Family Issues

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"Darò questo trofeo a mio padre, gli dirò di metterlo sulla mensola del camino e immaginare che sia una laurea in medicina"

🎧City of Sin-Linus Young

La domenica mattina era sempre dura riuscire a liberarsi dalle coperte e sgusciare fuori dal letto senza lamentarsi.

La domenica di gara era diversa però.

Non era tanto l'insonnia a farla svegliare intorno alle sei e mezza di domenica, nonostante si corresse alle sedici e dieci e quindi mancassero ancora quasi dieci ore, ma la voglia di correre e il pensiero di tutte le cose che avrebbe dovuto fare fino all'ora fatidica.

Era una giornata piena, con un trilione d'interviste da fare, probabilmente qualche sessione di autografi con i fan da affrontare e qualche altro evento organizzato dalla FIA di cui il giorno prima Micaela le aveva parlato poco dopo il briefing conclusivo della giornata. E dopo quell'intensa mattinata, l'aspettava anche la preparazione alla gara con Ben e una breve riunione con Richard, Benjamin, Lewis, Toto e Niki.

Una giornata meravigliosa.

Sbuffò, sbarazzandosi delle coperte chiare dell'ampio letto e si alzò dirigendosi verso il bagno. Sul mobiletto del lavabo stava ancora la confezione di valeriana che aveva preso qualche giorno prima. L'afferrò e la buttò dentro al beauty case senza pensarci troppo, poi, velocemente, si sfilò i vestiti di dosso e s'insilò sotto il getto freddo della doccia.

Si guardò allo specchio appannato per qualche secondo, l'asciugamano stretto al petto e i capelli gocciolanti sulle spalle, poi sospirando si trascinò verso la camera alla ricerca di qualcosa di comodo.

Non affrontava sempre così la giornata di gara, di solito non era così malinconica ma piuttosto dimostrava uno spirito di battaglia più unico che raro insieme a un livello di acidità corrosivo. Era un'arma letale, una mina vagante pronta a gettare insulti a destra e a manca, che poi sfogava tutta quella tensione spingendo il piede sull'acceleratore.

Quella mattina però sentiva un peso sul cuore che gl'impediva di battere impetuoso, di mantenerlo agitato e pronto a pompare sangue al cervello e verso i suoi piedi. Si sentiva stanca e spossata e forse, per la prima volta dopo settimane, aveva capito cosa avrebbe potuto fare per risolvere la situazione.

Si sedette sul bordo del letto, afferrò il cellulare in carica e guardò appena le notifiche prima di aprire la rubrica e iniziare a scorrere tra i suoi contatti alla ricerca di quello che veramente cercava. Non si ricordava nemmeno di avercelo il numero di suo padre, prima di aver passato tutta la serata con l'intenzione di scrivergli, telefonargli, addirittura mandare una mail.

Si morse il labbro, preda dell'indecisione e aprì la chat.

Tremante scrisse un "Ciao papa" che nella sua testa suonò poco e dopo vi aggiunse un "possiamo parlare?" le sembrò più semplice di quanto avrebbe mai sperato.

Riaprire le porte ai suoi genitori era la cosa più difficile del mondo, le costava un grandissimo sacrificio e le sembrava in un certo senso di tradire sé stessa e i suoi principi. Rinnegare tutto il lavoro che aveva fatto e il sostegno che suo zio Isco le aveva dato senza remore. Le riportava alla mente brutti ricordi, momenti che avrebbe voluto per sempre dimenticare.

Ma lo faceva per David, affinché lui potesse capire che veramente le interessava capirlo e per rendergli finalmente quella famiglia che in sua assenza si era separata.

Non attese risposta da suo padre, non aveva intenzione di discutere in quel momento e soprattutto il peso si era alleggerito abbastanza da permetterle di sopportare l'attesa senza ricontrollare ogni due secondi. Preferì vestirsi con i colori della Mercedes, mettersi una felpa sulle spalle e girare per i canali australiani aspettando l'ingresso del suo personal trainer in camera.

Rush || A Story About F1Where stories live. Discover now