1 || nuovi incontri

16 3 2
                                    


Come se la vita a volta desse davvero persone inaspettate, come se si potesse ridurre tutto a nulla, come se riuscissimo a vivere senza emozioni e non pensare, come se non fossimo davvero umani.
Sarah non riusciva a non pensarci. Le riusciva più facile scappare via che affrontare i problemi.

A volte si chiedeva se fosse davvero in grado d gestire tutto da sola, di vivere senza emo-zioni, spegnere tutto e dimenticare.
Si era appena trasferita a Londra, da sola. Doveva frequentare il quinto anno e poi avrebbe finalmente iniziato il college, in fon-do, era un'ottima scusa per andarsene da lì. Convincere i suoi genitori era stato difficile, ma Los Angeles ormai le sembrava solo una città piena di ricordi. A volte per tornare a galla bisogna imparare a nuotare, e magari farlo in una nuova città l'avrebbe aiutata.

Londra con il suo clima piovoso si stanziava davanti a lei, erano le cinque di pomeriggio ed era già buio, ma a lei non interessava. Aveva sempre amato la pioggia, le nuvole, guardare il mare d'inverno, i maglioni pesanti, il clima invernale. Le davano così tanta sicurezza, si sentiva nel suo mondo.

Il taxi la lasciò proprio davanti una villetta, le sembrava ancora più bella che in foto. L'avevano affittata i suoi e lei li aveva la-sciati fare.

L'autista la aiutò a prendere i numerosi bagagli, li aveva poggiati sul marciapiede ed era sfrecciato via.
"che ospitalità" pensò.
La osservò, aveva due piani e il tetto rosso. Un vialetto davanti a lei, dei fiori ai lati e il prato asfaltato. Il vialetto usciva su tre gradini, un porticato di legno grigio con un'altalena e un tavolino al lato. Poi un'enorme porta. Si avvicinò a notò che c'era un ra-gazzo appoggiato ad essa, non l'aveva ancora notata.

Aveva l'iPhone in mano e uno stivaletto appoggiato al muro. Un giub-botto di pelle e dei pantaloni neri erano tutto ciò che potè intra-vedere. Poi luì alzò lo sguardò e le andò incontro. I suoi occhi color nocciola la squadravano.

"Ti aiuto" sussurrò poi. Era notevolmente più alto di lei, afferrò i bagagli con facilità e li portò davanti la porta d'ingresso. Lei si risvegliò dai suoi pensieri e lo seguì
.
"E saresti?" chiese.

"Il proprietario" le sorrise debolmente, poi la sua espressione tornò dura. Non poteva avere più di 20 anni.
A Sarah piaceva osservare il linguaggio del corpo delle persone, come si comportavano, come si spegneva il loro sorriso, come si rapportavano con gli altri, come muovevano freneticamente le mani quando erano nervosi.

Le piaceva capire, capire senza co-noscere.
Sussurrò un "Ah" in risposta mentre lo osservava. Si sentiva piccola accano a lui, anche se era alta, magra. Aveva gli occhi verdi come .... E i capelli corvini all'altezza delle spalle.

Il ragazzo si avvicinò alla serratura ed inserì la chiave. Dopo due tic, la casa gli si mostrò davanti. Davanti a loro delle scale, a si-nistra quella che sembrava la cucina e a destra un tappeto rosso carminio su cui era poggiato un enorme divano. Di fronte ad es-so un tavolo basso e lungo con un televisore piuttosto grande.
Entrando, Sarah assaporò un profumo di cannella. Le si inebriò la testa.
Mentre Zayn le indicava le stanze, lei guardava lui.
"Quella è la cucina, dall'altra parte c'è il soggiorno e una porta dà sul bagno. Sopra invece ci sono due camere da letto, un altro bagno ed uno studio".
Lei si limitava ad annuire, non parlava mai molto.
"va bene, queste sono le chiavi, sul tavolo c'è un post-it su cui ti ho scritto il mio numero, chiamami se hai bisogno di qualcosa. Sarei più felice se non mi chiamassi, comunque" ammise più a sé stesso che alla ragazza.

Sarah aveva già capito, era uno di quei tipi che vogliono fare i duri e non mostrano le proprie emozioni, uno di quelli che pro-babilmente avevano sofferto tanto quanto lei ma che, ovvia-mente, lo volevano nascondere. Ma a lei non sfuggiva niente.

Loving the bad boy || Z.M.Where stories live. Discover now