8.

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Achille si svegliò prima delle altre ragazze che dormivano con lui nella grande stanza.
La sera prima si era rifugiato nel suo letto rifiutando anche di mangiare, un po' per poter piangere in pace, un po' per non dare occasione alle serve di offrirsi di aiutarlo a cambiarsi.

Cercò di indovinare cosa stesse facendo Patroclo in quel momento; anche i suoi occhi marrone-verdi erano umidi e gonfi come i suoi?

Decise di cercare di chiudere ancora per un po' gli occhi e dormire, ma una donna entrò in quel momento nella camerata.
"Sveglia, ragazze! Alzatevi, una vasca d'acqua calda è pronta per lavarvi per bene" le incitò.
Achille fu paralizzato dalla paura.
Pensò rapidamente ad uno stratagemma. Avrebbe potuto fingersi malato: in quel modo probabilmente non sarebbe stato costretto a spogliarsi. Sarebbe stato anche credibile, con quegli occhi lucidi che si ritrovava. No, no, non andava bene: avrebbe attirato l'attenzione di tutti su di sè ed era l'ultima cosa che voleva.
Avrebbe potuto nascondersi, almeno per la mattinata. No, era fuori discussione: sua madre era stata chiara sull'argomento, e non dubitava che ad una sua minima trasgressione non si sarebbe fatta scrupoli a far del male a Patroclo.
Notò che quasi tutte le altre ragazze si erano alzate.
Uscì anche lui dal letto: sapeva che non alzarsi avrebbe attirato più sospetti di qualunque altra cosa.

Quando vide che le sue compagne, ciarliere, si erano messe in fila dirette alle vasche, il panico gli attorcigliò lo stomaco.
Con il cuore in gola, seguì le altre fino ad una sala con più vasche colme d'acqua.
"Vieni, mia signora" lo chiamò una serva, indicandogli una delle vasche.
Rimase paralizzato. Era in trappola.
Scusa, Patroclo. Ci ho provato.
"Credo che Pirra non si senta bene. La accompagnerò io fuori"
Deidamia venne verso di lui, con passo deciso.
"Vieni" gli disse.
Achille, stupito, ringraziò gli dei per quell'aiuto inaspettato.
"Grazie" mormorò.
La ragazza si scrollò le spalle. "Non c'è di che: capisco che tu possa essere imbarazzata dal fare il bagno di fronte a così tante persone, ma ci farai l'abitudine" disse.
"Ehm... già" confermò.

Deidamia lo condusse attraverso un intricato sistema di corridoi, che alla fine spuntò su una scogliera protetta dal vento.
"Qui puoi fare il bagno tutte le volte che vuoi. Nessuno conosce questo posto, a parte la servitù, ma loro non hanno mai tempo di bagnarsi, se non la mattina presto e la sera tardi" gli spiegò.
"Io... non so come sdebitarmi con te" la ringraziò. Quella ragazza era veramente gentile con lui, e a stento lo conosceva.
Lei fece di nuovo spallucce. "Figurati".
Rimasero per un secondo in silenzio, a guardare il mare.

"Ora io devo tornare dentro. Si chiederanno dove sono finita. A dopo" disse infine Deidamia. "Comunque" aggiunse, "tu fai con comodo. Se vuoi un po' di tempo per ambientarti, tranquilla, ti coprirò io"
"Beh... grazie. A dopo allora" la salutò Achille.
Si levò la tunica, e si tuffò in mare. Rimanendo a mollo per un tempo che gli parve infinito, capì una cosa: Patroclo lo avrebbe trovato e liberato. Sapeva che lui gli voleva molto bene, oppure perché nella grotta aveva fatto ciò che aveva fatto?

Rinfrancato da quel pensiero, uscì dall'acqua e si stese su uno degli scogli ad asciugare.
Forse perché non aveva dormito bene quella notte, forse perché quello scoglio era piacevolmente tiepido, Achille si addormentò come un sasso, dimenticandosi perfino di rimettersi la tunica.
Patroclo viene verso di lui, sorridente. "Mi sei mancato" gli dice. Achille lo abbraccia. Le sue braccia sono calde e avvolgenti. Il ragazzo alza la testa, e Patroclo, proprio come quella volta, poggia le labbra sulle sue. Sono secche, ma piacevoli: sanno di sale. Achille sorride, felice, ma c'è una pecca in quel sogno perfetto, una voce acuta e isterica che urla e lo disturba, e...
"Oh, miei dei! Oh, miei dei! OH, MIEI DEI! PIRRA?!"

Achille si svegliò, e rimase accecato dalla luce del sole.
Stringendo le palpebre doloranti, alzò lo sguardo.
Deidamia lo guardava, bianca come un lenzuolo. Stava per chiederle cosa c'era che non andasse, ma poi ci arrivò da solo.
Era nudo, e... maschio.

Audaces Fortuna IuvatDove le storie prendono vita. Scoprilo ora