6. Lacrima di cristallo (REV)

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Puntualissima, Crystal si presentò al laboratorio, pronta ad affrontare una lunga serata, intimamente felice di aver infine raggiunto il proprio scopo.
Aveva impiegato un sacco di tempo, quasi tre mesi, ma questo dimostrava che il Professor Piton era molto più interessante di quanto parso a prima vista. Doveva ammettere d'aver sottovalutato l'avversario, ma era sicura di essere ancora in tempo per recuperare l'errore iniziale.
Il Professore cominciò a mostrarle, fornendole infine tutte le necessarie informazioni, la preparazione di una semplice pozione. Mentre lavoravano insieme, Piton iniziò a spiegarle anche i principi teorici generali della materia e in pochi minuti fu subissato dalle continue domande dell'attentissima allieva che, oltretutto, mostrava d'essere all'altezza di preparare l'elementare pozione. Le risposte dell'insegnante si fecero sempre più complesse, stimolate da domande precise e insistenti.
A dispetto delle sue attese, la Storm si dimostrava molto preparata: era evidente che aveva assiduamente studiato a sua insaputa. Chissà dove aveva trovato il tempo per farlo con il massacrante programma di recupero che le aveva preparato! Nella pratica aveva ancora problemi, ma la teoria la conosceva già bene. Decise di fingere indifferenza e continuò a fornirle spiegazioni pratiche, di cui più abbisognava.
Il suo primo giudizio era stato sbagliato: lo aveva ingannato con la disgustosa apparenza da Grifondoro arrogante. Invece era un'ambiziosa Serpeverde, determinata a raggiungere i suoi obiettivi: era infinitamente più pericolosa di una irruente Grifondoro.
Ma anche molto più interessante.
Ed era bella, maledettamente bella ed intensamente sensuale.
Ogni suo movimento, china intorno al calderone, eccitava il suo desiderio: i pantaloni attillati, la stoffa elastica e morbida che le fasciava il corpo e sembrava fatta solo per essere strappata via!
Strinse i pugni e si morse le labbra: cosa diavolo gli stava succedendo, non era proprio da lui avere quei pensieri ossessivi e irrispettosi.
Non era suo diritto sognare, non se ancora assisteva, immobile e rigido, alle violenze perpetrate nel Cerchio dei Mangiamorte.
Eccolo, il pensiero maledetto che uccideva ogni desiderio e umano istinto, il suo personale Inferno in terra, la continua dannazione per una scelta incosciente compiuta quando era poco più che un ragazzo, immensamente stupido e ambizioso.
L'aveva pagato, oh se l'aveva pagato quell'errore, e avrebbe continuato a scontare tutte le colpe successive, tutto il sangue innocente sulle sue mani.
I maledetti rimorsi, amici inseparabili delle sue notti, continuavano a rinfocolare il suo straziante dolore.

L'errore, la stoltezza, i laidi trascorsi

ci attanagliano l'anima, cruciano i nostri petti;

noi satolliamo i nostri amabili rimorsi

come i pezzenti nutrono i loro immondi insetti.

Son tenaci i peccati e vili i pentimenti;

ciconfessiam chiedendo una mercede abietta[4]

Cosa avrebbe dato per dimenticare, per non aver mai ceduto all'ambizione di conoscere ciò che nessun altro sapeva. Invece, aveva raggiunto la desiderata conoscenza e il ricordo dei suoi crimini era il giusto prezzo da pagare: l'oblio era solo per i codardi.
Del resto, quel dannato Marchio che gli bruciava la carne era l'orrido simbolo dei suoi errori. Quante volte, la notte, aveva scoperto l'avambraccio rimanendo a fissarlo, ipnotizzato dall'odio che emanava e che un tempo l'aveva inesorabilmente avvinto.

Sul guanciale del male Satana Trismegisto

culla a lungo lo spirito incantato,

e il ricco metallo della nostra volontà

è svaporato da quel sapiente chimico.

I fili che ci muovono, il Diavolo li tiene!

Ci avvincono le cose ripugnanti e bestiali;

Luci e ombre del Cristallo (Parte prima di Cristallo Nero)Where stories live. Discover now