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Arriviamo davanti casa.
«Fede, ho passato una serata magnifica. Ti va di vederci di nuovo?»
«Penso che possa uscire domani, però di pomeriggio, perché di mattina vado alla visita»
«Vuoi che ti accompagni?»
«No, mi accompagna Riki»
«A domani pomeriggio, sempre lì»
«A domani» dico, dandogli un bacio sulla guancia e uscendo dall'auto.
Fa proprio freddo. Controllo l'orologio, sono le 11. Spero che Riki e Cam non stiano facendo... niente.
Busso alla porta, e ci vogliono alcuni minuti prima che Riki venga ad aprirmi.
«Scusa se non ho aperto prima, ma Cam sta dormendo»
«Non ti preoccupare. Anzi, vado a dormire subito anche io.»
«Ti spiace se resta a dormire qui?»
«Ma ci sono due letti singoli»
«Resto sul divano, non ti preoccupare.»
«Ma non c'è il materasso che avevamo messo per El in cantina?»
«Non ti preoccupare Fede. Dormo qui»
«E io dormo con te»
«Okay» dice, per niente preoccupato.
«Non ci casco. Sono incinta, come farai a prendermi in braccio?»
«Sono capace di tutto, lo sai.»
«Si che lo so. Uffa. Va beh, ti risparmio la fatica. Vado da sola. Buonanotte»
«Buonanotte»
Salgo in camera e metto il pigiama, e mi infilo sotto le coperte, prendendo sonno quasi subito.

· Fa combaciare i nostri corpi. Le nostre labbra sono tanto vicine. Quanto vorrei baciarlo. Quanto vorrei abbattere le barriere che ci sono tra noi. Se solo sapessi chi è. Le sue labbra sono bellissime, come quelle di Riki, ma non c'è traccia del neo. La pelle è liscia e calda. Ci siamo solo noi due, e voci che continuano ad urlare. I suoni si sovrappongono e non capisco cosa dicono. Inizio ad ansimare. Lui si allontana, ma non capisco ancora chi sia.
Dietro di me, le mie bambine si aggrappano alle mie gambe.
<Sei bellissima> dice una voce profonda e quasi meccanica, che non potrebbe appartenere a un ragazzo della mia età.
Ho paura, non so chi ho davanti. Poggia le sue mani sui miei fianchi e inizia a baciarmi il collo, scendendo sempre di più. I battiti del mio cuore diventano più forti, tanto che li sento nelle orecchie. Mi pulsa la testa.
<Chi sei?> chiedo, urlando.
Ma nessuna risposta.
<Chi sei?> richiedo.
Alza lo sguardo. I suoi occhi sono totalmente bianchi, il viso quasi senza pelle, tanto che gli si vedono le ossa, cosa impossibile nella realtà. E le labbra, prima tanto belle, ora sempre di forma perfetta, ma sporche di... sangue.
<Vuoi tanto sapere chi sono io? Bene, allora lo saprai.> tira fuori dalla tasca un coltello. < Io sono l'ultima persona che tu e le tue piccole bambine vedrete> ·
Mi alzo di scatto, tentando di non urlare. Prendo il cuscino e la coperta e scendo al piano di sotto, poi mi sdraio sul tappeto accanto al divano.
«Beccata» mi dice una voce, facendomi sobbalzare.
«Riki, ho fatto un sogno bruttissimo.»
«Ah si? Vuoi raccontarmelo?»
«In sintesi, stavo per baciare un tipo orribile con gli occhi bianchi che voleva uccidere me e le mie figlie.» non sembra niente di che, ma è stato orribile. Mi butto tra le sue braccia e mi stringe.
«Paura?» chiede.
Annuisco.
«Allora dormo con te, va bene?» annuisco di nuovo e ci sdraiamo sotto le coperte, abbracciati.
«Dormi bene, che ci sono io»
Chiudo gli occhi e mi addormento.

