I signori Tomson

211 7 2
                                    

I ragazzi, quello stesso giorno, furono obbligati dal capitano a pulire da cima a fondo quello schifo di base che, dopo anni di assenza e di occupazione clandestina di persone che non sanno nemmeno cosa sia "igiene", era davvero ridotta in miseria. Finirono di pulire di notte, Levi infatti, in quel momento grato del loro lavoro, aveva deciso che il giorno successivo avrebbero potuto rilassarsi e fare piccoli compiti organizzativi.
I ragazzi si svegliarono pomeriggio mentre Levi, soffrendo di insonnia, ed essendo ancor più peggiorata dopo la morte di Hanji, si svegliò all'alba. Decise di uscire e di perlustrare la zona intorno alla base, per essere sicuri di essere soli e di non avere spie alle costole.
Effettivamente erano isolati, aveva trovato solo due o tre cadaveri nel boschetto di fianco alla casa, tutto normale.
Sapendo che i ragazzi non sarebbero stati produttivi in questa giornata si occupò lui di procurarsi armi, movimento ecc... l'orario era dalla sua parte, infatti alle 5 del mattino nessuno è sveglio e gira per la città, solo chi vendeva cose illegali, come le armi.
Si fecero le 8 e, travolto da un senso di nostalgia, decise di andare a fare colazione in quel unico posto che lo faceva stare bene, a casa. Quando andava lì si dimenticava dove si trovava e della sua inutile vita di merda, si sentiva normale, in un posto normale.
Mentre camminava non faceva neanche caso alla strada che percorreva, il corpo si ricordava esattamente tutto e si muoveva da solo. L'abitudine. Sperava con tutto il cuore che quella vecchia trattoria non avesse chiuso i battenti, per non pensare al peggio. E, svoltato l'ennesimo angolo, finalmente la vide ancora lì, con quelle stupide tende a fiori gialli e l'insegna cigolante tutta rovinata "trattoria dei signori Tomson". Gli scappò un sorriso.
Entrò.
Si sedette al solito posto e, come sempre, era mezza vuota, c'erano solo due persone, una donna e un uomo anziano.
Mentre attendeva l'arrivo della signora Tomson, guardò quella stanza in ogni angolo, come se volesse controllare che non fosse cambiato nulla in tutti quegli anni. E infatti non cambiò nulla, c'era solo un vaso di girasoli sul bancone del bar. Strano, non ha mai visto fiori in città, figuriamoci poi dei girasoli.
I suoi pensieri furono interrotti quando una signora anziana si mise di fianco a lui e, con la stessa frase di secoli fa disse:
-Benvenuto nella nostra umile trattoria, cosa posso darle per renderla felice?-
L'odore di cannella entrò nel naso di Levi, portandolo indietro nel tempo. Strano che dopo tutti quegli anni nulla era cambiato se non quel vaso. Nel volto della vecchia infatti si erano aggiunte solo due o tre rughe e i capelli, sempre raccolti nei due soliti cipollini, erano grigi. Indossava sempre i solito vestiti improponibili, colorati e con motivi bizzarri, prima infatti, se era strano solo per il contesto in cui vivevano, ora lo era il doppio perché era pure vecchia.
-Beh signora mi farebbe molto felice con una bella tazza di tè nero-
Dalla vecchia mano della signora cadde libretto e biro e, senza nemmeno guardare se i suoi sospetti fossero veri, iniziò a piangere e ad abbracciare il capitano.
Dalla cucina spuntò un signore, con i capelli tirati su e camice a fiori hawaiani, che con fare interrogativo e preoccupato chiese a sua moglie se andasse tutto bene.
-Caro è tornato! Il nostro Levi è tornato!-
Tomson lanciò la spatola in aria e corse verso Levi, piagnucolando e stringendolo ancora più forte. Solo dopo venti minuti di felice agonia i due, con la tazza di tè nero davanti, si sedettero con Levi.
-Ah si! Appena ho sentito tè nero ho subito capito che eri tu! Qua non sanno nemmeno cosa sia l'acqua! Figuriamoci il tè!-
-Sta un po' zitta donna! Parli sempre tu! Fai parlare il ragazzo-
-Che palle che sei Tom! Oh Levi, non ci vediamo da più o meno dieci anni, guarda come sei bello, ora sei un vero uomo adulto!-
-La ringrazio-
-Dove eri sparito si può sapere?-
Levi si avvicinò di più ai signori e raccontò tutto quello che era successo, come era stato catturato, come era finito per entrare nell'esercito e come fosse diventato il salvatore del mondo.
I vecchi erano orgogliosi di lui, lo dissero almeno 100 volte finita la storia, sapevano infatti che Levi, nonostante fosse un criminale, non era come tutti gli altri. Uccideva solo le persone malvagie, quelle disumane e che se lo meritavano. Sapevano che se qualcuno voleva sopravvivere lì sotto non aveva molte possibilità di scelta, o diventavi un criminale o ti facevi uccidere. E levi, era un criminale buono.
Lo hanno conosciuto quando girava ancora con lo zio, stava scappando da un uomo che lo voleva picchiare, Kenny stava insegnando al nipote a rubare. Nella ricerca di un nascondiglio finì nella loro trattoria e, una volta che videro questo bambino deperito e docile, decisero di offrire del cibo. Com succede coi cani, Levi tornò ogni giorno per mangiare da loro. Diventando per loro il figlio che non hanno mai avuto e, per Levi, la famiglia che non ha mai vissuto.
-Mi raccomando, voi non sapete niente-
-Bocca cucita! Stai tranquillo!-
-Sentite, quei fiori?..-
-Oh visto che belli! Ce li ha portati la nostra nuova cliente abituale!-
-Chi?-
-Quella donna là, è da mesi che viene sempre qui a mangiare e per ringraziare ci porta quei fiori-
-Ah... e dove li prende?-
-Non lo sappiamo, so solo che non l'ho mai vista prima d'ora-
-Mai?-
-Mai-

-angolo bar-
Ci sono riuscita! Odio fare i capitoli corti perciò, nonostante tutto, l'ho fatto lungo! Aguri albuxia ❤️ spero ti piaccia!
Grazie a tutti e al prossimo capitolo
#Ciaone

Furia buiaWhere stories live. Discover now