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Sistemo con cura i vestiti nel piccolo armadio bianco, cercando di farci stare tutte le mie cose nonostante il poco spazio disponibile su ogni ripiano che, comunque, devo dividere con Rachel, che si è portata in ospedale tutti i suoi vestiti.

"Pensi di restare qui per sempre?" Domando, notandola portare in stanza l'ennesima valigia colma.

"Non puoi mai sapere cosa può succederti." Si limita a dire, lasciandola sul letto, tirando poi un sospiro, stanca "Tu hai trovato l'amore qui, quindi potrebbe accadere anche a me."

"Io non ho trovato l'amore." Ribatto, decisa, ma Rachel appena mi ascolta, dileguandomi con un gesto della mano, mentre apre la valigia e tira fuori un vestito rosa lungo e scollato.

"Secondo me questo a zombie-Bill potrebbe piacere." Dice, con un'aria perversa, di chi la sa lunga.

Alzo gli occhi, ormai rassegnata: Rachel non si arrenderà mai, e io devo smettere di sperarci.

Chiudo l'armadio, e poi mi siedo sullo scomodo lettino bianco, coperto dalle lenzuola ruvide: so già che, questa notte, non dormirò.

"Pensi che ci faranno mangiare in mensa con gli altri?" Chiedo, tirando fuori altri oggetti dal mio zaino.

"Perché no?" Pensa Rachel, togliendosi la gonna rossa ed infilandosi un paio di pantaloni della tuta "In fondo, noi siamo come tutti gli altri."

"Potremo ammalarci." Ribatto, ancora perplessa: l'idea di restare in ospedale non mi piace per niente, e non solo per Bill.

Questo posto sa di disinfettate e malattia, e non è sicuramente un luogo di vacanza dove ameresti passare le giornate.

Qui dentro le persone soffrono, e l'unico momento in cui provano finalmente un po' di gioia e quando possono uscire.

Mi manca casa mia.

"Signorine?" Un giovane infermiere dai capelli biondi ci sorride gentile dalla porta, lasciata appena aperta "Vostro padre mi ha detto di dirvi che il capo ha stabilito che mangerete nel reparto lungo degenza, insieme agli altri."

"E gli altri sono contagiosi?" Chiede Rachel, avvicinandosi a passi ondeggianti al ragazzo, sorridendogli affabile "Sai, non vorrei ammalarmi."

Lui arrossisce, visibilmente imbarazzato mentre abbassa lo sguardo, forse sperando di sparire da un momento all'altro.

E' un pensiero che condividiamo.

"No, no, sono pazienti con malattie croniche, ma non contagiose."

Rachel gli sorride, e poi allunga la piccola mano verso il cartellino d'identificazione del ragazzo "Grazie, Rob."

Penso che Rob, in questo momento, vorrebbe morire.

Lancia alcuni sorrisi imbarazzati a mia sorella, e poi quasi corre via, magari per sbollire il suo spirito.

Rachel si volta verso di me, e il sorriso scompare quando nota la mia espressione perplessa "Che c'è? Bisogna sempre trarre il meglio dalle situazioni."

"E il tuo meglio sarebbe un tirocinante con visibili problemi d'ansia?"

Lei scuote le spalle, mettendo il broncio, pensandoci seriamente sopra "Almeno finché non troverò un primario con meno di trent'anni e senza famiglia, sì."

Alzo gli occhi, incredula, e poi scendo dal letto, andandole vicino ed iniziando a camminare al suo fianco "Sei incredibile, Che."

Lei mi da un leggero pizzicotto al braccio, divertita "So che non c'è la faresti mai senza di me."

On the edge / Bill SkarsgårdDove le storie prendono vita. Scoprilo ora