31- Lezioni di vita

15.5K 385 15
                                    

All'uscita di scuola mi sentivo completamente persa, quasi stessi per perdere l'equilibrio. Era stata veramente una giornata di schifo, l'ennesima. Prima la discussione con Chloe, poi l'arrivo di quel deficiente e, infine, la brutta figura fatta in classe e con il professore. Proprio in quel momento vidi Chloe salire in macchina con la madre.
Jess...ti ho mentito. Quelle parole ritornarono nella mia testa e non riuscivo a scacciarle via. Se mi avesse detto subito cosa provava adesso saremmo andate d'amore e d'accordo. Avremmo parlato come fanno due persone civili, risolto la cosa e poi riso come sempre.
A lei piaceva Tyler. Cavolo, forse era questa la cosa che mi aveva infastidita di più. Il cuore prese a battere forte al pensiero di loro due insieme mano nella mano nei corridoi.
Improvvisamente i miei pensieri furono interrotti da qualcuno che mi toccò la spalla, facendomi sussultare. Mi girai, ma non c'era nessuno. Stavo forse impazzendo?
<<Ciao Angel>> mi prese uno spavento quando il volto di Ethan spuntò di fronte al mio.
<<Vuoi farmi morire d'infarto? Cosa vuoi?>>
<<Volevo farti una proposta. Ma non so se accetterai>>
<<Da come ne parli sembra qualcosa di indecente. La mia risposta è no>>
<<Una parte di me voleva portarti a letto da ubriaca, ma non potevo approfittarmi>> ammise con ironia <<Anche se baciarti è stato->> lo interruppi subito.
<<Arriva al punto>>
<<Ti va di vederci oggi pomeriggio? Sai, da quello che ho capito hai molte difficoltà a scuola. Anche io faccio abbastanza schifo, ma a chimica no. Quindi, potevo aiutarti, se ti va>> scrollò le spalle.
Aggrottai la fronte. Probabilmente tutte le ragazze avrebbero accettato ma io, con sospetto, declinai l'invito.
<<Ethan>> mi avvicinai <<ti ringrazio, ma no, non mi serve il tuo aiuto. Ci si vede>> posai una mano sulla sua spalla, abbozzai un sorriso e me ne andai verso casa. Fu la sua voce a bloccarmi di nuovo.
<<Sei sicura di quello che dici? Non per offenderti ma a chimica, per quello che ho potuto vedere oggi, non sei molto brava>> continuai a camminare come se lui non avesse detto niente, eppure sapevo che mi stava seguendo e in pochi secondi mi raggiunse, camminando a fianco a me.
<<Ti sei offesa? Beh mi dispiace, ma ho solo detto la verità. Non puoi prendertela>> parlava, parlava ma io non ascoltavo niente di quello che diceva. Insomma, avevamo discusso poche ore prima e adesso si comportava come se non fosse successo nulla? Di certo non l'avrei fatto io! Sbadigliai per fargli capire di smetterla e ovviamente lui non lo fece.
<<Insomma è vero che come materia chimica è molto complicata ma non pensavo che una ragazza come te andasse male a scuola. Sai mi hai lasciato a bocca aperta e->> mi fermai nel bel mezzo del marciapiede.
<<Ethan! Ma quando cavolo parli!>> esclamai, annoiata più che mai.
<<Stavo solamente facendo delle riflessioni ad alta voce. Come ho già detto, mi hai lasciato a bocca aperta>> sistemò per bene lo zaino sulla spalla e sorrise lievemente. Effettivamente aveva un bel sorriso
<<Che c'è? Non hai mai visto una ragazza andare male a scuola?>>
<<Si ma non pensavo andassi male tu>>
<<Perché?>> si stava comportando in modo patetico.
<<È che quella sera al pub ho capito subito che eri diversa dalla gente che solitamente frequenta questi posti. Ti guardavi intorno con aria smarrita, innocente. Per questo ho cercato di approcciarmi a te, per capire se davvero eri diversa dalla altre.
Una parte di me ha sperato che...>> mi fissò intensamente per qualche istante, forse anche con un pò di dolcezza <<...che ti lasciassi andare. Sai, in quel senso>> ammise ridendo sotto i baffi.
<<Dio mio, sei disgustoso>> non potevo credere che avesse pensato subito male, quella sera. Feci per andarmene, ma lui mi prese per mano. Così mi fermai.
<<Aspetta. Lasciami finire>> roteai gli occhi al cielo, però gli permisi di continuare il suo discorso da attore
<<Ci ho provato, si, ma quando ho capito che eri diversa come pensavo mi sono fermato. Ho provato una sensazione strana che non so neanche descriverti. Quando ci siamo baciati neanche ci credevo, in realtà>>
<<In che senso? Aspetta, ti stai dichiarando?>> chiesi allibita.
<<Cosa? No! Ovvio che no!>> scosse la testa <<Ti sto solo raccontando i miei pensieri>>
<<E tu avresti capito tutte queste cose in una sera?>>
<<Esatto. Penso di aver capito bene o sbaglio?>>
Annuii.
<<Si, hai capito bene. Ma a cosa vuoi arrivare?>>
<<A niente. Ti ho solo spiegato perché pensavo fossi brava a scuola. Hai l'aria da innocente, tutto qui>>
L'aria da innocente? Aggrottai la fronte perchè non lo ero affatto.
<<Senti io me ne devo andare. Facciamo al bar davanti scuola, alle quattro. Non un minuto di ritardo>>
Non mi piaceva l'idea di passare un intero pomeriggio con lui, ma se era in grado di aiutarmi poteva andare bene.

Il Mio Amato Fratellastro (IN REVISIONE)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora