16.

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Achille si appoggiò al parapetto della nave, osservando la terra dove sarebbero sbarcati oramai vicinissima.
Questo è il mio ultimo viaggio, realizzò il ragazzo, sentendo un brivido che gli attraversava la schiena.
La sua morte gli stava accanto, con il fiato sul collo, fin dall'inizio della navigazione.
Vedeva un brutto presagio in ogni cosa, e solo quando era con Patroclo si sentiva veramente al sicuro, nonostante fosse proprio lui il più forte tra i due.
Doveva essere coraggioso, sì, ma sarebbe stato solo stolto a fingere di non essere terrorizzato.
Anche il più valoroso degli uomini ha paura della morte.
Devi aver perso veramente tutto, per voler desiderare una cosa come l'oblio eterno, riflettè Achille.
Pensò a tutti gli uomini che avevano deciso di suicidarsi e li odiò.
Cosa avrebbe dato lui, per una vita più lunga.

"Achille?"
Patroclo arrivò, strappandolo dalle sue riflessioni.
"Odisseo vuole vederti subito" gli comunicò.
Il Pelide fece un cenno di assenso con la testa, con aria assente.
"Tutto bene?" gli chiese il compagno, preoccupato.
No, non va tutto bene.
"Sì! Tutto a posto"
Achille abbozzò un sorriso, ma il risultato fu ben poco credibile.
Patroclo lo squadrò, dubbioso.
"...certo. Comunque dobbiamo andare"
I due si incamminarono fianco a fianco lungo il ponte della nave, in silenzio.
Senza contare che tra poco tra l'altro dovrò anche uccidere, si disse Achille, afflitto.

Odisseo li aspettava, con aria impaziente.
"Finalmente" sbuffò. "Non abbiamo tanto tempo, sapete?"
"Ehi, tranquillo!"
"Tranquillo un corno!"
Il re di Itaca scrollò la testa con forza. "Ci sono tante cose che devi ancora sapere!"
L'attenzione di Achille fu completamente catturata da quell'affermazione. Il ragazzo si mise in ascolto.
"Hai presente la profezia...? Sì, quella che ci ha informato della tua morte... non era l'unica" gli spiegò.
"E me lo dite solo ora?!" ringhiò lui, infuriato. "PERCHÉ SONO SEMPRE L'ULTIMO A SAPERE LE COSE?! SI PUÒ SAPERE?!"
"Forse perché alle notizie reagisci in modo inappropria..."
"Possiamo andare avanti con il discorso?!" intervenne Patroclo, spazientito.
"Ma..."
Achille fece per protestare, ma il compagno gli poggiò una mano sulla spalla, e lui stette zitto.
"...stavo dicendo..." continuò Odisseo, "che ci sono altre sue profezie di cui devi sapere l'esistenza"
"La prima. In breve, dice che il primo guerriero acheo che toccherà la costa troiana perirà"
Il Pelide fece un cenno con la testa, attento.
"La seconda... la seconda riguarda la tua morte. Dice che morirai solo dopo aver ucciso Ettore, il più valoroso guerriero troiano"
Achille stette in silenzio, pensando. Gli sguardi carichi di attesa dei due erano fissi su di lui.
Infine, dopo un tempo che parve lunghissimo, sorrise.
"Ettore non mi ha mai fatto niente" affermò, con uno scintillio divertito negli occhi.

-
Dopo qualche ora i Greci furono pronti a sbarcare.
Ancorati in prossimità della riva, tra di loro serpeggiava un'eccitazione impaziente.
Achille si sistemò l'armatura. Guardandoli, si chiese chi sarebbe stato a perdere la vita tra di loro.
"Se dovessi essere io a decidere, impazzirei" disse Patroclo, dando voce ai suoi pensieri. "Ognuno di loro ha una famiglia, una moglie, un padre, una vita. Come si fa a scegliere, tra tutte, a quale sarebbe meno dannoso mettere fine?"
Il Pelide stette in silenzio, pensando.
"Qualunque scelta tu farai, sarà sbagliata" mormorò infine. "Ma, in questi casi, è giusto essere egoisti"
Il ragazzo bruno, in risposta, gli prese la mano.

L'esercito trioiano si stagliava all'orizzonte, in avvicinamento.
Sarebbero arrivati a portata di freccia presto.
"Uomini: pronti!"
I soldati gridarono, rilasciando l'ansia accumulata all'interno del corpo per tutto quel tempo.
Ad Achille fu data una lancia, e lui la prese, quasi distrattamente.
Va bene. Posso farcela.
Il Pelide soppesò il dardo, e, guardando la folla di nemici, fu preso da una frenesia febbrile.
La vista gli si offuscò, e in bocca sentì un sapore metallico.
Prese la mira, e lanciò.
Tra gli Achei si innalzò un forte brusio.
"È troppo lontano"
"Achille ha tirato!"
"È così giovane, non può avere tutta questa forza"
"Se riesce a fare questo, la vittoria è nostra"
"E brava, la bionda"
La lancia sembrò essere sospesa in aria per secoli.
Infine, cadde tra gli avversari.
Achille, come svegliatosi da un sogno, si guardò le mani, disorientato, ma nessuno, o quasi, gli prestò attenzione.
L'esercito troiano fu preso totalmente alla sprovvista, e parve andare nel panico.
Chi si fermò, chi inciampò sul cadavere dell'uomo colpito, chi rallentò, chi continuò a correre.

Audaces Fortuna IuvatWhere stories live. Discover now