|66|~finale

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Le appoggiano sul mio petto.
Non che siano proprio belle, ma cavolo, sono le mie figlie. Stranamente sono silenziose, entrambe. Le tengo con le braccia, per non farle cadere, ma non posso stringerle. Mamma mi ha raccontato che quando sono nata papà non voleva tenermi perché aveva paura di farmi male. Penso sia una cosa normale; sono piccole e indifese.
Che tesori. Le mie bambine. Suona strano essere chiamata mamma, ma è bello, tanto bello. È stato doloroso, un dolore indescrivibile, ma è un sollievo sapere di aver dato alla luce due bambine, di aver dato loro una vita, un futuro sicuro, una famiglia. È una sensazione che non riesco a raccontare, sapere di aver fatto almeno una cosa buona nella vita.
Accarezzo i piedini di Emma. A lei hanno messo una tutina rosa tutta rosa con le calzine bianche, a Bianca invece ha una tutina bianca con un orsetto. Sono tanto carine, così vestite.
Sono contenta che siano due gemelle, così nessuna si sentirà mai esclusa, perché o c'è la mamma o c'è il papà. Poi sono uguali di età, e quindi non ci potranno essere preferenze perché "lei è più piccola e lei è più grande".
È una bella cosa essere gemelle, sì.

È ora dell'allattamento. Sono qui da circa un'ora. Fuori ci sono ancora tutti. Mi portano Emma e Bianca e io attacco la prima.
Anche questa è una bella sensazione: stai permettendo a una bambina tanto piccola di crescere con quell'unico alimento che possono ancora ingerire. Qualche volta fa male, ma è normale. E poi non mi sembra che abbia problemi con il latte, non per ora.
Emma succhia velocemente, con gli occhietti ancora chiusi. Beve per un po', poi si stacca e appoggia la testa al mio petto. La prendono e mi lasciano Bianca, che fa lo stesso. Poi prendono anche lei e la portano a fare non so quali controlli.
Mi permettono di uscire dalla stanza. Direttamente fuori dalla stanza ci sono solo Riki e Arianna. Mia sorella mi corre in contro e mi abbraccia forte.
«Quando possiamo vederle, le due principesse?»
«Non lo so, sinceramente»
«Stai bene?»
«Sono stanchissima»
«La tua stanza è la 223, giusto?»
«Si, è su questo piano. Gli altri?»
«Sono già lì»
Andiamo nella stanza. Davanti alla porta un fiocco di nascita con scritto "sono nate Emma e Bianca", rosa e bianco. Dentro, praticamente tutti: da mamma e papà a Lorenzo e Cam. Abbraccio tutti, ad uno ad uno. Sono troppo felice, anche se barcollo. Sono costretta a sedermi, e finisco di salutare tutti.
«Grazie della sorpresona» dico, rivolgendomi soprattutto a Lorenzo e Cam. «E grazie a mamma e papà Marcuzzo per essere qui»
«Siamo felici che sia andata così, Federica. Penso che sia felice, ora» dice Raffaella, guardando Riki, e lui sorride.
«Certo che sono felice. Ora ho tre principesse in casa, invece di una!» mi dà un piccolo bacio, e io sorrido.
«Beh, chi vuole un pasticcino?» dice allegra Nanci, facendomi ridere.

L'orario di visita è finito, vanno tutti via, tranne Riki.
«Tutto okay amore?»
«Certo»
«Contenta?»
«Contentissima»
«Ne preferivi uno solo?»
«Riki, va benissimo così. Calmati, ha fatto malissimo, ma ora sto un po' meglio»
«Il fatto è che non so cosa provi realmente, né a livello fisico né a livello psicologico»
Poso il mio indice sulle sue labbra in segno di fare silenzio, poi appoggio le mie labbra sulle sue e mi lascio andare in un dolce bacio.
«Non so che farei senza di te» mi sussurra, e gli passo una mano nei capelli, scompigliandogli il ciuffo.
«Secondo me somiglieranno a te» dice.
Non sa quanta voglia ho io di dire "no, a te".
«Sono omozigote?» mi chiede ancora.
«Ipoteticamente si. »
«Mi piacciono le gemelle  omozigote» commenta. «Poi qualche volta le vestiamo uguali così non le riconosciamo nemmeno noi!»
«Amore, ricorda che le gemelle omozigote non sono mai identiche. Hanno quasi sempre qualcosa che le distingue. Che ne so, una voglia, un neo, qualcosa così. Quindi devi impararlo. Se sbagli hanno il diritto di rinnegarti come padre!»
Ride. «Imparerò, imparerò. Tu vedi di vestirle diverse. Magari mi lasci un bigliettino sul frigo "oggi Bianca è vestita di blu ed Emma di giallo". Qualcosa del genere»
Rido anche io.
Guardo Riki, che sta in silenzio, sempre sorridente, e ringrazio ancora una volta il destino.
Perché a volte critichiamo e giudichiamo quel qualcuno lassù perché fa succedere determinate cose, e invece lo fa perché ci vuole bene, ci vuole felici. E succedono cose brutte e cose belle. E nella vita ci sono alti e bassi, sempre. E senza bassi non ci sono alti. E senza tristezza non c'è felicità.
E ne sono consapevole, lo so.
E oggi, per esempio, è uno dei giorni "alti".
E ringrazio, ringrazio quel qualcuno.
Perché oggi quel qualcuno mi ha sorriso.
Oggi, 3 gennaio 2019 sono cadute due stelle dal cielo, e si sono fermate accanto a me, sul lettino di quest'ospedale.

Oggi il tempo si è fermato, mentre due angeli scendevano, per diventare le mie bambine.

Oggi, 3 gennaio 2019, sono nate le mie piccine, Bianca ed Emma Marcuzzo.

E grazie a loro, in un momento ho dimenticato chi ero,
Ho appreso chi sono
E ho compreso chi dovrò essere.

La mia storia non finisce qua. Perché qua sono cambiata, sono rinata. La mia storia non è finita, è iniziata.

Ora sono madre. Madre di due bambine.

Madre della mia nuova famiglia.

La mia storia non finisce qua. Ne inizia una nuova.

Chissà cosa riserva il futuro per me.

Piccola Anima||Rederica [Completa]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora