2. Upper than You

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Nella foto: Coney island

  Ab uno disce omnis. (Eneide, Virgilio)

"Da uno capisci come sono tutti"  

KENO

L'odore della salsedine era particolarmente forte a quell'ora della sera, Coney Island era davvero un posto magico, uno dei punti di ritrovo preferiti dai miei amici. Spiaggia enorme, locali, attrazioni, andava bene per qualsiasi serata, potevi perderti fra le luci e i profumi del lungo mare oppure goderti il silenzio della spiaggia in penombra. Quella sera non stavo facendo nulla di tutto questo, me ne stavo seduto sulla sabbia a fissare gli altri passarsi da bere e ballare allegri al ritmo di una musica che non riuscivo a sentire.

Diciotto anni. Le persone dicono che il mondo cambi a diciotto anni eppure io mi sentivo ancora tremendamente me stesso, il solito Keno. Non che fosse male, sapevo che chiunque lì in mezzo mi invidiava, sapevo che vista da fuori la mia vita era parecchio ambita ma il senso di frustrazione è un compagno duro da scacciare. Avevo sempre vissuto guardando avanti, desiderando e lottando perennemente per lo step successivo, qualcuno mi aveva detto che non sapevo godermi il presente, io mi chiedevo se ne valesse la pena.

Un rumore di passi vicini mi fece voltare indietro, giusto in tempo per notare Aiden venire verso di me; era la prima persona che i miei occhi mettevano a fuoco quella sera. Mi passò un bicchiere di birra e si sedette accanto a me, restammo in silenzio per qualche momento.

- Tanti auguri allora. – Disse con un fare stanco, quasi abbattuto, poi fece battere il suo bicchiere contro il mio – allora? Dove hai lasciato il tuo adorabile dottore? -

- Gli ho detto che non lo volevo fra i piedi – risposi bevendo un sorso di birra.

- Wow, che stile – rise, senza essere davvero divertito – lo avrai lasciato agonizzante e voglioso di attenzioni. Forse è tutta una tattica la tua -

- E dov'è il tuo di innamorato? – Risposi in fretta, senza voler giustificare il mio comportamento.

Sei proprio un bastardo Keno.

Lo ero davvero. Vidi un velo di amarezza oscurare gli occhi blu del mio amico, Aiden era una delle poche persone che rispettavo davvero, forse l'unica, e riuscivo comunque a ferirlo. Spostai lo sguardo verso il resto del gruppo, sapevo che non avrei ottenuto risposta, notai che Shannon e James stavano intrattenendo alcuni sconosciuti. In particolare lei si stava esibendo in una maldestra danza seducente con un tipo appena conosciuto, ogni tanto i suoi occhi si spostavano verso di noi alla ricerca di reazioni sul volto di Aiden.

- Ho le palle girate, Keno. Le cose vanno di merda e devo pur scontarmela con qualcuno. Non sono mai stato capace di tenermi i problemi dentro, né intendo iniziare adesso – disse alla fine il mio amico rompendo il silenzio – ho mandato tutto a puttane con gli altri e sì, hai ragione ... l'ho fatto consapevolmente, ma mi auguro che tu non ti aspetti davvero delle scuse da parte mia –

- Delle scuse? – il mio tono era quasi divertito – non me ne frega un cazzo Aiden, non di loro almeno. Quello che mi ha fatto incazzare è che quando io ti ho chiesto di non farlo tu mi hai sputato in faccia –

- Non era a te che pensavo in quel momento – Disse lui, gelido

- So cosa provi – lo interruppi – ti conosco meglio di chiunque altro e ti ho sempre rispettato, sei l'unico che si è guadagnato il mio rispetto. Loro ti vedono solo come uno che ce l'ha fatta, che presto diventerà famoso e farà un mucchio di soldi, uno da tenersi buono ... ma io comprendo il sacrificio e la tua ambizione. Comprendo persino la tua frustrazione, Andrew non è un uomo facile e questo sta corrompendo anche te, lui ti sta destabilizzando e glielo stai lasciando fare – il mio amico taceva ma io non potevo continuare a stare in silenzio – non dovevi baciare Shannon e non c'entravano i sentimenti di quella idiota, c'entravi tu che dovevi mantenere il controllo e non lasciarti sopraffare da lui –

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