CAPITOLO XXXVI

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-Cosa diavolo fai Aiden, non puoi lasciarglielo prendere. È troppo importante. Lui sta dalla parte dei nostri nemici!- la mia voce è cosi alta, che dentro questa biblioteca rimbomba ripetutamente.

Aiden alle mie urla sembra rispondere solo con una testa china.

-Hai fatto la scelta giusta figliolo- risponde di rimando James, poggiandogli una mano sulla spalla.

Aiden si avvicina a me porgendomi la mano, ma viene spostato da James che gli fa segno di stare dietro.

-Adesso però io non posso farti vagare per i sotterranei. Dovresti restare qui, ma sappiamo tutti che non lo farai mai. Quindi- è ad un passo da me.

-No padre, non farlo.- Adesso si innalza su di me, con il pugno ritto sul mio naso.

L'ultima cosa che vedo prima di crollare sul pavimento, è il sorriso sulla bocca di quell'idiota.

Le mie tempie stanno facendo la lotta tra di loro, mentre i miei occhi faticano ad aprirsi.

Ho tutto il corpo indolenzito, non so su quale parte soffermarmi.

Sento il sapore metallico del sangue in bocca e le lacrime che mi incollano gli occhi, come fosse colla.

Non sento più ne le mani, ne i piedi. Penso sia una buona idea muoverle, ma mi accorgo di essere legata.

Questa sensazione mi costringe ad aprire gli occhi.

Sono sempre nella biblioteca ma sono legata al tavolo, quello al centro della stanza.

Le braccia sono incrociate tra il tavolo e la mia schiena, mentre le gambe sono ridotte a un'unica salsiccia, legata con una corda molto stretta. Sento il sangue che scorre difficoltosamente.

Inizio a strattonare le corde, ma sono troppo strette. Il mio cuore inizia a martellarmi nel petto, mentre il respiro si fa sempre più affannoso.

Sento dei passi alle mie spalle, ma non posso voltarmi.

Spero sia Aiden

-Aiden sei tu?- balbetto.

-No, non sono il tuo Aiden- la voce alle mie spalle si avvicina, entrando nella mia visuale.

È un ragazzo sui venticinque anni, dai capelli neri non molto curati.

Ha i suoi occhi neri come il carbone, puntati nei miei. Ha un che di malvagio nello sguardo, che mi fa rizzare i peli sul braccio.

Ha indosso tutti indumenti neri, tranne due spade infilate nella cintura.

Tra le mani ha quello che sembra un manico di spada, è ornato da diverse pietre conficcate all'interno. Ed è di color oro.

-Si sorellina, è il pezzo della spada.-

Sorellina?

-Catanitus!- è proprio lui. Colui che mi vuole morta, ed è proprio davanti a me, ma io non posso fare niente perché sono legata ad un tavolo!

-Grazie al tuo ragazzo ed a James-, li indica mentre entrano anche loro nel mio campo visivo. Si mettono alle sue spalle, Aiden è davanti con lo sguardo al pavimento, e alle spalle James con la mano sulla sua spalla, -sono arrivato a questo- continua alzando il manico.

-Adesso mancano solo altri due pezzi e tutto il mondo sarà ai miei piedi. Sarò l'altro guerriero che possederà la spada dell'anima. Con le due spade- indica a Aiden, -avremo il mondo nelle nostre mani. E poi mi tocca farti fuori per prendere il posto che mi spetta sull'olimpo.-

-ma cosa sta dicendo?- dice Aiden con tono allarmato al padre. Non riesco a sentire ciò che gli risponde perché Catanitus inizia a sovrapporre la sua voce,

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