«Buongiorno Fede!» dice Cam, quando mi alzo. Ero sul divano. Riki è proprio strano, a volte.
«Dormito bene?»
«Si, tu?»
«Non mi sembra» dice Riki,prima che Cam possa dire qualcosa.
«Riki... evita»
«È successo qualcosa?»
«No» dico, e Riki mette le mani intorno ai miei fianchi, dietro di me.
«Riki, c'è Cam...» sussurro, ma lui sorride, quasi divertito.
«Oh, che carini che siete» dice Cam, sorridente.
Mi guardo per un attimo intorno, per assicurarmi che stia parlando con noi.
«Oh, non ti dà fastidio?»
«No, dovrebbe?»
Guardi Riki, poi lei, poi di nuovo il mio migliore amico.
Poi sorrido. Finalmente. Una ragazza che mi sta simpatica e a cui non sto sul cazzo, che mi permette di parlare con Riki, e persino abbracciarlo. Non pensavo esistesse.
«Che ne dici di uscire tutti e quattro? Inviti anche Lorenzo. E usciamo tutti insieme.»
Annuisco. Scrivo un messaggio a Lorenzo e lui accetta.
«Oggi pomeriggio alle 4 al nostro bar»
«Abbiamo un nostro bar?»
«Eh? No, il "nostro" bar, mio e di Lorenzo»
Mi guarda, poi fa roteare gli occhi.

Metto una maglia bianca, dei jeans e una giacca bianca e blu, con i tacchi a spillo neri. È una giornata calda, così metto anche un cappello blu e gli occhiali da sole. Scendo, Riki e Cam sono già pronti.
Usciamo, e quando arriviamo Lorenzo è già lì. Mi siedo accanto a lui, mentre Cam e Riki si mettono dall'altra parte.
«Camilla, Lorenzo. Lorenzo, Camilla» dico.
«Ci conosciamo già! Eravamo compagni di classe alle superiori.» dice Camilla, porgendo la mano a Lorenzo. Lui, che sembra essersi ricordato, gliela stringe sorridente.
Ordiniamo un caffè ciascuno, e iniziamo a parlare.
«Vi va di andare in disco-»
«Fede non può» dice Riki, prima che Lorenzo possa dire altro.
«Oh, già»
«Non fa niente, posso vemire anche io» dico, forse per mettere alla prova Riki, per vedere fino a quando cerca di "proteggermi".
«Sei incinta di sette mesi, Federica. Se ti fanno bere qualcosa, se ti mettono qualcosa nel bicchiere... e poi non puoi bere»
«Pensi che non sia responsabile?»
«Anche la persona più responsabile del mondo, in discoteca, beve e può "fare qualcosa", riferimenti puramente casuali, involontariamente. È per il tuo bene»
«Lo dici per te»
«Bene, vai in discoteca. Bevi. Poi le bambine escono malate, cieche, sorde, senza qualche organo... poi prenditela con te stessa.»
Sospiro, cercando di non sorridere.
«Va bene. Hai ragione tu»
Riki fa il finto offeso.
«So che mi vuoi bene» dico, iniziando a giocare con le sue dita.
«Oh, peccato che non riesco ad odiarti»
Sorrido. «è impossibile odiarmi» dico alzandomi. Dico a Lorenzo di far mettere la musica, e parte Piccola Anima.
«Momento depresso?»
«Balla e sta zitto» dico, prendendo Lorenzo per il braccio e costringendolo a ballare con me. Anche Riki e Cam ballano. Lui le mette le mani sulla pancia, da dietro, e inizia a riempirle il collo di baci. Un brivido di gelosia mi percorre la schiena.
Così guardo Lorenzo. Tiro un sospiro, poi faccio unire le nostre labbra. Sento un colpo di tosse, e mi stacco.
«Siamo in luogo pubblico»
«Non posso baciare il mio ragazzo?»
Anche Lorenzo mi guarda male.
Riki annuisce. «Certo che puoi» dice, sedendosi.
Che cazzata che ho fatto.
«Voglio andare a casa» dice Cam, che sembra voler scappare da quella situazione.
«Si certo, andiamo. Voi fidanzatini restate qui. Non aspettarci per cena, Federica. Andiamo dai genitori di Cam. Ciao» dice, ed esce dal bar.

Buona Pasqua senza gioie.
Non penso di postare domani, ma penso che riesca martedì.
Baci,
-Sa

Piccola Anima||Rederica [Completa]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora