Capitolo 21

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Harry POV (3rd person)

Harry osservò Kim scendere dall'auto, nel corto vestitino rosso, mentre un sorriso gli si formava in automatico sulle labbra. Vedere quella ragazza gli aveva sempre trasmesso una certa dose di positività.

«Buongiorno» la salutò allegro, arrivandole di fronte mentre lei tirava fuori dal baule uno zaino, la borsa in cuoio in spalla.

Lei ricambiò con un sorriso, mentre lui afferrava lo zaino per aiutarla, issandolo in spalla.

Era una domenica mattina come tante, il cielo azzurro splendeva nel cielo, da ormai troppi giorni in realtà. Il tempo era troppo favorevole per essere vero.

«Scusa, ci ho messo un po', c'è stato un incidente e c'era traffico» gli sorrise la biondina, andandogli incontro di quei tre passi che li separavano e abbracciandolo. Gli strinse il petto tra le braccia esili e potè sentire come respirò il suo profumo: «sai sempre di buono» la sentì complimentarsi.

Il moro si beò di quel rapido contatto e sorrise ancor di più, felice di vederla: «mi sembra ovvio – le fece l'occhiolino, - comunque non preoccuparti, ne ho approfittato per sistemare un po' la casa» si voltò verso il cancelletto, così da iniziare a dirigersi verso l'appartamento.

«Conoscendoti non ci sarà niente fuori posto»

«Sai che mi da fastidio il disordine»

«Sei sempre stato troppo ordinato» ridacchiò la bionda, seguendolo su per le scale.

«E, tu, sei sempre troppo disordinata, per quanto io ricordi» la prese in giro, arrivando sul corridoio a passerella che conduceva alla porta dell'abitazione.

«Ricordi bene».

Il moro inserì la chiave nella toppa e si voltò verso di lei per sorriderle, prima di aprire e lasciarla entrare.

«Eccoci qua» l'accolse, poggiando lo zaino nero per terra nel piccolo ingresso. Vide Kimberly guardarsi in giro e per un breve momento si agitò, in attesa del suo giudizio. Le osservò le labbra distendersi in un sorriso e gli occhi attenti ad osservare ogni cosa.

«È davvero carino» si voltò a guardarlo, gli occhi castani nei suoi e le labbra sollevate verso l'alto.

«Ti piace?» domandò per sicurezza.

«Sì, molto»

«È più piccolo dell'altro appartamento, ma almeno lo spazio è tutto mio» fece un passo avanti, diretto in cucina.

«Niente più coinquilini, immagino»

«Già, niente più coinquilini» concordò, prendendo un sospiro. Si passò una mano tra i capelli, improvvisamente pensieroso. L'idea del suo vecchio appartamento gli faceva accapponare la pelle. La condivisione degli spazi, il casino, le bollette che doveva sempre anticipare...

«Allora, vuoi qualcosa da bere?» si schiarì la voce, voltandosi verso il frigo, per vedere se ci fosse dentro qualcosa.

«Sì, grazie, un po' d'acqua se possibile»

«Ho del succo all'ace se vuoi» propose, aprendo lo sportello del frigo.

«Oh, sì, anche quello andrebbe bene»

Il moro afferrò due bicchieri e lo versò, prima di porgerglielo.

«Allora, com'è andata questa settimana?» gli domandò la ragazza, dopo aver bevuto qualche sorso del succo.

«Tutto bene, - sospirò il ragazzo, appoggiandosi al bancone della cucina, - ho lavorato e adesso è iniziata la Fiera, quindi c'è stato più da fare negli ultimi giorni»

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