Capitolo 26

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Al massimo cento parole da usare, per Bucky la storia poteva benissimo finire in mezzo al suo sangue, senza troppe moine.
La convivenza peggiorava il suo enorme buco nero che lo intrappolava nello stato d'animo cupo messo in piedi dalla malattia, la medicina e il silenzio. A volte era un bene, per non sentirsi solo, mentre altre era un terribile ed insopportabile calvario che metteva Bucky nelle condizioni di voler realmente andarsene via da Steve. Non perché non lo amasse, ma proprio perché lo amava troppo.
L'amore è uno stupratore dalla fattezza bellissima, altro non fa che svuotare le proprie vittime.

Bucky finiva sempre per esitare sul ciglio della porta con una sacca in spalla e la convinzione di andare via mentre Steve era a lavoro. Poi però il profumo dell'amante scappava dalle pareti e dai mobili, invadeva l'aria, e Bucky non poteva assolutamente abbandonare quel sottilissimo filo che lo teneva ancora attaccato alla vita.
Loki e Nat andavano spesso a trovarlo, e spesso Bucky non apriva loro la porta di casa. Pregava che non se la prendessero, che lo comprendessero; doveva stare da solo, lui e il suo veleno. Si innervosiva con le lacrime agli occhi quando l'amore si materializzava nella stanza ed interrompeva il suo spettacolo di ferite.

Il pensiero di Steve gli dava la nausea per il senso di colpa nei suoi confronti, ed un pesantissimo macigno sul petto a furia di ripensare a quanto diavolo lo amava.
Stava sdraiato sul loro letto a guardare il soffitto bianco, ore intere mentre Steve era allo studio. Parlava con lui ma era da solo.

«Tu non te lo meriti uno come me, che cazzo ci faccio io qui?»

«Lo sapevo, non avevo dubbi. Dovrei lasciarti, anzi, devo oggi stesso. Smetti di assimilare il mio dolore, quello lo merito solamente io, non tu, non tu che sei buono Steve.»

«Eppure ti amo, non lo dico con superbia, ma tu nemmeno lo immagini quanto ti amo. È proprio perché ti amo che soffro così tanto. Unisci il numero di tutte le stelle della galassia e di tutti i granelli di sabbia del mondo; ecco, io ti amo tanto così ed il doppio.»

Steve ritornava a casa con uno dei suoi soliti fiori di carta collezionati in un quaderno di Bucky ormai pieno. Lo baciava con dolcezza, lo viziava con le prelibatezze più gustose per sostenerlo e gli raccontava tanto, tantissimo, pur di tirarlo fuori dal suo fottuto silenzio. E tutte le parole che Bucky aveva disperatamente detto ad alta voce guardano il soffitto gli restavano incastrate nei capelli fragili e sfibrati. Ne aveva sempre di meno, ormai li trovava sul cuscino.
Steve aveva provato in tutti i modi di non lasciare Bucky a casa da solo, di riportarlo al lavoro, di farlo svagare, ma non poteva opporsi contro la sua volontà. James era un uomo grande e maturo, se si rifiutava di far una cosa nessuno poteva costringerlo.
Bucky era un rinnegato, detenuto nella sua personale prigione, giudice della sua stessa pena.

«Quello è nuovo?» gli domandò Steve. Stava portando il cesto della biancheria sporca in lavanderia quando si accorse svogliatamente del grosso taglio ancora sanguinolento lungo la spalla di Bucky. Il moro stava cercando di tamponarlo con della carta assorbente, la ferita era appena sotto il tatuaggio, che non era stato sfiorato.
«Mmh.» mugugnò in riposta. Era enormemente imbarazzato, non c'era nulla da dire al riguardo di quel disastro.
Steve lo guardò di sfuggita, sospirando. Sparì nella lavanderia per un lungo quarto d'ora. Bucky non andò da lui, la sua paura più grande era quella di trovarlo a piangere nel suo privato o iniziare una discussione che non avrebbe potuto sostenere.
Ansioso, Bucky rivide spuntare Steve come se nulla fosse. Sul polso destro, nella parte del dorso, aveva la pellicola trasparente avvolta intorno, a coprire un nuovo tatuaggio.
Bucky aggrottò la fronte, confuso, avvicinandosi a lui per vedere meglio.
Prese dolcemente il braccio di Steve e si tirò tutto il tempo necessario per capire la natura di quel nuovo tatuaggio appena fatto. Era la data del giorno odierno, scritta schematicamente, gelida.

Vita decomposta ||Stucky AU|| ✔Where stories live. Discover now