Moon of my life

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Victoria guardò fuori dalla finestra, scorgendo solamente alberi e foglie.
Sarebbe stato un paesaggio inquietante se Vincent non avesse predisposto delle lanterne intorno al perimetro del territorio del suo branco.
Aveva sempre temuto l'oscurità, sin da bambina, ma gli Hunters non potevano aver paura; era la prima regola che i suoi genitori le avevano insegnato.
Dei soffici polpastrelli le accarezzarono una spalla, provocandole caldi brividi lungo la schiena.
Vincent le avvolse la vita con un braccio, portandola a sé "Come ti senti, mia Luna?"
La ragazza sorrise, "Meglio" gli accarezzò il viso con entrambe le mani "Grazie per tutto quello che hai fatto per me"
Gli era riconoscente, senza di lui sarebbe finita sotto terra nel giro di qualche giorno.
Vincent si beò delle sue attenzioni, le era mancata tremendamente "Se tu muori, muoio anch'io"
Era così strano sentirselo dire, soprattutto perché Victoria sapeva che le sue parole erano vere.
Lo riusciva a percepire dal suo sguardo melanconico e sofferente, come se nella sua testa fosse comparsa la possibilità di una vita senza di lei.
"Voi licantropi siete così strani..." Victoria ridacchiò, voltandosi nuovamente verso il bosco "Riuscite a riconoscere il vostro compagno di vita solamente con uno sguardo e da allora non sapete più viverci senza."
Vincent le passò una mano tra i capelli, non distraendola dalla vista del paesaggio avvolto nell'oscurità "Anche tu ora la sei, mia Luna" le ricordò.
Gli faceva male sapere che Victoria ancora non riusciva ad identificarsi come una licantropa e che quindi, di conseguenza, non accettava completamente il loro imprinting.
Avrebbe voluto poterla rendere partecipe nella sua vita, ma questo presupponeva che lei fosse una licantropa, altrimenti il branco non sarebbe mai riuscita ad accettarla.
Victoria sospirò, per poi annuire "Hai ragione" si voltò, trovando gli occhi di Vincent a scrutarla "Insegnami ad essere un licantropo, Vincent."
L'Alpha scoppiò a ridere, mentre la ragazza rimase impassibile: gli aveva chiesto qualcosa di tanto strano?
Le strinse le mani, portandosele poi alle labbra per baciarle le nocche "Amore mio..." Victoria arrossì violentemente "Essere un licantropo non può essere insegnato" le spiegò, sperando che la sua reazione non l'avesse offesa.
Le prese il viso tra le mani, incastrando i suoi occhi azzurri a quelli verdi della sua Luna "Non senti qualcosa dentro di te, mia Luna?" le si avvicinò al volto "Non senti una voce nella tua testa che ti dice cosa fare?" fece scontrare i loro nasi.
Victoria deglutì da tanta vicinanza "Io..." mormorò, ma Vincent la interruppe "So che dentro di te c'è un lupo, mia Luna, devi solo lasciare che esca."
La guardava speranzoso, nel tentativo che le sue parole avessero centrato un punto a Victoria ancora sconosciuto.
Non sentiva niente dentro di sé.
Solo silenzio.
"Vincent, non credo che stia funzionando..." sussurrò, vergognandosi tremendamente.
Non voleva deluderlo, era la sua ultima intenzione.
"Lo so che è difficile mia Luna, ma devi riuscirci." La spronò, non lasciandole il viso nemmeno per un secondo: il suo lupo doveva venire fuori, non poteva lasciarlo dormiente per il resto della sua vita.
Victoria chiuse gli occhi, cercando di non pensare a niente: aveva contratto la licantropia, quel lupo dentro di lei sarebbe dovuto uscire, prima o poi.
L'unica cosa a cui riusciva a pensare in quel momento era Vincent.
Nella tua testa c'era solo e soltanto lui.
Doveva farlo per lui.
"Bacialo."
Victoria trasalì nel sentire quella voce sconosciuta; si guardò attorno, in cerca del responsabile del suo spavento, ma nella camera c'erano solo loro due.
Automaticamente il suo sguardo cadde su Vincent; l'Alpha la guardava preoccupato e speranzoso allo stesso tempo.
Solo allora iniziò a sentire qualcosa che la attraeva a lui come una calamita; ne sentiva il bisogno.
Si alzò in punta di piedi e, senza lasciargli il tempo di capire cosa stesse succedendo, lo baciò.
Vincent la strinse a sé disperatamente: aspettava quel momento da quando l'aveva incontrata nel bosco e ora non riusciva a capacitarsi che stesse succedendo.
Le strinse dolcemente il viso nella mano destra, intanto che quel meraviglioso bacio continuava a prolungarsi.
Fu Victoria a interrompere il contatto, bisognosa di aria; poteva giurare di essere più rossa di un pomodoro in qul momento.
L'Alpha l'abbracciò, nascondendo il viso nell'incavo del suo collo "Luna della mia vita..." sussurrò, provocandole caldi brividi lungo la schiena.
La ragazza sospirò, beandosi di quel contatto di cui era così bisognosa: in quel momento, era tutto perfetto.
Per la prima volta nella sua vita, si sentiva a casa.


