19 Maggio 2013 - Le Mans, Francia.

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La seconda vittoria in Moto3 era arrivata a sorpresa, non tanto perché non si fidasse della KTM che guidava, quella moto si era rivelata perfettamente performante dalla prima volta che ci era salita e, nonostante la caduta in Qatar, le aveva già dato prova di darle tutto il necessario per combattere fino alla fine, aiutata anche dal suo fisico minuto, per quanto allenato, che metteva meno stress sulle gomme facendola arrivare a fine gara con quel qualcosina in più necessario per agguantare una posizione e tenersela. Non si era fermata nei box più del tempo necessario per le foto di rito con i tecnici e i soliti festeggiamenti post podio, preferendo scomparire nel retro per una sigaretta prima di tornare a chiudersi nel motorhome, possibilmente a recuperare le ore di sonno che aveva perso nei giorni precedenti. La vita di un riminese era fin troppo etnica, la vita di un riminese quando iniziavano a riaprire i bar sulla spiaggia diventava un casino di dimensioni epiche, soprattutto quando i propri amici decidevano di dover festeggiare la nuova stagione con un giro bar che l'aveva fatta tornare a casa alle tre di giovedì mattina con più alcol che sangue in corpo.

Per fortuna le era bastata la giornata di giovedì per smaltire postumi e tasso alcolemico, altrimenti non avrebbe nemmeno potuto correre la gara e sarebbe stato un peccato, dato che quella gara le aveva regalato venticinque punti che, in ottica campionato, valevano più dell'oro; soprattutto dopo lo zero che aveva rimediato sul circuito di Losail.

Aveva appena fatto in tempo a buttarsi sul divanetto della zona giorno, la tuta da gara abbandonata su una sedia nel cucinotto e addosso un paio di pantaloni di una tuta e una canotta nera, che una serie di colpi erano risuonati in modo secco dalla porta.

La riminese si era guardata attorno con aria infastidita stirando le braccia di fronte a sé e osservando i suoi polsi tatuati con aria critica prima di tirarsi lentamente in piedi, ruotò lentamente il collo, portando le dita affusolate a massaggiare il muscolo indolenzito che lo collegava alla spalla. Alla fine si decise ad andare ad aprire la porta, appoggiandosi allo stipite e osservando le due figure in piedi di fronte a lei con un sopracciglio alzato «Io capisco che voi due siate incollati alla vita, quello che mi confonde è per quale motivo abbiate pensato di presentarvi qui.» concluse osservando i due spagnoli in piedi sulla soglia, il maggiore aveva i capelli ancora bagnati dello spumante da podio nonostante non indossasse più la tuta da gara, ma piuttosto un paio di jeans e una maglietta con il suo 93 stampato sopra; Alex sembrava il più composto e anche l'unico che si fosse sprecato a farsi una doccia, se il modo ordinato in cui i capelli scuri gli ricadevano sulla fronte erano un qualche tipo di indicazione. Tenuta saldamente nella mano del maggiore una bottiglia di spumante ancora chiusa dalla gabbietta in acciaio. Tutti molto bello anche se ancora non le era chiaro perché due spagnoli si presentassero al suo motorhome con dello spumante.

«Vamos Caterina! Volevamo festeggiare insieme a te!» la voce di Marc aveva un sottotono allegro mentre allungava una mano per spintonarla leggermente, un gesto amichevole che stonava fin troppo con il rapporto da conoscenti che avevano instaurato nei loro festeggiamenti dopo la gara a Jerez.

Caterina Maggioli poteva contare sulle dita di una mano le persone di cui poteva sopportare, malamente, la presenza dopo una gara e i Marquez non rientravano in quel gruppo «Non capisco come mai, onestamente.» ripetè con lo stesso tono piatto, perché veramente non capiva la loro presenza e, se doveva essere onesta, quel tipo di comportamento non era esattamente nelle sue corde.

Il sorriso incredibilmente dolce che si era aperto sulle labbra di Alex, l'unico del terzetto a non aver finito la gara sul podio, era stato l'unico motivo per cui si era decisa a fare un passo indietro, facendo ai due cenno di entrare prima di chiudere la porta alle loro spalle.

Non avrebbe mai più seguito i consigli del suo manager sull'essere amichevole.

Era tornata a buttarsi sul divano dopo aver recuperato tre bicchieri e una bottiglietta d'acqua, Alex Marquez era ancora minorenne dopotutto e non poteva sapere se avrebbe indugiato anche lui nell'alcol che sembrava piacerle fin troppo e che, apparentemente, era apprezzato anche dal maggiore dei fratelli.

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