I • Sorgere (1 di 4)

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C'era una volta, e c'è tuttora, un regno diverso da tutti gli altri che non affonda le proprie radici nel solido terreno, ma nell'aria e tra i venti

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C'era una volta, e c'è tuttora, un regno diverso da tutti gli altri che non affonda le proprie radici nel solido terreno, ma nell'aria e tra i venti.

Un regno sopra la cui testa non c'è lo splendente manto di stelle del cielo notturno, ma al contrario la Terra, grande e maestosa.

Un regno che non vede sorgere la Luna la sera, né la vede tramontare al mattino, perché la Luna è la sua sovrana, e là è sempre notte.


C'era e c'è tuttora, tuttavia la nostra storia inizia in un tempo in cui il cielo era diverso da come lo conosciamo oggi.

A quel tempo il regno della notte e del giorno erano divisi da un invalicabile confine. Se avessimo vissuto sulla Terra in quel tempo, alzando gli occhi al cielo avremmo visto una fascia come di vetro, incisa con simboli e disegni appena percettibili a occhio nudo, attraversare l'intero cielo. Da un lato stava il nero cielo notturno, dall'altro quello azzurro del giorno. Ogni dodici ore un profondo rintocco scuoteva la Terra annunciando lo spostamento di quest'anello di confine, che ruotando capovolgeva il cielo. In pochi minuti sorgeva il giorno dov'era notte, e scendeva la notte dov'era giorno.


Nel regno del cielo notturno ogni notte trascorreva perfetta e uguale, senza incertezze né dubbi, senza intoppi e senza cambiamenti. Tutto era semplicemente perfetto.

Così come perfette e minuziose erano le leggi che muovevano quel regno di cui madama Luna era sovrana, ambasciatrice e rappresentante. Precise e impeccabili, le stelle si spostavano nel cielo nelle loro formazioni perfette, formando le costellazioni che davano direzione e guida al navigare dei velieri e ai sogni degli uomini. Perfetto era il canto che usciva dalle delicate labbra di madama Luna, che dolce invitava l'uomo su sulla Terra al riposo, a dimenticare le proprie stanchezze, ad affidare al sonno le proprie difficoltà e a togliere le catene ai propri sogni per un po'.

Perfetta nella sua delicata dolcezza era la sovrana di quel regno, madama Luna. Nei suoi occhi scuri come il velluto blu e profondi come la notte si riflettevano tutte le stelle del cielo. I suoi capelli mossi, striati d'argento e d'azzurro, salivano sopra la sua testa a formare una falce ricurva. Essi scintillavano in sintonia con le sfavillanti luci delle stelle. Indossava un abito scuro e lungo con un'ampia gonna che cadeva leggera sul suo corpo sottile. La sua pelle, liscia e perfetta, era di un colore tenuemente azzurro.

Ogni volta che il grande orologio dell'universo rintoccava e l'anello tra i due cieli girava, madama Luna iniziava il suo viaggio da un confine all'altro del regno, mentre le sue stelle rapide saettavano a prendere posizione per il nuovo ciclo. Sopra la sovrana, l'enorme e splendida Terra; sotto i suoi minuti piedi nudi, il suo trono celeste: un globo grande quanto un elefante. La sua superficie era simile a una vetrata blu, azzurra e argento, e rifletteva vispa la luce delle stelle del cielo.

Alla fine di ogni viaggio, le stelle si raccoglievano sul confine e assieme a Luna attendevano il successivo rintocco celeste, per iniziare una nuova notte sotto l'altro emisfero della Terra.

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