Parte tredici

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-Mi sento d'obbligo a chiarirvi che mia nipote ha sedici anni, quasi diciassette, ma è colei che viene pagata di meno- disse mio zio indicandomi -Ma hai ricevuto una promozione lo stesso. Sei stata tutti i giorni attiva. Hai un aumento di 150£ sul tuo stipendio normale e forse ti metto qualche ora in meno durante la settimana e un paio in più la domenica-

Mi misi da parte con un sorriso stampato in faccia. Soldi in più. Diede a quasi tutti un aumento e poi alla fine disse -In più il negozio si espanderà. Abbiamo comprato la proprietà sopra il negozio, quindi espanderemo tutto- ci fu un applauso e la gente tornò ai propri tavoli.

-Oliver ti stava mangiando con gli occhi- mi disse Layla mentre mangiava delle olive.

Evitai di guardarla e continuammo la serata. Verso l'una di notte ci incamminammo verso le macchine. Aveva smesso di piovere. Qualcuno mi prese la mano da dietro.

-Domani vai a scuola?- era Oliver.

-No, morirei di sonno-

Oliver sorrise con gli occhi mezzi chiusi -Si, anche io-

-Buonanotte- dissi mettendomi in punta di piedi, per baciarlo. Non c'era nessuno nei paraggi, quindi ne approfittammo per far durare il bacio di più.

-Dovrebbe essere sempre così- disse lui sospirando.

Se ne andò senza dire altro.

Tornammo a casa letteralmente sfiniti.

Sentì suonare qualcosa. Pensavo fosse la sveglia, quindi presi il cellulare convinta che fosse questa. Invece no. Il cellulare era normale, se non fosse per una chiamata persa da Oliver. Il rumore finì. E mi resi conto che era il campanello di casa. Presi una vecchia maglietta di qualche taglia in più e me la misi andando verso la porta della stanza. Si aprì da sola, svelando la figura di Oliver dall'altro lato.

-Come cazzo sei entrato?- chiesi nel panico. Avevo lasciato la porta aperta?

-La finestra- disse osservando la mia stanza.

Era in un super casino.

-Erm... Perché sei qui?-

-Io non sono andato a scuola, come tu. Quindi ci teniamo compagnia- si andò a buttare sul letto prendendo il mio pc.

-Ho eliminato il mio diario- dissi sapendo che sarebbe andato a cercare li.

-Uffa- disse lui riposando il pc.

Andai a sedermi accanto a lui, cercando di allungare la maglietta più che potevo. Mi arrivava alle ginocchia ma appena mi sedevo si potevano benissimo vedere le mie mutande.

-Allora...- disse Oliver levandosi la felpa grigia, mostrando una maglietta nera con un teschio sopra -Che facciamo?-

-Colazione- dissi alzandomi e dirigendomi verso la cucina.

Cucinai due uova, presi delle fette di pane integrale e un succo d'arancia.

-Vegetariana- disse guardandomi e sorridendo.

-Si, hai problemi?- chiesi sgranocchiando il pane.

-No no- disse lui sorridendomi -Sono vegano-

Riassunto di ciò che Oliver mangiava: niente.

-Oggi tu lavori?- chiesi.

-Si, alle cinque attacco, tu?-

Annui senza dire l'orario. Anche perché non lo ricordavo.

-È possibile che sei ovunque tu?- disse qualcuno dalle scale. Layla. Si era appena svegliata.

Aveva i capelli simile alla forma di una palla e il pigiama a righe rosa e viola. Sembrava lo stregatto di Alice nel paese delle meraviglie.

Oliver annuì e si diresse verso la mia camera, dove entrò. Diedi l'altro uovo a Layla e dissi -Vado da Oliver-

-Ricordatevi il preservativo- disse lei con aria vaga prima di bere il succo.

Sbuffai e salì le scale.

-Usciamo- dissi aprendo la porta.

-Perché?- era ancora sdraiato sul mio letto.

-Non voglio che Layla sta nei paraggi, quella ci scasserebbe il cazzo anche se parliamo-

-E dove andiamo?-

Ci pensai su mentre prendevo un paio di jeans -Hyde Park-

Scendemmo dall'Underground che non era molto affollata in quanto il treno passava ogni cinque minuti. In pochi minuti ci ritrovammo ad Hyde Park, sdraiati sull'erba con le sigarette accese. Oliver si era deciso di comprarsi i pacchetti invece di rubarle sempre a me.

-Voglio adottare una papera- disse mentre spegneva la seconda sigaretta.

Scoppiai a ridere -Sarebbe un idea-

-Seriamente!- disse alzandosi -Potremmo tatuarla!-

-Non ci credo- dissi alzandomi e andando verso l'uscita del parco.

-Dove andiamo ora?- chiese saltellando per raggiungermi.

-Non lo so- dissi sbuffando.

Mi facevano male i piedi per non so quale motivo.

Camminammo a lungo per le vie affollate di Londra e ci ritrovammo di fronte un negozio di strumenti musicali.

Ci dividemmo, perché io andai verso le chitarre elettriche. Era l'unico strumento che mi mancava. Ma in tasca non avevo un soldo dato che li avevo spesi tutti.

-Posso aiutarla?- chiese qualcuno dietro di me.

Mi girai e osservai una faccia familiare.

-Oh, tu sei Moon- disse.

Era un ragazzo dalla carnagione abbronzata, come se fosse Italiano o Messicano. I capelli castani lunghi fino a poco dopo le spalle e un cappello girato.

-Tu sei il ragazzo di Lucrece!- dissi indicandolo.

Lui annuì -Mi chiamo Vic- e mi strinse la mano -Lucrece mi ha parlato di quella band che vuoi creare...-

-Oh, si! Mi ha detto che tu sai cantare-

-Già- disse sorridendo.

-Allora siamo già al completo- disse Oliver, che era appena arrivato -Ciao Vic- e gli sorrise.

Tornai a casa da sola. Oliver era rimasto nel negozio di musica perché doveva comprare non so cosa e ci voleva un po' di tempo.

Layla mi fece trovare tutto pronto. Ma non trovai solo Layla a casa. Trovai anche Colin.

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