«Steve è andato in missione, se non ci sono imprevisti tornerà stasera e domani ti allenerai con lui» le spiegò il moro.

«Almeno tu mi farai tirare qualche pugno, o mi limiterò a fare anche oggi una serie di estenuanti esercizi che non hanno niente a che fare con il corpo a corpo?»

«Direi più la seconda, non sei ancora pronta per il combattimento.»

«Certo che sono pronta!»

«Iniziamo con i giri di campo.» provò a tergiversare il discorso Bucky, senza alcun risultato.

«Che ne dici di una scommessa?» chiese Iris, con un sorrisetto di sfida.

Bucky semplicemente la ignorò, iniziando a correre. La corvina iniziò a seguirlo e poco dopo lo raggiunse, dicendogli: «Andiamo, senti almeno quello che ho da proporti.», ma Bucky le riservò una semplice alzata di sopracciglio. 

«Cinque minuti. Se ti tengo testa per cinque minuti, oltre a queste cose noiosissime faremo anche un po' di corpo a corpo.» spiegò la corvina, ed il moro si fermò.

«Dopo che ti avrò battuto, aspetterai di essere pronta e non proverai più a bruciare le tappe?» le chiese retorico, come se sapesse che lei non sarebbe riuscita a batterlo. Questo era ovvio, ma per cinque minuti poteva resistere. «Non mi batterai, andata!»

Si posizionarono sui tappetini, Bucky stava già studiando Iris, sapeva che senza i suoi poteri non aveva speranze contro di lui, ma cinque minuti non sono poi così tanti e quindi avrebbe dovuto comunque darsi un minimo da fare. L'impostazione di Iris era buona, ciò gli fece capire che, quantomeno, in passato avesse preso delle lezioni. Fu lei la prima ad attaccare, mossa che, secondo Bucky, si rivelò davvero molto stupida. Parò e contrattaccò, ma Iris riuscì a tenersi a distanza, subendo comunque buona parte della forza del colpo. Era questo il suo problema, così abituata con i suoi poteri, non sarebbe stata in grado di gestire un incontro ravvicinato e per questo doveva affinare le sue tecniche di combattimento. Si diedero altri colpi, alcuni dei quali andati anche a segno, soprattutto da parte del soldato. Quando il moro controllò l'orologio vide che ormai erano già passati tre minuti e così dovette sbrigarsi a mettere Iris alle strette: la avvicinò e la inchiodò al suolo, anche se con molta resistenza da parte sua, in appena un minuto.

«Quanto è passato?» chiese lei speranzosa.

«Quattro minuti e qualche secondo, adesso giri di campo.» affermò Bucky autoritario, facendola sospirare e sussurrare qualche imprecazione decisamente poco carina che lo fecero sorridere.

[...]

Anche il solo dirigersi in cucina per cenare sembrava un'impresa epocale per Iris, che avrebbe soltanto voluto sprofondare nel proprio letto. Aveva fatto una doccia e non aveva asciugato per niente i capelli, poiché "l'asciugacapelli era troppo pesante".

Appena varcò la soglia, uno smagliante Tony Stark la salutò con un: «Buonasera, zombie. Qualcuno ha visto del cervello, in frigo?» che fece ghignare Iris. Sebbene Tony risultasse molto irritante nei suoi confronti, era sicuramente il più simpatico lì.

«Pare che nessuno si sia procurato un cervello, mi spiace.» continuò.

«Oh, no! Ed io che speravo ci fosse stato purè di cervello per cena, cosa sarò costretta a mangiare, adesso?» fece lei di rimando in tono melodrammatico, sedendosi di fianco al suo interlocutore. «Dovrai accontentarti di una orribile pizza, sono addolorato.» ribatté lui, passandole la sua pizza.

«Ho sentito che Bucky ti ha stracciata, oggi.» la canzonò Natasha.

«Le voci girano, qui! Comunque non è vero, ancora qualche secondo ed avrei vinto io.» ribatté la diretta interessata, addentando una fetta di pizza.

Chiacchierarono tutti insieme ed Iris si sentì finalmente parte di un gruppo, come mai le era successa in tutta la sua vita. Non era più irraggiungibile, né tanto meno voleva tornare ad esserlo. Grazie a Bucky era riuscita a trovare qualcuno che la considerasse solo per quello che vedeva, e non per chi era.

Lui in primis aveva superato il fatto che lei aveva tentato di ucciderlo, così come Nat, che Iris considerava la sua prima amica, e probabilmente anche Tony. Banner non l'aveva vista, ma sicuramente non si era limitato all'apparenza, ma aveva cercato di esserle amico, anche se molto più schivo rispetto agli altri componenti del gruppo.

Ora che ci pensava, anche Bucky all'inizio era del tutto schivo con lei, ma con senno di poi si era aperto molto e lei aveva fatto lo stesso, senza imbarazzo o vergogna, ma si comportava diversamente con lei. Non lo aveva mai sentito ridere o scherzare con Tony, Nat, Banner o Clint, solo con Steve e sembrava essere strano anche per il suo migliore amico. Anche a cena il moro era silenzioso rispetto agli altri, ma nessuno sembrava farglielo presente e così Iris decise che forse era la cosa migliore, lasciargli il suo tempo dopo quello che gli era successo.

La verità era che con Bucky stava meglio e tutto le sembrava più facile, più naturale, meno costruito. La solitudine non la sentiva più, nemmeno inconsciamente e riusciva a rendersi conto delle cose belle che le stavano intorno. Sentiva, però, anche il peso di tutto ciò che aveva fatto, di tutta la morte che aveva distribuito tra i suoi acquirenti, ed era vero che talvolta non riusciva a respirare, sotto il peso soffocante di un ricordo troppo ingombrante, ma con Bucky sentiva di poterlo superare.

E sperava con tutta se stessa che anche lui, grazie al suo aiuto, avrebbe potuto alleggerire il peso del suo dolore.

Lo guardò, e dopo un secondo anche lui si girò nella sua direzione.

Si sorrisero a vicenda.

It cannot be all there | Bucky BarnesOnde histórias criam vida. Descubra agora