42-Ricordo ancora quell'estate

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27 DICEMBRE
Oggi non nevicava, facendo solo tanto freddo. Eravamo in macchina, stavamo tornando a casa. Mi ero scambiata anche il numero di telefono con Jade, visto che avevamo passato tutti i giorni a ridere e a parlare. Mi trovavo veramente bene con lei e mi ero dispiaciuta nel lasciarla. Arrivati a casa mi buttai subito sul divano, essendo stanca. Oggi era un giorno in cui non dovevamo fare niente di speciale, perciò sarei stata a letto per riposarmi. Andai in bagno, mi privai degli indumenti che portavo, cioè un leggins grigio e un maglione di lana bianco, riempii la vasca d'acqua e mi immersi all'interno. Un bel bagno caldo non mi avrebbe fatto di certo male, soprattutto in una giornata fredda come quella. Da piccola amavo giocare con la schiuma e schizzavo acqua a mia madre, che si arrabbiava. Ma almeno lei subito dopo sorrideva. Papà, al contrario, mi rimproverava e diceva che se avessi continuato a dare fastidio ai miei genitori, sarei andata nell'inferno. Ma io non ci credevo. Tutte le parole di papà per me erano una bugia. Chiusi gli occhi mentre ripercorrevo il mio passato, la mia vita. Chissà se anche la vita di Tyler era come la mia pensai. Insomma, anche lui aveva un brutto rapporto con la madre, ma, magari, lei non lo aveva trattato così male. Mi rilassai ancora di più, chiusi gli occhi, il silenzio mi calmò. Poi mi addormentai.
Giocare a palla  era sempre stato un divertimento per me.
In un pomeriggio d'estate stavo giocando da sola a tirare la palla in aria e dovevo rimprenderla senza farla cadere. Un gioco stupido, ma a me piaceva. Ad un tratto una macchina rossa, guidata da una donna dai folti capelli neri e occhi castani, si fermò davanti casa. Io non sapevo di chi si trattasse, non avevo mai visto quella macchina, tantomeno quella donna. Papà, in fretta e furia, aprì la porta di casa e la richiuse. Si avvicinò all'auto con una valigia in mano.
<<Papà!>> lo richiamai. Mi ignorò, quasi non ci fossi.
<<Papà!>> ci rimprovai. Questa volta si girò, mi fissò e poi entrò in macchina. Io, non capendo ancora la situazione, mi avvicinai al finestrino aperto e chiesi
<<Papà, dove vai?>>
<<Jessica sto andando al lavoro>>
<<E lei chi è?>> domandai indicando la donna.
<<Una mia collega>>
<<Ah. Stasera torni, vero?>> nonostante tutto mi dispiaceva non averlo in casa.
<<Certo. A dopo>>
<<Mi lasci a casa sola?>>
<<Mamma torna tra poco>>  il suo sguardo e il suo tono di voce erano freddi e distaccati, come sempre. Ma infondo era mio padre, gli volevo bene, non potevo odiarlo. E poi ero solo una bambina.
Continuai a giocare con la palla, sorridente come prima. Avevo paura. Ero sola. Mio padre mi aveva lasciata sola. Mi sedetti a terra, le gambe incrociate. Guardai il cielo.
<<Veramente andrò all'inferno? Io sono una bambina carina, buona, l'inferno è un posto per i cattivi>>  parlavo sola con il cielo, come se fosse un caro amico.
<<Papà ha detto un'altra delle sue bugie. Se fosse stato vero anche mamma me l'avrebbe detto>> mi sdraiai sul prato, gli occhi azzurri che brillavano al contatto con il cielo limpido, senza nessuna nuvola. Sorrisi lievemente. Chiusi gli occhi.
Mi svegliai di scatto, facendo uscire un pò d'acqua fuori dalla vasca.
<<Jessica! Jessica!>> mia madre bussava alla porta, agitata, urlava il mio nome.
<<Mamma cosa c'è?>> chiesi. Era rincuorata nel sentire la mia voce impastata.
<<Jessica, mi hai fatta spaventare>>
<<Mamma sono viva, mi stavo semplicemente rilassando>>
<<Sbrigati! Sono quaranta minuti che sei lì dentro, anche Tyler deve lavarsi>> mi avvisó. Uscii dalla vasca, infilai l'accappatoio e vidi il mio riflesso nello specchio appannato dal calore. Il sogno volevo dimenticarlo. Papà ormai era andato via, non contava più nulla per me. Andai in camera, mi vestii con qualcosa di comodo per casa. Bussarono alla porta mentre mi asciugavo i capelli.
<<Avanti>> urlai, spensi il phone e lo posai sul letto.
<<Posso tesoro>> era mia madre, che mi sorrise.
<<Certo, siediti>> la invitai a sedersi sul letto e lei lo fece.
<<Ti è piaciuto stare a casa dei nonni di Tyler? Vedo che hai stretto amicizia con la figlia di Coraline>>
<<Jade. È molto simpatica>>
<<Sono contenta>> mentre pettinavo i capelli, sentii addosso lo sguardo pesante di mia madre. Ero ancora un pò scossa per il sogno, infatti.
<<Tutto bene Jess?>> domandò.
<<Si...no...>> mi girai, la guardai dritta negli occhi. Eravamo identiche io e lei.
<<Che succede?>>
<<Mentre ero in vasca mi sono addormentata, ecco perché non rispondevo>>
<<E?>> mi spronó a continuare. Una parte di me non voleva raccontarle del sogno, eppure lo feci.
<<Ho fatto un sogno. Su papà. Il giorno in cui se ne è andato>>
<<Oh!>>
<<Mamma, papà se ne è andato perché innamorato di un'altra o perché anche tu l'avevi tradito?>>

Il Mio Amato Fratellastro (IN REVISIONE)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora