la sua parte come minimo segno di indennizzo per tutti i disagi occorsi-, completò per lui Adrien.

Damocles serrò la bocca e annuì vigorosamente, sull'attenti: -Esattamente!-, disse solamente, lasciando sfilare davanti a sé i due giovani e guardandoli sparire oltre il portone della scuola. Non era da lui consentire che una minorenne lasciasse senza opportuna autorizzazione della famiglia l'edificio, ma... c'era la tivù, la Chamack... e Adrien Agreste era senza dubbio un ragazzo molto, molto affidabile.

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