Capitolo secondo: Patatine Fritte

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Il suono metallico delle chiavi che si giravano nella serratura del portone dell'appartamento al terzo piano del suo palazzo, provvedette ad ammutolire le grida dei genitori di Chiara che, come spesso accadeva, stavano discutendo in modo animato. Silvia, la madre, ci salutò, con la vana speranza che non avessimo sentito le grida, smentita subito dal mancato saluto della figlia e dalla sua veloce ritirata in camera. Risposi io al saluto e mi affrettai a seguire Chiara. Avevo visto quella scena talmente tante volte che ormai non provavo più imbarazzo come le prime volte. Era diventata come una scena di vita quotidiana, una cosa tristemente prevedibile. Entrai nella stanza e chiusi la porta dietro di me. Chiara stava sdraiata sul suo letto dove ancora teneva vecchi peluches e cuscini con ricamati sopra le sue iniziali. Di tanto in tanto cacciava un soffio. Le dissi, come facevo sempre, che era normale che due adulti litigassero e che non si doveva preoccupare; anche se sapevo che litigare così vivacemente tutti i giorni come sapevo che accadeva non era affatto normale. Chiara spostò il discorso sulla mattinata:"Come ti sembra la classe?" mi chiese. Io sapevo benissimo dove volesse andare a parare perciò risposi:" Sembrano simpatici, ma sai come la penso io. Tutti abbiamo un lato oscuro. E comunque no, non mi piace nessuno di loro.". "Ma dai! Possibile che nessuno di quei dieci ragazzi ti attizzi?"Chiara era l'unica persona alla quale raccontavo tutto, compresa la mia omosessualità. Proprio mentre stavo ribadendo un deciso "no" bussò quasi timidamente sua madre e ci disse con fare dolce che era pronto in tavola e che, come succedeva sempre quando Chiara beccava i genitori in un litigio, c'era un piatto speciale. Io e lei ormai sapevamo di cosa si trattasse. Patatine fritte. Infatti da piccola Chiara le amava e ne mangiava a bizzeffe, ma ora le detestava; non perché non le piacessero, ma perché erano usate dalla madre per cercare di "rallegrare" l'animo della figlia ogni qualvolta avesse dovuto assistere a uno dei ricorrenti litigi fra i due coniugi. Mangiammo in silenzio sia le patatine sia la pasta con la salsiccia e le carote che a mio parere era la pietanza più buona che Silvia sapesse cucinare. Anche le patatine erano buone e ne mangiai abbastanza. Non mi sorpresi che Chiara non ne avesse presa nemmeno una nonostante i molteplici inviti a mangiarle da parte della madre. Circa un'ora dopo l'inizio del pasto Giorgio, il padre, si alzò, diede un bacio amorevole alla figlia, mi salutò ed uscì di casa, ignorando completamente la moglie. Percepì subito che Silvia era in procinto di crollare perciò proposi a Chiara di uscire in centro. Così ci avviammo verso il portone e dopo che la mia amica era uscita mi misi sull'uscio. Salutai la madre che con gli occhi già lucidi avrebbe voluto ringraziarmi, uscì, chiusi la porta e già potevo sentire il suo pianto sommesso.

Amore e MisteriWhere stories live. Discover now