Capitolo 12

1.1K 82 9
                                    

Frida Kahlo era nata a Coyoacán il 6 luglio 1907. Pittrice, figlia di una fotografo tedesco, ebbe una vita travagliata. Le piaceva dire di essere nata nel 1910, poiché si sentiva profondamente figlia della rivoluzione messicana di quell'anno. Affetta da spina bifida, scambiata per poliomielite, fin dall'adolescenza aveva manifestato una personalità molto forte, combinata con un singolare talento artistico e uno spirito passionale, riluttante verso ogni convinzione sociale. Frida fu vittima di un terribile incidente all'età di diciotto anni, che le cambiò drasticamente la vita. Prigioniera del suo copro scuoiato dal dolore, l'unica finestra verso la libertà era stata l'arte. L'autobus su cui viaggiava finì schiacciato contro un muro, e le conseguenze dell'incidente furono gravissime per la pittrice; la colonna vertebrale le si spezzò in tre punti della regione lombare. Si frantumò il collo del femore e le costole; il piede destro rimase slogato e schiacciato, mentre la spalla sinistra restò lussata e l'osso pelvico spezzato in tre punti. Inoltre, il corrimano dell'autobus le entrò nel fianco e le uscì dalla vagina. Nel corso della sua vita subì ben trentadue operazioni chirurgiche.
Steve raccontò l'inizio di quella storia sotto il rumore elettrico della macchina per tatuare. Bucky rimase in silenzio, e lo ascoltò come fosse la melodia più soave del modo.
L'amore tormentato con Diego Rivera, i numerosi aborti, gli amanti, la sua bisessualità, gli idoli precolombiani, le mostre, i dipinti, Steve parlò di ogni cosa, quasi stesse raccontando la storia della sua vita stessa. E Bucky iniziò ad essere percorso dalla pelle d'oca, ad ogni singola parola, da un lato perché era proprio la voce di Steve a pronunciarla, dall'altro, per la scioccante storia di quella donna.
Furono tantissime le cose che lo colpirono, ma più di tutte, l'amputazione della gamba destra poco prima della morte di Kahlo. Steve gliela descrisse come un lunghissimo calvario di disperazione, rabbia e dolore.
«Frida ormai era dipendente dagli antidolorifici, non capitava mai che fosse in se'.» gli disse, rifinendo meglio il bordo del disegno sulla pelle del suo cliente.
«Fu un'enorme perdita per lei, che mai riuscì ad accettare, anche se la protesi che studiò per rimpiazzare la gamba la rese alquanto fiera.»
Le sue sopracciglia descritte come lunghe ali di gabbiano nere marchiarono l'immagine che James si era fatto di quel viso intravisto rare volte in qualche disegno, tutto contornato da fiori.
Steve si definiva un suo allievo, diceva di appartenere a lei come figlio, fratello e amante. Los fridos era il nome che gli alunni di Frida si erano dati, e Rogers mostrò a Bucky uno dei suoi centosette tatuaggi, posto sopra il gomito. Aveva tatuato in un corsivo sottile e fluente quelle due brevi parole, che spiccavano in mezzo alla cornice di colore degli altri disegni.
Bucky lo guardò con stupore, sicuro che tra tutti i tatuaggi che aveva visto fino a quel momento su di Steve quello fosse il più bello. Il ragazzo si sfilò i guanti neri di plastica, strappando un pezzetto di carta dal suo album da disegno poggiato su di uno sgabello. Con una sottile penna a china nera ricopiò quel carattere, consegnando nelle mani di James il ritaglio bianco su cui era stato scritto lo stesso richiamo di lettere sulla sua pelle.

 Con una sottile penna a china nera ricopiò quel carattere, consegnando nelle mani di James il ritaglio bianco su cui era stato scritto lo stesso richiamo di lettere sulla sua pelle

Ups! Gambar ini tidak mengikuti Pedoman Konten kami. Untuk melanjutkan publikasi, hapuslah gambar ini atau unggah gambar lain.

Rogers gli sorrise, passando -con le mani disinfettate- una pomata sul grosso ed arrossato tatuaggio del ragazzo sdraiato sul lettino. In fine, dopo quella lunga sessione di colore nero, Steve terminò il suo riassunto della storia con una frase tratta dal diario di Frida.
«"Spero che la fine sia gioiosa e spero di non tornare mai più" furono le ultime parole che scrisse sul suo diario.»
Bucky sentì un pesantissimo nodo alla gola scendere poi al centro del petto. Increspò la fronte e riuscì per miracolo a regolare il respiro, tramortito dal significato che per lui avevano quelle parole. Fece passate tra le dita il sottile pezzetto di carta datogli da Steve, che dovette prestare attenzione al suo cliente, fortunatamente per Bucky, non accorgendosi così del sottile equilibrio emotivo suscitato in lui.

Vita decomposta ||Stucky AU|| ✔Tempat cerita menjadi hidup. Temukan sekarang