Doomed

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Victoria era poggiata con il mento sulle nocche di una mano chiusa a pugno, intato che guardava da fuori alla finestra il meraviglioso paesaggio del bosco alle prime luci dell'alba.

Non era riuscita a dormire quella notte, troppo turbata dal sogno della notte precedente.

Ogni volta che chiudeva gli occhi rivedeva il suo volto animalesco.
Non riusciva a credere che lui fosse ancora vivo dopo tutto quel tempo e, soprattutto, dopo tutto ciò che gli era successo.

Si passò una mano tra i capelli, sospirando pesantemente: quel sogno l'aveva talmente sconvolta da farla sentire esausta al solo pensiero.

Si risvegliò dai suoi pensieri quando due braccia muscolose le avvolsero la vita, sollevandola di qualche millimetro da terra; Victoria sorrise incosciamente, riconoscendo quel profumo ormai così familiare.

"Già sveglia?" le domandò la voce ancora impastata, ma pur sempre meravigliosa, di Vincent, intanto che la riportava con i piedi per terra e le stringeva dolcemente i fianchi.

"Volevo vedere l'alba" mentì la ragazza, dando le spalle al paesaggio e ritrovandosi di fronte al magnifico Alpha.

Egli aveva ancora tutti i capelli scombinati e gli occhi socchiusi, segno evidente, non solo dalla voce, che si fosse svegliato da qualche minuto.

Victoria gli passò una mano lungo la mascella ben delineata, trovandola leggermente ruvida per via dell'accenno di barba, "Hai gli occhi stanchi" constatò Vincent, portandole un ricciolo dietro l'orecchio.

Ella abbassò appena lo sguardo, colta in flagrante.

Era nuova a tutte queste attenzioni che Vincent le dedicava e, soprattutto, era nuova al loro tipo di rapporto: non aveva mai avuto una persona che ci tenesse così tanto a lei.

Si poggiò con una guancia sul suo petto, respirando a pieni polmoni il suo dolce profumo "Non ho voglia di parlarne" sussurrò, chiudendo gli occhi.

Il ragazzo la strinse amorevolmente, baciandole la testa.

Victoria si lasciò trasportare dalla calma, riuscendo a non pensare più al suo incubo e a tutto ciò che le avrebbe potuto causare in futuro.

Non sapeva come, ma Vincent riusciva a tranquillizarla e a farla sentire a proprio agio, cosa mai riuscita dai suoi genitori nel tentativo di farla diventare una Hunter.

Era tutto così nuovo per lei, sembrava che fino a quel momento non avesse vissuto la sua vita e che ora si fosse risvegliata da un sogno, trovandosi davanti a delle scelte che, prima, avrebbe ritenuto impossibili.

Non avrebbe mai pensato che tutto questo potesse accaderle.

Victoria non si era mai immaginata da grande, per il semplice motivo che sarebbe voluta rimanere un'adolescente per sempre; sarebbe voluta rimanere per sempre una ragazza che prima sbagliava e poi imparava.

Vincent le passò una mano lungo la schiena, provocandole dolci brividi caldi lungo la colonna vertebrale "Oh, mia Luna, non riesco a vederti in questo stato" sospirò, affondando il viso nell'incavo del collo di ella, inspirando il profumo della pelle lattea, così diversa dalla sua leggermente abbronzata.

"Non devi preoccuparti per me, Vincent" lo ammonì Victoria, passando una mano sui suoi pettorali tonici e ben allenati, dovuti probabilmente ad anni di palestra ed esercizi.

Non voleva che Vincent soffrisse per lei.

Il ragazzo le prese il mento tra l'indice e il pollice, sollevandolo leggermente, in modo da far scontrare i loro occhi; i suoi occhi color ghiaccio sembravano leggerla dentro, come se potesse sapere ogni sua minima paura.

DeviantWhere stories live. Discover now