CAPITOLO XXXVII

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I due scagnozzi subito si misero all'opera andando a prendere la spada.

Aiden sembra essersi appena svegliato da un lungo sogno.

Ha gli occhi spalancati e la bocca aperta.

- e questo cosa significa?- si rivolge inizialmente al padre.

-non doveva andare cosi, avevi detto che doveva solo prendere da lei la spada, nient'altro.-

Il padre gli volta la testa dall'altro lato, cosi lui si rivolge direttamente a Catanitus.

-No! Non puoi farlo. È tua sorella. Lei non ha fatto niente.-

-forza, allontanatelo da me!- dice Catanitus ai suoi scagnozzi, mentre Aiden si stava avvicinando.

-Deianira! No, per piacere, non fatela del male!-

Un gruppo di sei scagnozzi prendono Aiden e lo bloccano.

-Lasciatela stare!- urla dimenandosi tra le loro braccia.

Ne frattempo sono arrivati gli altri due con la spada. È una lunga spada argentea che scintilla terribilmente. Ha la punta molto affilata.

-Oh piccola Deianira, mi fai tanto pena in questo momento. Saremmo potuti essere quei fratello e sorella molto carini e sdolcinati. Ma nostro padre non ha voluto. Ti ha condannata a morte. Ricordo quando ti scoprii- si accovaccia con la spada tra le gambe. Adesso siamo occhi negli occhi.

-Eri cosi piccola, ma anche cosi letale. Stavi volando, ho sempre voluto volare. Papà ti prese in braccio mentre cadevi dal cielo. E ridevi, quella risatina che mi sognavo di notte nostro padre a me non mi ha mai fatto ridere.-

Tra i denti ringhio - hai mai pensato che forse è perché sei un mostro?-

-si, forse hai ragione. Ma io sono un combattente, mentre tu ti divertivi a scorrazzare avanti e dietro, io combattevo al fianco di zio Ares.

Mi ha portato con lui in diverse guerre. Ho ucciso tante persone.-

-Ecco la tua risposta. Hai mai pensato che alla guerra potrebbe esserci un'altra fine. Non ce bisogno di lottare per arrivare ad uno scopo, hai tolto delle vite umane. Hai ucciso padri, fratelli, compagni. Hai pensato alle loro famiglie. A ciò che stavi facendo, a come si saranno sentiti nel momento in cui gli ha tolto i loro cari?-

-Ecco perché voleva te come figlia legittima- sbuffa e si alza su.

- Sorellina il mondo non è rose e fiori. È sangue, guerra. Se fossi venuta almeno una volta insieme a me, forse-

-Non sarò mai come te-

-Infatti saresti stata peggio! Vedevo te che con quelle manine accarezzavi nostro padre, mentre io- infila il piedi sotto il tavolo cercando qualcosa.

-Mentre io non potevo neanche chiamarlo padre.-

Il suo piede trova ciò che stava cercando, la mia mano e con forza la schiaccia.

Con tutto il peso del suo corpo ci sale su, facendomi sentire molte delle mie ossicine fare strani rumori.

Dal mio stomaco sale un grido che si diffonde presto tra i polmoni prima di uscire dalla gola, e bruciarmela.

Tutto il mio corpo si contrae al dolore che provo. Chiudo gli occhi cercando di prendere tutta la forza possibile, per dirgli quanto lo odiavo. Ma le parole mi morivano in gola.

-Sei odioso! Uno stronzo, ma come ti permetti!- è la voce di Aiden che urla come un forsennato contro di lui.

Gli e ne sono grato, ma è anche per colpa sua se in questo momento sono in queste condizioni.

COLLAPSEDove le storie prendono vita. Scoprilo ora