Chapter Nineghteen: Amanda Rosey

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Si stirò il vestito lungo le gambe, preoccupandosi di farlo aderire il giusto.
Era da mezz'ora che stava in piedi di fronte a quello specchio, cercando di ignorare le fitte alla caviglia. Sul comodino aveva la fiala che le aveva dato Luna, indecisa se usarla o meno; nonostante si fidasse della Corvonero, quel liquido aveva proprio un colore strano.
Non si sentiva così in ansia per qualcosa dall'ultimo evento fatto con Ofelia, verso luglio.
Improvvisamente le sue narici si riempirono dell'odore pesante degli spogliatoi della palestra dove si allenavano: l'adrenalina era come un accendino pronto a scattare in un'aria intrinseca di gas. Il sudore, la polvere sul pavimento consunto, i muscoli doloranti.

Quell'atmosfera svanì come un soffio non appena sentì bussare alla porta. Sussultò, appoggiandosi pesantemente alla parete con una mano.
-Avanti- disse con voce spezzata, il suo cuore batteva all'impazzata, come lo scalpitio di un destriero.

Draco sgusciò dentro velocemente, col timore di essere visto entrare.
Aprilia gli andò incontro, preoccupata -Che ci fai qui? Dovresti già essere in Sala con Narcissa e Lucius!-

-Ti stavo aspettando, ma non scendevi. Intuivo non andasse tutto bene- le sistemò una ciocca dietro l'orecchio sfuggita all'accurato chignon.

-E avevo ragione.-

Aprilia fece schizzare lo sguardo dal viso di Draco al pavimento più volte, finché non tirò un respiro che in maniera effimera credeva avrebbe funzionato per calmarsi.

-Va bene, sono calma.- sussurrò schizzando verso il comodino, prendendo una collana in diamante antica di intere generazioni.
Per via delle mani tremanti non riusciva ad aprire il piccolo meccanismo che le avrebbe poi permesso di indossarla.
Imprecò sotto voce, finché Draco non la prese delicatamente e la fece mettere davanti allo specchio davanti a lui.
Portò la collana davanti al collo della giovane e la chiuse sulla nuca, dove fece scorrere un paio di dita lungo la colonna vertebrale scoperta.
Ammirò come al suo tocco la pelle della ragazza era scossa da numerosi e piccoli fremiti. Fece risalire indice e medio verso la spallina dell'abito, scoprendo di più la macchia violacea sul suo collo.

-Lascialo così. Se lo copri non sarà servito a niente.-

Aprilia annuì, mentre le braccia di Draco andavano a stringersi appena sotto al suo seno, facendo aderire la sua schiena al suo petto.
Non appena vide Draco poggiare le labbra sul suo collo, temette per un altro marchio, e si agitò.

-No, Draco! Se sono troppi e ben visibili poi..-

-Merlino, stai calma.-

Il ragazzo schioccò un paio di baci sulla pelle morbida della ragazza, la quale trattenne il respiro temendo un altro morso.

-Non ho intenzione di lasciartene altri- e le schioccò un bacio sulla mascella, poi sulla guancia, dove parlò contro la sua pelle.

-Per ora.-

🗝

La Sala era illuminata da una luce tenue che veniva dall'alto, l'aria sempre silenziosa era adesso invasa da una melodia dolce interpretata da dei musicisti impegnati per la serata; la tavolata che avrebbe ospitato il banchetto era imbandita di tutto punto, e gli ospiti stavano arrivando.
Erano presenti tutti i membri delle rispettive famiglie, ma quando scesero le scale, solo a quella vista, Aprilia non ebbe il coraggio di guardare i suoi genitori negli occhi: anche se quel marchio se l'era fatto proprio per il bene della famiglia, era lo stesso un atto profondamente irrispettoso mostrarlo ai proprio genitori. Nonostante ciò, non poteva fare altro; non è che ne bel mezzo della serata avrebbe potuto abbassarsi la spallina a caso, sarebbe stato come tradirsi.

Diana lo notò subito, e mascherò un'espressione di rimprovero; Marcus invece le sorrideva. Della figlia notava solo il portamento regale e maestoso, i movimenti aggraziati, la pelle diafana come i capelli, gli occhi chiari. Sangue del suo sangue che avrebbe innalzato il nome di famiglia non appena avrebbe sposato lo scapolo dei Malfoy.

Reflected shadow (Draco Malfoy)Where stories live. Discover now