Are you okay?

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Instagram: storiesareaworld

🎧I can see the change- Celeste

I minuti che precedevano l'inizio di una gara erano i peggiori per i suoi nervi.

Richard approfittava di quel tempo l'uno accanto all'altra per darle le ultime dritte e ripeterle la strategia già discussa durante il briefing, Toto andava in giro a guardare le macchine degli avversari e discutere con persone che conosceva, trascinandola poi in conversazioni scomode, gli ospiti più importanti giravano sulla pit lane reggendo calici di champagne in mano e andando in cerca di foto meravigliose da sfoggiare sui social. Ludovica, invece, diversamente da quello che Daphne si sarebbe aspettata, le stava rimanendo attaccata come una sanguisuga.

Per tutti e quattro i giorni che aveva trascorso nel Paddock, mentre lei cercava di divedersi tra la corsa, le interviste e i suoi genitori, la sua amica italiana aveva avuto modo di conoscere meglio Micaela, Ben e passare un po' di tempo insieme a Charles nel box dell'Alfa Romeo a cui era riuscita ad avere accesso dopo un intenso pomeriggio di lagne. Vi aveva trascorso tutto il venerdì, dalla mattina alla sera, e per questa ragione aveva saputo dell'arrivo dei coniugi De Gea solo una volta tornate in hotel. E lì aveva finalmente conosciuto Marc, con cui aveva deciso di sfoggiare il suo bruttissimo spagnolo.

Era stato divertentissimo sentirla parlare in maniera sgrammaticata e incoerente per dieci minuti buoni prima che Marc, imbarazzato, l'interrompesse in italiano.

Daphne poteva dirsi soddisfatta di quel loro primo incontro: Ludovica, esclusa la figura iniziale, si era dimostrata abbastanza pacata e non troppo squilibrata nei confronti dello spagnolo e lui, forse un po' teso visto che nessuno gli aveva detto che avrebbe conosciuto anche la migliore amica della sua ragazza, aveva cercato di discutere con lei di qualunque cosa nella speranza di trovarne una che li accomunasse. Ed effettivamente c'era: i Green Day. E dopo quella scoperta, Daphne seppe che per quella sera avrebbe sentito parlare di Billie Joe Armstrong come se fosse l'incarnazione di Dio in terra.

La mattina successiva, quella di sabato, aveva incontrato di nuovo i suoi genitori e li aveva lasciati nelle mani frementi di Ludovica, entusiasta di conoscerli nonostante tutto quello che sapeva a riguardo. Ovviamente, lei era riuscita subito a conquistarli e sua madre, avendo trovato un'appassionata di moda con cui passare il tempo, le era sembrata molto più felice. Suo padre invece aveva approfittato della presenza dell'italiana per staccarsi un po' dalla moglie ed esplorare i box, dove aveva trovato Toto che gli aveva messo in mano delle cuffie e un microfono e l'aveva costretto ad assistere direttamente dal muretto alle prove di qualifica.

Era stato lui a farle le congratulazioni quando aveva conquistato la pole sotto un sole cocente.

Insomma, era andato tutto liscio fino ad allora. Ma non era poi così positivo viste le aspettative di cui tutti l'avevano caricata.

Addirittura il freddo ed impassibile Niki Lauda, le si era avvicinato prima che salisse a bordo della monoposto per portarla fuori dai box e le aveva detto di fare di tutto e di più per vincere.

Sospirò, stringendo i polsini della tuta e si concentrò sulla voce di Ludovica per distrarsi un po' dai suoi pensieri.

«Andrei anche a fare i miei più sinceri auguri a Charles ma c'è il suo compagno di squadra, quello svedese schifoso, che gli sta parlando e preferisco non avvicinarmi troppo» si lamentò rivolgendo uno sguardo raggelante al ragazzo che affiancava il monegasco a qualche posto di distanza. Poi distolse gli occhi da loro e li fece vagare in giro, non soffermandosi troppo su chi non conosceva tra i piloti e sorridendo a Pierre Gasly. Il francese della Toro Rosso era un amico di vecchia data di Charles che sia Daphne che Ludovica avevano conosciuto ma con cui non avevano un rapporto molto stretto.

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