Chapter Nine: A Piece Of Paper

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Da quel giorno passò una settimana, e Aprilia aveva passato ogni singolo minuto nell'irrequietezza più totale. Aveva cercato di allontanare i suoi pseudo-amici, proprio per non ricadere nella trappola dell'eudemonia per l'amicizia. La sua felicità non poteva dipendere da nessuno, ma solo da lei e dalle sue azioni.
Da Ofelia, si era ripromessa di allontanarsi ed affrontare tutto con mirata oggettività.
Era un'utopia? Si.
Era possibile? No.
In quel momento provò un odio enorme per la debole razza umana, che deve dipendere dalle altre persone per sentirsi completa.

Lasciò a penzoloni una gamba, rivolgendo lo sguardo al cielo. Era stesa su un ramo di un grande albero, appena fuori le mura del castello, in lontananza poteva scorgere una simpatica casetta che doveva appartenere al guardiacaccia di Hogwarts.
Era un omone grande e grosso, dal volto reso ispido dalla folta barba che lo invadeva. Sempre ottimista e con una buona parola per tutti, un uomo semplice; lo aveva incrociato qualche volta per i corridoi della scuola, e le era sembrato di ottima compagnia.

Fece una smorfia, in pensiero.
Al petto aveva il libro "Il giovane Holden", uno dei titoli preferiti da Ofelia, che aveva letto ed apprezzato grazie a lei.
Ripensando all'amica, le venne in mente un ricordo di quando erano piccole, ed Aprilia era stata invitata a passare un piovoso pomeriggio a casa sua. Avevano messo la loro cassetta preferita, ed erano sedute a gambe incrociate a fissare lo schermo televisivo che trasmetteva le immagini di una bambina bionda che viveva nel suo mondo immaginario.

Alice nel Paese delle Meraviglie era il loro film, lo sapevano a memoria, così come le sue canzoni. Senza che decidesse nulla, prese a canticchiare a bassa voce.

"Le bestiole,
anche lor, vivrebbero in casette,
ben vestite, in guanti e con scarpette"

"nel mio mondo ideal,"

Aprilia si affacciò dal ramo, sentendo una seconda voce che continuava per lei la strofa, ed intravide la chioma arruffata di Hermione.

"ogni fiore,
se io fossi un po' di malumore,
per distrarmi passerebbe l'ore,
chiacchierando nel mio mondo ideal."

In mano aveva i tomi che era solita portarsi ovunque, semmai avesse avuto il bisogno di ripassare qualcosa.

-Sei nata da una famiglia di Babbani?- chiese Aprilia curiosa; nel mondo magico non era solito guardarsi lungometraggi animati per passare il tempo.

Hermione annuì -La prima strega dopo generazioni di soli Babbani. Ma la cosa strana è che tu la conosca. Non eri nata da una famiglia di maghi Purosangue?-

Ad Aprilia si gelò il sangue nelle vene a sentirlo dire da Hermione. Si mise seduta sul ramo, la schiena poggiata al tronco, la gamba sempre a penzoloni. Fissava le mani in grembo che si toglievano le pellicine dalle dita per il nervoso improvviso.

-Io.. no. Cioè, si, vengo da una famiglia Purosangue, ma.. emh, conosco delle cose da.. Babbano.- mormorò, a corto di scuse.

Seguirono lunghi momenti di silenzio, interrotto da Hermione stessa, che non appena si accomodò nella stessa posizione dell'amica fece per aprire il libro che aveva in mano, quasi come riflesso condizionato.
Poi, prese un grande respiro, guardando di fronte a lei l'enorme distesa di prato di Hogwarts.

-L'ultima cosa che voglio è farti parlare di cose di cui non ti va di parlare... ma ti assicuro che evitarci non ti servirà a molto. Noi vogliamo solo aiutarti, ma se non ci spieghi cosa è successo, non possiamo fare nulla.-

Aprilia in quelle parole sentì una vena che la ricondusse ad Ofelia ogni qualvolta non le volesse dire qualcosa che la turbava. Effettivamente in Hermione c'era molto di Ofelia: l'intelligenza, gli occhi, il sorriso rassicurante, quasi da sorella maggiore.

Reflected shadow (Draco Malfoy)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora