CAPITOLO XVIII

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Lei non c'è...
Lei... non è qui!
Non è vero, ditemi che non è vero. È impossibile che sia scomparsa così, proprio davanti ai nostri occhi, ci deve essere una spiegazione.
L'ansia mi sta divorando, mentre il mio cuore sta facendo a botte con la gabbia toracica, come a voler uscire.
Mi passo una mano nei capelli per la disperazione, strattonandoli e inizio a camminare avanti e dietro sull'orlo della porta.
<È tutta colpa tua! Se non ti fossi intromesso tutto questo non sarebbe successo!> sto gridando, sento la mia voce uscire direttamente dalla bocca dello stomaco. Le vene del collo che pulsano fortissime e le mie mani che diventano rosse chiuse in pugno.
È colpa sua, tutta colpa sua!
Se non avesse detto di voler restare nella sua stanza, con quel tono di sfida...oh mio dio, lo vorrei uccidere. A lui e alle sue cazzo di idee.
<Ah ora è colpa mia? Tu ci hai fatto restare entrambi fuori la sua stanza, quando potevo guardarla da dentro. Quindi adesso calmati!>
<Oh si restiamo calmi, Deianira è scomparsa e noi restiamo calmi, vuoi anche un caffè cosa ne pensi?> la colpa è sua non mia.
<Adesso smettila di fare il simpatico e cerchiamo di capire cosa le sia successo.> odio quando ha ragione!
Lo spingo ed entro per primo nella stanza.
La finestra è aperta, permettendo al vento di entrare e di spostare le tende, e permettendo all'udito di sentire il fruscio del vento.
Le due tende che si aprono giusto al centro e si muovono mi ricordano tanto le sue ali.

Iniziamo a perlustrare la stanza in ogni angolo, ma non troviamo niente.. Non c'è nulla fuori posto, niente che sia caduto o che si sia spostato.
Forse ha deciso di volare, ma conosco troppo bene Deianira. Non si sarebbe mai allontanata da sola, specialmente dopo che mi aveva detto che non si sarebbe mossa dalla sua stanza.
Mi muovo irrequieto nella stanza non sapevo da dove iniziare, non c'è niente di sbagliato, sembra che sia stata lei a volersi allontanare.
Ryan nel frattempo inizia ad aprire anche i cassetti e le ante del mobiletto.
<Ah buona idea aprire i cassetti, può darsi che stia giocando a nascondino! Deianira esci...> dico in modo sarcastico prima di sussurrare tra me e me <Idiota.>
<Ma la smetti? Non risolveremo nulla se continuiamo a litigare e...>
<Ma che diavolo sta succedendo?> entra Celeno.

Mancava solo lei!

Ha indosso un pigiama rosso a pois bianchi e delle grosse pantofole a forma di coccinella. I suoi capelli sono tutti scombinati e gli occhi ancora assonnati.

<Deianira è scomparsa!> dice Ryan con tono fermo.
Celeno sgrana gli occhi incredula, e squadra prima Ryan e poi me.
<Come sarebbe è scomparsa?> dice quasi non volendo crederci.
<Che è scomparsa, io e Ryan mentre eravamo qui fuori a fare la guardia, abbiamo sentito un forte rumore e quando siamo entrati lei non c'era.> questa volta sono io a parlare.
<Fantastico! Io non so più come fare con voi>, inizia ad agitarsi e a mettersi le mani sulle orecchie, come se non volesse sentire più niente.
<Non credete che non abbia sentito tutto quello che è successo prima, ho solo deciso di non interferire per il bene di Deianira. Ma ora mi avete stancato!> Il suo sguardo è freddo e pieno di rabbia.

Anche lei ha sentito tutto, ogni cosa...

Spero solo che non abbia ascoltato anche la conversazione mia e di Ryan.
<Siete solo due bambini!> dice prima iniziare a girare intorno alla stanza.
<Abbiamo controllato ovunque, anche dentro i cassetti> dico guardando Ryan <Ma non c'è nessuna traccia di lei.>
Celeno arriccia gli occhi sussurrando:<Traccia...traccia...TRACCIA!> lo dice quasi gridando <Le impronte, come ho fatto a non pensarci prima. Venite qui tutti due.> indicandoci l'ingresso della stanza.
Senza dire parola, eseguiamo l'ordine mettendoci alle sue spalle.

Preme l'interruttore e spegne la luce.

<Cosa stai facendo?> le chiede Ryan.
<Certo che non ti piace proprio stare zitto> sospira <Se ci sono impronte nella stanza, grazie alla luce del mio bracciale, riusciremo ad identificarle.>
Muove da destra a sinistra il contorno del bracciale, e dopo aver innescato qualcosa al suo interno, come per magia, inizia ad emanare una luce bianca-azzurra.
Sembra tanto uno di quei bracciali che escono dalle buste di patatine, ma so che non è proprio così, è qualcosa di antico e potente.
Sia io che Ryan rimaniamo a bocca aperta da quel gesto.
Celeno con molta attenzione inizia a perlustrare la stanza muovendo il bracciale in ogni angolo del perimetro, fin quando non rallenta proprio davanti alla finestra.
Cerco di vedere cosa attragga così tanto la sua attenzione, cosi mi avvicino. Ci sono delle impronte blu sul pavimento, alcune di scarponi e altre di piedi nudi trascinati.
Celeno spegne il bracciale e fa segno a Ryan di accendere la luce.

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