I raggi del sole le solleticarono il viso la mattina seguente, incoraggiando Victoria a svegliarsi.
Quando aprì gli occhi si ritrovò sola nel letto; il cuscino affianco aveva ancora il dolce profumo di Vincent e la ragazza lo strinse a sé.
Non capiva come mai si fosse alzato senza svegliarla.
Uscì dalla porta silenziosamente, distinguendo a fatica delle voci provenire dal piano di sotto; lentamente raggiunse le scale che portavano al salotto e alla cucina e da lì poté distinguere chiaramente i proprietari dei sussurri che aveva sentito poco prima: Vincent e Gabriel.
Pensava di ritornare in camera e aspettare la fine della loro discussione, ma le parole del Beta la incoraggiarono a rimanere accucciata sulle scale ad origliare "... Il branco non può avere una Luna non licantropa, Vincent, e lo sai."
"è la mia compagna, Gabriel, e in quanto tale è anche la tua Luna" tuonò Vincent "Portale rispetto, o prenderò provvedimenti." l'avvisò.
Victoria strinse i pugni nel vano tentativo di non intervenire e sbattere fuori Gabriel: doveva farlo per Vincent, si ripetè.
"Se non si trasformerà entro la prossima luna piena sarai tu che dovrai prendere provvedimenti."
Le gambe della ragazza scattarono in automatico, trascinandola in nemmeno un secondo nella cucina dove si stava svolgendo la conversazione.
"Se non esci da questa casa, sarò io a prendere provvedimenti, Gabriel." sputò Victoria, alzando un sopracciglio.
Odiava quando le persone non si confrontavano direttamente con lei: aveva quasi diciotto anni e non era più una bambina.
Vincent ridacchiò silenziosamente, divertito e soddisfatto dal carattere della sua Luna "Alpha, Luna" mormorò Gabriel per poi congedarsi.
Victoria sbuffò infastidita, portando le braccia incrociate al petto "Adoro questo caratterino, mia Luna" confessò il ragazzo, accarezzandole dolcemente le spalle lasciate scoperte dalla canottiera.
Victoria sorrise appena "Lo vedrai spesso se la gente continuerà a parlare di me in mia assenza." asserì.
Cercò di non pensarci, decidendo che quella conversazione era l'ultimo dei suoi problemi e che ora doveva concentrarsi su cose ben più importanti.
Si passò una mano tra i capelli "Buongiorno, mia Luna" Vincent le strinse i fianchi e si chinò per baciarla su una guancia; Victoria ridacchiò quando la sua lieve barba le solleticò la guancia.
"Buongiorno, mio Alpha" lo prese in giro, alzandosi in punta di piedi e lasciandogli un casto bacio sulle labbra.
Vincent sorrise maliziosamente e la incastrò tra le sue braccia "Mmm... temevo che ieri notte fosse stato solo un sogno" mormorò al suo orecchio, per poi lasciarle una scia di baci sul collo "Dovrei crederti?" ridacchiò la ragazza, felice.
La rendeva felice.
Non sapeva come, né il perché, ma Vincent la rendeva felice.
"Voglio sposarti, Victoria." annunciò l'Alpha, lasciando completamente interdetta Victoria.
"So che per voi umani le cose funzionano in modo diverso..." continuò "... ma tu sei la mia compagna, Victoria, e non voglio più aspettare. Ti ho aspettata per così tanto tempo che ora non vedo l'ora di fare tutto con te."
La ragazza si asciugò velocemente una lacrima: non credeva che Vincent potesse provare quelle emozioni così forti e, allo stesso tempo, così contrastanti con il suo carattere.
"Le cose funzionano in modo decisamente diverso, nel mondo umano." ridacchiò Victoria.
Gli passò una mano tra i capelli rasati, trovandoli piacevoli al tatto "Vincent... provo per te delle emozioni che non avevo mai provato prima d'ora e non mi capacito di come tutto questo possa essere reale..." gli lasciò un casto bacio sulle labbra "... ma ora io sono qui per un motivo, non posso mettere in secondo piano..." non terminò la frase che la porta sul retro, che collegava la cucina al bosco, si spalancò, rivelando un ragazzo con il respiro affannato "Jake!"
Vincent gli fu subito vicino "Che è successo?" domandò preoccupato intanto che gli cercava delle ferite sul corpo "Un licantropo, vagabondo, è appena entrato nel territorio ferito e..." Victoria corse fuori dall'abitazione, precipitandosi dove era riversata tutta la folla.
Si fece spazio rapidamente, trovandosi davanti un ragazzo insanguinato che respirava a fatica "Oh mio dio" mormorò la ragazza, inginocchiandosi vicino allo sconosciuto.
Qualsiasi cosa l'avesse ferito, era sicuramente un mostro.
Profondi morsi e tagli lo ricoprivano da capo a piede e Victoria si chiese come avesse fatto a sopravvivere ad uno scontro simile.
Il ragazzo si voltò verso di lei, "Ehi... come ti chiami? Cosa ti è successo?" gli chiese avvicinandosi.
Vincent la raggiunse e cercò di coprirle gli occhi alla vista del ragazzo, ma Victoria glielo impedì "Ha bisogno di aiuto, Vincent, che facciamo?"
Non riusciva a pensare che quel povero ragazzo potesse morire così.
Le si spezzava il cuore alla sola idea.
"Mia Luna, ti prego torna a casa..." la supplicò "No, dobbiamo aiutarlo!"
Il ragazzo tossì violentemente, attirando nuovamente l'attenzione su di sé "Lui..." mormorò a fatica "Non sforzarti di parlare" lo ammonì Victoria, cercando di tenerlo con la schiena per terra in modo da evitare che le ferite continuassero a sanguinare.
"Lui..." ripeté il ragazzo, passando lo sguardo da un albero a un altro "è qui."
Aprì la mano che teneva saldamente chiusa in un pugno e in quel momento Victoria si sentì morire.
Un braccialetto rosso.

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