"Bene."

Chastity continua a sorridere come se le avessero appena detto che si è finalmente raggiunta la pace nel mondo, e poi smuove le sue ciocche castane, che oscillano lungo la sua schiena.

"Come mai qui? Sei malata?"

"Mio padre è un medico." Vuole davvero fare conversazione?

"Oh, giusto: Louis me lo ha detto." Dice, come se se lo fosse appena ricordata: è falsa come le sue ciglia folte e le sue extension di una tonalità visibilmente diversa di castano "Io sono qui per un appuntamento con la ginecologa: sai, vorrei fare un controllo."

"Bene." Commento, ancora perplessa: stiamo davvero parlando della prevenzione delle malattie del suo organo riproduttivo?

"Oh, ma certo! Che sbadata: non volevo ricordarti che tu non fai più sesso, dato che ora Louis sta con me." Sorride, sorniona, come se fosse una missionaria pronta a distribuire dei panini caldi ai senza tetto.

Vorrei strapparle ogni singola unghia finta.

"In realtà, Chastity, io-"

La prenderei davvero ad inulti, tanto ormai la mia reputazione è finita e la mia etica morale infranta: cos'ho ancora da perdere?

Niente, appunto.

Eppure, la fine sembra farsi uno scalino più lontana quando noto Bill comparire al mio fianco con un bel sorriso sul volto.

Ma che sta succedendo?

"Helena, perché non mi hai mai detto di avere un'amica così carina?"

Io sono letteralmente sconvolta, incapace di concepire se ciò che sto vedendo sta accadendo realmente, mentre Chastity è incerta sull'essere compiaciuta del complimento o riprendere Bill per aver rovinato il suo tentativo di distruggermi.

"E tu saresti?" Chiede, sgranando i suoi begli occhi verdi, mentre sbatte così velocemente le sue lunghe ciglia che fra poco potrebbe far partire un uragano.

"Bill Istvan Günther Skarsgård." Si presenta lui, deciso come non mai "E tu, invece?"

La mora è sconvolta, quasi incapace di tenere la bocca chiusa: probabilmente, è solo l'abitudine.

"Io...io sono Chastity."

"Chastity, ma che piacere!" Continua lui, che sembra quasi elettrizzato mentre si rialza, avvolgendo un braccio intorno alle spalle della ragazza e portandola lontano dalla mia panchina "Sai, ho sentito che sei qui per un controllo: davvero una buona idea, per chi ha una reputazione come la tua."

"Una reputazione come la mia?" Chiede lei, ancora perplessa.

"Oh, ma certo: avrai sicuramente una futura carriera da rovina famiglie o groupie per un motociclista se continui così." Commenta, divertito, per poi quasi spingere la ragazza verso la porta dell'ospedale, che per poco non cade sul cemento "Chiamami quando capirai di aver rovinato la tua vita: sarei felice di ridere delle tue disgrazie. Ah, e salutami Louis: la sua ex ragazza è sicuramente in mani migliori di quelle in cui sta lui."

Charity boccheggia, forse non abituata a sentire così tante parole in una volta sola, e resta immobile anche mentre Bill torna al mio fianco, così da riprendere il libro e gli occhiali che aveva lasciato sulla panchina.

"Grazie." Dico, se pur tentennante, visto lo shock.

Non so cosa deve aver appena fatto, ma lo ha fatto alla perfezione.

Bill nemmeno mi guarda.

"Non devi ringraziarmi." Dice, spostandosi dalla panchina come se avesse delle molle al posto dei piedi "L'ho fatto solo perché era uno spettacolo orrendo da vedere."

Abbasso lo sguardo, ritrovando ben presto i miei sensi di colpa.

"Hai tutte le ragioni del mondo per avercela con me." Dico, tornando di nuovo a guardarlo, notando che lui mantiene le sue iridi chiare ben lontane da me "Ho sbagliato: non ti ho dato possibilità di parlare e ti ho trattato come se fossi un criminale solo perché mio padre me lo ha chiesto. Mi spiace davvero, Bill."

Lui resta immobile per un solo secondo, quasi come se stesse riflettendo sulle mie parole, e poi si infila velocemente gli occhiali, scuotendo il volto.

"Fa niente, tanto dovevo aspettarmi una cosa del genere da una come te."

Strabuzzo gli occhi, colpita da questa sua insolita uscita.

"Una con me?" Ripeto, sconcertata.

"Che c'è?" Ribatte lui, secco, mentre sgrana gli occhi "Vuoi farmi davvero credere che io e te siamo uguali, piccola principessa? Potrei sentire la puzza che ti circola sotto al naso anche a metri di distanza."

Spalanco la bocca, quasi senza fiato, mentre mi rimetto in piedi, lasciando che il senso di colpa scompaia velocemente davanti alle idiozie di questo pazzo.

"Sei davvero un idiota." Lo apostrofo, furiosa, ma Bill non si smuove di un millimetro.

Fa una smorfia, quasi pensierosa, e poi torna a guardarmi.

"Potrebbe darsi, ma preferisco essere così, che come te."

Non dice altro, passandosi una mano fra le ciocche color del grano secco, scompigliandosi tutto.

Sbuffa, e le sue labbra carnose vibrano sotto il suo respiro.

"Ho sbagliato a pensare che le cose potessero essere diverse da così."

I suoi occhi sono pozzi di cristallo che hanno deciso di cedere il proprio valore, preferendo restare nella mediocrità e nella polvere.

Potrebbe valere tanto, ma lui si lascia disintegrare.

E forse io non sono così diversa da lui, perché, mentre Bill si allontana, perso nella sua frustrazione, io resto ferma, mentre il mio ego ferito viene risucchiato dalla rabbia, che lo trasforma in dolore.

Angolo

Ho scritto questo capitolo alle cinque del mattino, quindi okay haha perdonate il disagio

Detto ciò, c'è stato un confronto, ma le cose sembrano solo peggiore :(

Faranno mai pace i nostri eroi?

Ora me ne vado

A presto,
Giulia

On the edge / Bill SkarsgårdDove le storie prendono vita. Scoprilo ora