18

2.4K 182 20
                                    

"Helena? Helena."

Strizzo gli occhi, sentendo subito ogni singolo osso mandarmi alle stelle per il dolore, così come la testa, che ormai viaggia in un mondo totalmente a parte.

"Rachel?" Chiedo, ancora confusa, per poi riscuotermi subito, ricordandomi tutto e scattando seduta, nel totale panico "Rachel, dov'è Rachel?"

"Hel."

Mio padre mi tiene le spalle, guardandomi con sicurezza, oltre che un minimo di preoccupazione.

"L'hanno trovata?" Chiedo, subito, ma mi basta uno sguardo per capire quale è la risposta.

"Non l'hanno trovata, ma stanno cercando di rintracciare il segnale del suo telefono, dato che sembra essere ancora accesso."

Annuisco, ancora confusa, per poi notare che mi sono addormentata sul pavimento dell'atrio e che, forse qualche infermiera, ha deciso di coprirmi con uno dei lenzuoli ruvidi dell'ospedale.

Sospiro, stanca, passandomi le mani sulle gambe, cercando di riscaldarmi, nonostante non faccia nemmeno così freddo.

Forse è paura, forse è dolore, ma so di non stare bene.

Mi hanno spezzato il cuore, di nuovo.

"Quindi, anche tu sapevi del padre di Bill?" Chiedo, infine, tornando a sostenere lo sguardo di mio padre, ancora abbattuta.

Lui stringe le labbra, e poi sospira, afflitto, sedendosi al mio fianco, coscia contro coscia.

"Lo sapevo, certo: la sua storia era scritta nella motivazione del suo trasferimento."

"Ed è per questo che non volevi che io stessi con lui? Non perché è lui ad essere pericoloso, ma suo padre."

Annuisce, mordendosi appena il labbro, anche lui colpito da ciò che è successo a tutti noi: non penso che si aspettasse che sarebbe successo tutto questo, nemmeno nei suoi sogni peggiori.

"La madre di Bill è morta per un'emorragia causata dal parto: era già debilitata da una pesante gravidanza e, in più, la sua famiglia non aveva abbastanza soldi per riuscire a darle abbastanza cibo e le giuste cure. E' morta, nonostante tutti i tentativi dei medici, e suo padre non lo ha mai accettato, incolpando proprio Bill, che non centrava nulla. Lo ha abbandonato, non curandosi nemmeno della sua malattia, che, magari, all'inizio poteva essere curata con semplicità, ma che ora è peggiorata ad uno stadio tale da necessitare un intervento da un donatore esterno." Spiega, e, ad ogni parola, mi sento sempre peggio: non pensavo che Bill avesse passato così tanto "Gli assistenti sociali lo hanno portato qui per miracolo, dopo una delle crisi più gravi, e questo ha fatto scattare qualcosa in suo padre, qualcosa di brutto, che lo ha portato a sviluppare un odio ancora più profondo. La persecuzione del padre lo ha portato a sviluppare uno stato d'ansia continuo, e da lì tutti i suoi problemi comportamentali, come la rabbia esplosiva o la depressione momentanea."

Non dico niente, ma sto davvero male, per lui.

Non si meritava questo, non se lo merita nemmeno ora, e pensare che è tutta la vita che rischia di morire mi spezza davvero il cuore.

Nella mia mente, torna il nostro bacio e, con lui, tutto ciò che abbiamo passato: in pratica, solo cose negative, ma, che, stranamente, invece che dividerci, ci hanno uniti.

Certe cose non puoi proprio spiegarle.

"E ora, dov'è?"

"Penso che sia andato a farsi un giro." Dice, tranquillo, ma, come un colpo al cuore, qualcosa si stringe intorno al mio petto.

Bill che se ne va a fare un giro? In una situazione del genere e dopo che io gli ho detto di andarsene? Non ci riesco a credere.

Mi volto, osservando la coperta che qualcuno mi ha gentilmente offerto, e poi la avvicino al mio viso, sentendo qualcosa di fin troppo famigliare.

On the edge / Bill SkarsgårdDove le storie prendono vita. Scoprilo ora