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«Ho voglia di uscire» dico, alzandomi dal divano.
«E usciamo allora. Dove vuoi andare?»
« Al Colosseo. Ci sono tante persone, tanti bambini, tante persone innamorate. Mi piace l'aria che si respira. E poi, a settembre, non c'è nemmeno poi tanto casino... è bello, non trovi?»
Annuisce, e vado a cambiarmi.
Metto uno dei miei bellissimi vestitini, ma questo mette particolarmente in evidenza il mio pancione. Mi fermo davanti allo specchio, fantasticando su quello che succederà fra qualche mese, quattro per l'esattezza. Ragazze che trascinano i loro ragazzi accanto a me, e mi chiedono "come si chiamano? Quanto hanno?". Mamme che mi passano accanto urlando e correndo dietro ai loro bambini, come per dirmi "Ti aspetta questo, cara". E poi, forse capitava solo a me, ma sorridevo. Dovunque fossi, se vedevo una signora incinta o con un bambino sorridevo, perché pensavo alla mia mamma quando ero piccola io, e a lei toccava portarmi in braccio, farmi mangiare, cambiarmi se mi sporcavo. Voglio che anche a me capiti, anche solo una volta, di veder sorridere qualcuno mentre guarda il mio pancione, o le mie future piccole.
« Sono pronta, Riki. Tu ci sei?»
« Si, ci sono. Andiamo?» annuisco ed entriamo in auto, verso il Colosseo.
Arriviamo, ma ci fermiamo un po' prima, per parcheggiare. Camminiamo fino al monumento, e mi siedo a terra, sull'erba.
« Non vorrai dirmi che vuoi restare qui?»
« È bello restare a guardare, quando è tranquillo.»
« Ma è mezzogiorno, ti prenderà un'insolazione!»
Tipo fuori il mio cappello rosa con il fenicottero. « Non con questo»
Ride, e lo faccio anche io. Si siede accanto a me.
« Tanto so che hai conosciuto qualcuno»
« Eh?»
« Lo capisco quando succede qualcosa. Non sono stupida. Ora, vuoi dirmi chi è?»
« Si chiama Camilla, ma abbiamo parlato per poco, stamattina. Fa lettere moderne e ha 23 anni»
« Okay» dico, «volevo solo saperlo»
Fa spallucce. Non so perché si comporti così. Insomma, non capisco perché non abbia voluto dirmelo senza che lo forzassi.
« Non so neppure se ci rivedremo. Non pensavo fosse necessario dirtelo. Ma se fosse successo qualcos'altro, penso che te lo avrei detto senza indugiare.»
« Dici sul serio?»
«Certo che dico sul serio. Passeggiamo un po' ?»
Mi alzo con il suo aiuto, e camminiamo. Ci sono tante persone, ma non in modo esagerato, dato che siamo a settembre. C'è una tranquillità quasi strana, almeno per questo posto.

«Riki» chiedo « ma tu, quando non siamo insieme, mi pensi?»
« Certo che ti penso, Fede. A volte torno tardi a casa perché perdo la fermata. Intendi dire che mi perdo nei miei pensieri tanto da dimenticarmi cos'ho intorno.»
"Nella tua semplicità, mi sei entrata in testa e non uscirai mai" mi aveva detto una volta Lucas. Ma porca troia, perché penso a lui, se sono con Riki? Cosa c'entra ora Lucas con Riccardo? Non tornerà, Federica, non auto-illuderti.
«Fede, stai bene?»
« Si, sto bene.»
«Ma tu... tu mi pensi, invece?»
« Oh, sì. Ti penso spesso, durante la giornata. Soprattutto quando non sei con me, tipo se sei all'università, o se stai in un'altra stanza. Penso ai tuoi occhi azzurri, alla tua voce, alla tua lasagna dannatamente buona, alle tue magliette tutte un po' simili, alle tue mani che stringono le mie. Ed è bello pensarti. Perché so che tu, almeno, sei con me, e non mi lasci, almeno per ora. »
« Se togliessi l' "almeno per ora", il discorso sarebbe più orecchiabile»
« Non è una canzone.»
« Potrebbe diventarlo.»
Sorrido. Si passa una mano tra i capelli, e mi dà un bacio sulla fronte.
« Dalla vita non potevo chiedere niente di meglio. » dice, indicando me e il mio pancione.
« Ma io ho paura Riki... paura di non riuscire ad essere una brava madre come vorrei. Sono così giovane. È tutta colpa di un mio solito errore: fidarmi troppo. La proposta di matrimonio mi è arrivata al mio ventesimo compleanno, c'eri anche tu. Ero euforica, non avevo la forza e la mentalità per dire "siamo troppo piccoli, stai andando troppo veloce". E ora mi sono accorta che mi sono bloccata la vita, anche se queste bambine sono una delle mie piccole gioie.»
« Beh, non hai deciso proprio tutto. Forse doveva andare così. Forse il destino ti riserva qualcosa di più grande e bello»
« Lo spero, e spero anche di smettere di essere... questa. Voglio essere una donna forte che si sa autogestire. Fino ad allora, sarò solo una giovane ragazza incinta, o con due figlie»
« C'è tempo, Fede. Per ora, pensa a vivere
Sorrido.
Ci fermiamo davanti a due ragazzi, che stanno suonando Perfect, uno alla tastiera e l'altro alla chitarra. Riki mi circonda i fianchi con le mani.
«Balliamo?»
Annuisco, sorridente. Gli metto le mani intorno al collo e appoggio la testa al suo petto, ed iniziamo ad ondeggiare. Mi sento al sicuro, con lui. È così bello avere un punto di riferimento, qualcuno su cui poter contare, qualcuno che ti vuole bene. Qualcuno come lui.

Ci incamminiamo verso l'auto per tornare a casa. Siamo da un'ora e più fuori, e Riki deve andare di nuovo a lezione alle tre. Continua a canticchiare un motivetto. Forse ce l'ha in mente e non vuole dimenticarlo. Per questo preferisco non proferire parola. Faccio silenzio per tutto il viaggio. Quando arriviamo, scendo dalla macchina per lasciarlo andare all'università, ma lui mi blocca.
« Fede, ma quando faccio qualcosa di dolce perdi le parole?» sorride, segnandosi quella frase davvero dolce.
« Chi ha più problemi, io che sto zitta o tu che si segna le frasi dolci per conquistare le ragazze?»
Fa una piccola risata, poi mi manda un bacio con la mano e se ne va, mentre io entro in casa.
Il mio migliore amico è davvero fantastico.

Capitolo numero twoooo
La primavera mi ispira.
Il sole sta semi-tramontando e sono le sette e un quarto.
E quindi i'm happy.
Piccola info: penso che sarò inattiva nelle vacanze di Pasqua 'cause (mimmicirillo lo sa) motivi di festa con la mia famiglia e pranzo che dura dal giovedì al lunedì dopo Pasqua. Se non muoio, riesco pure a digerire.
Auguratemi buona fortuna! :)
-Sa

Piccola Anima||Rederica [Completa]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora