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Ultimo giorno di vacanza
«Buongiorno» dice Riccardo.
Io non fiato.
Mi alzo soltanto.
Il mio sguardo si posa su un bigliettino.
"Non puoi continuare a non parlarmi. Ti prego. È l'ultimo giorno, possiamo passarlo bene?"
Vedo Riccardo mettersi davanti a me.
«Per favore, scusami»
Non guardarlo. Non guardarlo negli occhi.
Naturalmente, disobbedisco a me stessa. Alzo lo sguardo, e i miei occhi si perdono nei suoi.
«Per favore, scusami» ripete.
Non potrò tenere il muso per sempre.
«Devo decidere.» dico.
«Per favore, scusami»
«Me lo ripeterai all'infinito?»
«Scusami, ho fatto una grande cazzata. E poi, quella Maya... neanche la conoscevo. Hai ragione. Solo che... non ho ragionato con la testa, ma con altro. E mi dispiace davvero, non sapevo tenessi così tanto a me. È che la mia vista è stata oscurata da non so nemmeno io che cosa. È che ti ho sempre visto semplicemente come Federica, mai come la mia Federica. E ho capito che sono stato un cretino a non farlo. Scusa. Torniamo migliori amici. Ti prego. Senza parlarti, ho capito che io... ho bisogno di te »
Mi scende una lacrima.
«Lo pensi sul serio?»
«Ora si»
Il fatto che ammetta le sue debolezze, i suoi errori, che abbia "cambiato idea"... mi porta a cedere.
Lo abbraccio continuando s piangere.
È stato davvero difficilissimo stare zitta per tutto quel tempo.
«Ti perdono» dico, senza staccarmi dall'abbraccio.
«Quindi sono di nuovo il tuo Riki?»
« solo se io sono di nuovo la tua Fede»
Mi dà un bacio sulla fronte.
«Ma con Maya ci parli ancora?» chiedo.
« È una bella ragazza, sembra anche simpatica, se mi dai il permesso potrei parlarci»
«Se non stai tutto il tempo con lei e non ti dimentichi di me, ci puoi parlare»
«Grazie. Ma quindi, il piano di Luca è saltato?»
«Oh, assolutamente no»
«Dillohe vuoi sentirti cattiva per una volta nella tua vita.»
«Oh, hai assolutamente ragione» dico, ridendo.
Mi mancava ridere con lui.
«Ah, a proposito» dico «Non mangiare più mele a colazione»
Fa una risata.
«Dobbiamo prepararci. A mezzogiorno abbiamo l'aereo.
«Ho già raccolto tutto. Ti ho lasciato fuori dalla valigia la camicia bianca e i jeans, la cintura nera, e le scarpe»
«Anche tu sei ben organizzata, eh?»
«Si. Forse hai ragione, è bello essere organizzati. È soddisfacente»
«Tu che metti?»
«La camicia bianca e i pantaloncini bianchi.»
«Devi andare a un matrimonio?»
Gli faccio una smorfia e lui mi prende per i fianchi, buttandomi sul letto.
«Riki»
«Si?»
«Ti voglio bene»
«Anche io»
Sorrido.

«Sono pronta»
«Andiamo allora»
«Prendi la valigia, no?»
Annuisce e prende la valigia, mentre io chiamo l'ascensore.
«Chiamo un taxi?»
«Si.»

Dopo venti minuti siamo all'aeroporto. Tempo del check-in, l'imbarco, e siamo su.

«Riki»
«Si?»
«Mi prometti che non mi lascerai più da sola?»
«Te lo prometto»
«Riki»
«Cosa c'è?»
«Non voglio che le mie bimbe abbiano il mio cognome»
«E perché»
«Perché io non ho il cognome di mia madre. E neanche tu. Neanche mio padre, e neanche il tuo. Il cognome è un simbolo di appartenenza, è tipo "È nato dalla mia pancia, però è anche suo il bambino. Se prendono il mio cognome, diventeranno solo di mia proprietà. E io non voglio questo.»
«Fede, troverai un ragazzo»
«Si, ma sono quasi al quinto mese e sto ancora a combattere con Luca!»
«Non è colpa mia»
«Lo so che non è colpa mia. Ma è così carino»
«Grazie della considerazione»
«È scontato che sei più bello tu» dico, scompigliandogli il ciuffo.
«Posso dirti una cosa? Non per rovinare il momento, ma... Maya mi aveva detto che stava cercando lavoro a Roma anche lei, e mi chiedevo... insomma, se mi vedessi con lei ti darebbe fastidio?»
«Ti ho già dato i termini e le condizioni di servizio»
«Quindi è un no, in senso che non ti darebbe fastidio?»
«Vedi un po' tu»
Fa spallucce, poi mette una mano sulla mia pancia.
«Io e la mamma avete fatto pace, contente?»
Di tutta risposta, ricevo un calcio.
«Ehi! Non siate troppo emozionate»
Sorrido appoggiando la testa alla spalla di Riki.
«Mi chiedo se ce l'avranno un padre queste bambine.»
«Si che ce l'avranno»
«Si, ma tu resterai lo stesso lo zio che regala le caramelle in cambio di in bacino»
«Le tue figlie mi vorranno baciare anche senza caramelle»
«Si, speraci. Insegnerò loro a non guardarti negli occhi»
«Eh?»
«Quando ti guardo negli occhi non resisto. Mi viene voglia di...»
«Di?» dice, pronto a prendermi in giro.
«Insomma... sei irresistibile, non è mica colpa mia!»
Arrossisco di colpo.
«Sei carina quando arrossisci, sai?»
«Tu sei uno stronzo, sai?»
«Oh, certo che lo so. Ah, a proposito... il finto amore verso l'irresistibile Riki prevede anche baci?»
«Non lo so. A seconda delle situazioni»
«E va bene.» dice, dandomi un bacio sulla guancia.

«Riki»
«Ehi, sei sveglia?»
«Si. Quanto manca?»
«Cinque minuti»
«Di già?»
«Si»
«Stiamo per tornare alla normalità...»
«Con te è sempre tutto fantastico»
«Era una delle prove?»
«Forse» mi sussurra, facendomi rabbrividire.

«Si muore di caldo...»
«Andiamo a casa a piedi?»
«È tanto!»
Lo guardo supplichevole.
«Con la metro»
«d'accordo.»
Mi prende la mano e andiamo verso la metro.
Ora si che sono di nuovo felice.

Piccola Anima||Rederica [Completa]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora