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Sono scappata a casa: proprio come una fuggitiva, una colpevole o una vittima.

Non so nemmeno io come sentirmi, e forse è per questo che sono così confusa, così persa: perché non capisco.

Bill mi ha aggredito, una persona di cui appena conosco il nome, ma che è riuscita a rivoltare contro di me tutta la sua rabbia, come se gli avessi davvero fatto qualcosa.

Ha chiesto chi era a mandarmi, e io davvero non capisco: perché qualcuno dovrebbe interessarsi a lui e alle sue analisi?

Non ha senso ma, in fondo, ogni cosa che lo riguarda sembra non averlo.

A partire dal suo strano comportamento, così acido e cinico, al fatto del controllo continuo delle guardie ed infine la strana diagnosi.

Lui dice di essere pazzo, ma le carte dicono altro: problemi al cuore.

Problemi che ho visto come i miei stessi occhi, quando lui è caduto davanti a me in una crisi vera e propria.

Lui non se ne rende conto, o lo sa ma non vuole mostrarlo, ma potrebbe davvero morire di questo.

Forse, nemmeno gli importa.

"El?"

Sollevo lo sguardo, sorridendo a Rachel mentre sbuca dalla porta della nostra stanza, facendomi un piccolo sorriso.

"Entra." Dico, semplicemente, facendole cenno di raggiungermi a letto, lasciando che lei mi stringa a sé, dolce.

"Allora, come è andata? Sei scappata subito in camera." Dice, osservandomi con i suoi grandi occhi scuri, come se cercasse di trovare il minimo particolare che potrebbe rivelarsi un indizio sulla serata.

Ricambio il suo sguardo, così genuino e speranzoso, di chi crede davvero che la mia vita stia prendendo una svolta in positivo.

Non riesco a deluderla, non del tutto.

"Non si è presentato." Dico, semplicemente, fingendo un'aria dispiaciuta "Ha avuto una crisi ed è stato ricoverato."

"Una crisi? Mio Dio, ma sta bene?" Chiede, sinceramente preoccupata.

Annuisco, donandole un piccolo sorriso "Sì, sì: ha solo bisogno di riposare e tenersi controllato."

"Quindi ci sarà un secondo incontro?" Chiede, subito, con un bel sorrisino perverso dipinto sul volto.

Alzo gli occhi, scuotendo la testa, esasperata "Non lo so, potrebbe darsi: dipende tutto da lui."

"Secondo me vi vedrete ancora." Commenta, sicura, sistemandosi i lunghi capelli castani su una spalla "Lui è interessato."

"Lui è interessato?" Ripeto, perplessa.

"Certo, El." Ribatte, alzando un sopracciglio, nel suo atteggiamento da principessa "Ha quegli occhioni blu che si illuminano quando ti guarda."

"Occhioni blu che si illuminano?" Alzo gli occhi, scuotendo il viso e mettendomi a ridere, incredula "Sicura di non essere tu quella ad essersi innamorata di Bill?"

"Io?" Esclama, pressoché sconvolta "Helena, non mi insultare: io voglio i surfisti californiani, non i cadaveri ambulanti."

"Bill non è un cadavere ambulante."

Lei si lascia andare in un sorriso compiaciuto, osservandomi col suo solito brio "Che carina, lo difendi: questo è amore."

Sbuffo, esasperata, per poi darle un leggero colpo "Rachel! Sei incredibile."

Lei si mette a ridere, e poi torna fra le mie braccia, stringendomi forte, coccolandomi.

Sorrido fra i suoi capelli, sentendomi finalmente al sicuro, in un posto che posso considerare amico, che posso considerare casa.

On the edge / Bill SkarsgårdDove le storie prendono vita. Scoprilo ora