1 Dicembre 2013 - Cervera, Spagna.

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Passare dal saluto sobrio e veloce che lei e il suo migliore amico si erano scambiati di fronte al gate dell'aeroporto Marconi di Bologna che lei ormai conosceva fin troppo bene, al modo scomposto in cui il minore dei fratelli Marquez l'aveva abbracciata quando aveva messo piede fuori dal gate dall'aeroporto di Barcellona era il tipo di cosa che non poteva non farla sentire spaesata; il fatto che attorno a lei vigesse uno strano mix di lingue che variavano da italiano, a inglese, a spagnolo non aiutava particolarmente a farla sentire al suo posto, ma per fortuna gli ultimi mesi passati viaggiando costantemente da un paese all'altro per le gare tornavano utili nell'ambientarsi in fretta un po' ovunque.

Ricambiò l'abbraccio di Alex, lasciando il trolley sul pavimento lucido accanto alle sue gambe «Ci siamo visti un paio di settimane fa per i primi test Lex, non ero esattamente dall'altra parte del mondo.» borbottò piano, staccandosi da lui e alzando il capo per rivolgergli un sorriso divertito.

Lo spagnolo si limitò a stringersi nelle spalle «Ormai mi ero abituato a vederti fin troppo spesso.» rispose alla fine, come se fosse ovvio.

A quel punto le si era affiancato anche Marc, rubandole la valigia con un sorrisetto insolente sulle labbra «Credo sia meglio avviarci,» stabilì alla fine avviandosi verso l'uscita «Mama y papa nos esperan por cena.»

Caterina lo guardò allontanarsi con sguardo stranito per mezzo secondo, si aspettava un altro tipo di accoglienza, soprattutto dopo il modo in cui Marc si era comportato per tutto il campionato, ma era meglio così; le dimostrazioni di affetto in pubblico non fallivano mai nel metterla a disagio e le bastavano quelle di Alex.

Si passò una mano tra i capelli prima di decidersi a seguirlo per i lunghi corridoi affollati dell'aeroporto di Barcellona, era quasi sicura che, se non fossero andati a prenderla sarebbe riuscita a perdersi in quel posto, tra bar, gates e negozietti vari le sembrava di essere in una riproduzione al chiuso di una città piuttosto che in un semplice edificio.

Prendere parte a una cena della famiglia Marquez la metteva leggermente a disagio, aveva avuto modo di conoscere Roser solo al Galà di Valencia; la donna le era sembrata estremamente educata e gentile, oltre a essere l'unica a riuscire a tener sotto controllo Marc, che già di per sé era un'impresa non da poco, ma di fatto non aveva il tipo di rapporto con lei che le permetteva di essere sicura di non essere di troppo e quello la preoccupava.

Abbastanza ironico dato che non si era fatta troppi problemi ad accettare l'ospitalità di Marc che le aveva offerto una stanza nella sua nuova villa per la settimana. In realtà aveva provato a rifiutare anche quella, ma il maggiore dei Marquez non ne aveva voluto sapere.

«Cate?» la lieve intonazione preoccupata nella voce di Alex la risvegliò dalle sue elucubrazioni «Todo bien?»

La riminese annuì leggermente «Stavo riflettendo,» rispose poi, risistemandosi lo zainetto in pelle sulle spalle «forse dovrei farlo meno spesso.» concluse, rivolgendogli un mezzo sorriso.

La risata di Marc, che ancora li precedeva di un paio di passi, risuonò cristallina per l'entrata dell'aeroporto «Forse dovresti, Querida. Credo che pensare sempre troppo faccia male.» le fece notare, attraversando le porte scorrevoli con passo sicuro.

Caterina scosse la testa, lasciandosi sfuggire una mezza risata «Detto da quello che ha fatto del non pensare troppo il suo stile di guida.» ribatté, lanciando un'occhiata divertita ad Alex mentre uscivano nell'aria salmastra e umida della città, il cielo era ancora rischiarato dal sole e anche la temperatura era completamente diversa dal freddo che era già arrivato in Italia.

«Intanto con il mio stile di guida ho vinto tre mondiali,» Marc si strinse nelle spalle, prima di lanciarle un'occhiata divertita «ne riparleremo quando lo avrai fatto anche tu.» concluse, mentre attraversavano il parcheggio e si fermavano di fronte a una berlina nera. Il maggiore dei fratelli estrasse le chiavi marchiate Honda dalla tasca dei jeans che indossava, aprendo il veicolo prima di sistemare la sua valigia nel bagagliaio.

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