XI

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Mentre continuo a camminare, penso che se fossi rimasta probabilmente sarebbe stato meglio; potevo almeno ascoltarla, sentire ciò che voleva dirmi.

Ma, come sempre, la rabbia e il nervosismo hanno preso il sopravvento.

Ripensando alle sue parole, "allora verrò io", mi rendo conto che la sua voglia di vedermi va ben oltre i litigi e le incomprensioni.

Dopo tutto devo ammettere che abbiamo passato un momento abbastanza intimo, ed io stessa ammetto anche di essere stata bene, probabilmente come mai prima d'ora.

Però, se adesso ripenso a tutto ciò, provo solamente rabbia. Le semplici amiche non si comportano così, per cui se Isabelle sta cercando un passatempo o qualcosa del genere, ha sbagliato completamente persona.

Alla fine non so neanche cosa io provi per lei, capisco solo che, se lei non mi fosse realmente interessata, non avrei reagito in questo modo e soprattutto avrei preferito stare tra le braccia di Jace o anche di qualcun altro.

Dopo aver raggiunto la mia stanza decido di gettarmi con nonchalance sul letto, buttando dall'altra parte della camera le scarpe; mi giro appena per prendere la borsa e successivamente il cellulare, ma mi accorgo che il cellulare, nella borsa, non c'è.

Porto una mano sulla fronte e mi maledico mentalmente: l'ho sicuramente lasciato nella stanza di Isabelle.

Beh, non ho per nulla intenzione di andarlo a prendere perché, per adesso, non mi va di vederla; se vorrà, me lo porterà lei.

O meglio, lo farà per forza dato che, come ha detto lei, verrà da me stanotte. Lo spero. Cioè, nel senso che... spero mi porti il cellulare.

Per evitare di far scoppiare la mia testa, decido di riposare un po'; penso che potrebbe farmi solo del bene.

Dopo probabilmente qualche ora, finalmente apro gli occhi. Mi sistemo meglio sul letto abbracciando un cuscino di colore rosa, poi sento il materasso scricchiolare.

Le opzioni sono due: o sto diventando pazza, oppure qualcuno si è appena seduto sul letto.

Da un lato spero sia corretta la seconda, ma dall'altro ho paura di girarmi per scoprire chi sia. Per scacciare tutti i miei pensieri, mi volto di scatto e, appena la vedo, mi tiro su frettolosamente stringendo il cuscino.

Osservando meglio la sua espressione, capisco che sta trattenendo una risata senza risultati.

– Isabelle, tu... non dovresti piombare così in camera mia.

– Oh, ma io non sono 'piombata' come dici tu – mima le virgolette con le dita, il che mi da terribilmente fastidio – sono venuta un'ora fa circa per riportarti il cellulare e lo stilo e... per parlare.

– Cavolo, anche lo stilo...

Lei mi guarda con un'espressione che non si potrebbe definire totalmente seria, non riesco comunque a decifrarla.

– Grazie per essere venuta, ma al momento non ho tanta voglia di parlare – mento.

– Io sì invece – ringrazio l'Angelo che Isabelle dica sempre la verità.

– Va bene, allora parliamo – mi sistemo un attimo sul letto e poggio il cuscino che precedentemente tenevo tra le mani.

Il suo sguardo si sposta sul suddetto cuscino, poi tira un lungo respiro – Mentre dormivi hai sussurrato il mio nome.

Alzo le sopracciglia e mi mostro non poco sorpresa – Il tuo nome? Oh, ehm... E beh? Lo sai che parlo spesso nel sonno – tento così di giustificarmi, invano.

– Sì, lo so... – mostra così uno di quei sorrisi a cui non posso resistere e lei ne è consapevole. Mi scappa quasi da sorriderle come risposta, ma evito di farlo guardando altrove.

– Clary – continua lei – Scusami. Mi dispiace.

– Isabelle, tu devi solamente spiegarmi quello che è successo e perché è successo.

– Pensavo fosse quello che volevi – la sua mano si avvicina lentamente alla mia.

– E tu non lo volevi? – rispondo prontamente.

– Certo che lo volevo, su questo non ci sono dubbi.

– Perché dici così? – la mia mano si avvicina finalmente alla sua fino a stringerla.

– Perché... – esita un attimo – ...mentre tu non eri pienamente sicura riguardo i sentimenti verso Jace, io avevo le idee chiare su di te.

– Cosa intendi? – è come se il mio cuore fosse ad un passo dall'esplosione.

Avanza pericolosamente verso di me, poi porta una mano sulla mia guancia – Questo.

In pochissimi secondi ritrovo il suo viso vicinissimo al mio, come se da un momento all'altro dovessero combaciare. Ed è questo che accade.

Chiudo gli occhi e sento le sue labbra sulle mie come tasselli di un puzzle che aderiscono perfettamente l'uno all'altro. Mi bacia lentamente, come se volesse rendere quel momento infinito e per sempre nostro, come se fosse l'unica cosa da fare per essere felice.

Si ferma per un attimo per riprendere fiato, io continuo a tenere gli occhi chiusi ma non ne ho ancora abbastanza; porto entrambe le mani sul suo viso e ancora le sue labbra sulle mie, riesco quasi ad avvertire un sorriso mentre riprendo a baciarla.

Dopo qualche attimo mi allontano lentamente, non riesco però a dire nulla.

– Ti ho detto di sapere cosa voglio – inizia lei – Ora lo sai. Io voglio questo.

My Mystery {Clizzy}Where stories live. Discover now